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Cessione del quinto Prestito Personale

Auto a rate senza finanziamento: le soluzioni

Vorreste acquistare un’auto a rate senza finanziamento ma non sapete come fare? Sul mercato ci sono diverse soluzioni che possono permettervi di dilazionare il pagamento nel tempo senza però avere alcun obbligo dal punto di vista burocratico.

Vediamo insieme quali sono le possibilità.

Pagamento a rate con Maxirata finale

Si tratta di una soluzione che prevede una rata finale con importo maggiore rispetto alle rate precedenti e che serve per riscattare l’auto. Questa opzione prevede, tra l’altro, una cifra mensile inferiore rispetto ai più classici pagamenti a rate. In sostanza, se si decide di acquistare un’auto a rate senza finanziamento il cui importo totale da pagare è di 15000 € in 12 rate, con Maxirata finale di 5000 €, il costo della singola rata sarà decisamente inferiore rispetto a una normale rateizzazione (10000/12= 833,34 € anziché 15000/12= 1250 €).

Auto a rate con Cessione del quinto

Un’altra soluzione possibile è quella di acquistare un auto a rate senza finanziamento optando per la Cessione del quinto.

Si tratta di una scelta oculata se si è tra i soggetti che possono fare richiesta, poiché la Cessione del quinto eroga la somma richiesta senza richiedere garanzie se non la stipula di una polizza assicurativa (rischio impiego o morte), e i documenti che attestano il regolare contratto di lavoro e quindi la regolare retribuzione (idem in caso di pensionamento).

Dati necessari poiché la Cessione del quinto prevede un pagamento a rate fisse diverso dai comuni prestiti, infatti la cifra mensile viene trattenuta direttamente dallo stipendio (o dalla pensione).

Chi può fare richiesta?

Possono decidere di acquistare l’auto a rate senza finanziamento mediante Cessione dei quinto tutti i dipendenti pubblici, statali e privato assunti con regolare contratto a tempo indeterminato o determinato* oppure i pensionati.

Inoltre si potrà fare richiesta di Cessione del quinto anche in caso di cattivi pagatori, soggetti segnalati al CRIF per aver saltato il pagamento di una o più rate di un precedente finanziamento.

Quanto dura e quale cifra può essere richiesta?

Tra i vantaggi della Cessione del quinto ci sono anche i tempi di ammortamento e la cifra massima per cui si può fare richiesta. Nel primo caso parliamo di un minimo di 24 rate (2 anni) e un massimo di 120 rate (10 anni). Per quanto riguarda invece la cifra massima ottenibile è di 75000 €.

*Per i lavoratori con contratto a tempo determinato la durata del prestito non può superare quella del contratto di lavoro.

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Domande frequenti sulla Cessione del Quinto

Siete indecisi sul tipo di prestito da chiedere perché ancora non avete chiaro il funzionamento della Cessione del quinto? Avete deciso di chiedere un finanziamento ma volete essere sicuri di aver fatto la scelta giusta? Ecco alcune delle domande frequenti sulla Cessione del quinto.

FAQ Cessione del quinto

Cos’è la Cessione del quinto?

La Cessione del quinto è un tipo di finanziamento nato nel dopoguerra, che prevede l’addebito delle rate direttamente sullo stipendio o sulla pensione.

Dal punto di vista legislativo, è disciplinata dalla norma dell’articolo 1260 del Codice Civile e regolata dal DPR n. 180 del 5/01/1950 e dal regolamento attuativo DPR n. 895 del 28/07/1950.

Chi può richiedere la Cessione del quinto?

Questa è una tra le domande frequenti sulla Cessione del quinto più formulata, poiché, pur essendo un finanziamento facile e veloce da ottenere, ci sono dei limiti.

I soggetti che possono richiedere la Cessione del quinto sono:

  • lavoratori dipendenti pubblici, statali o privati con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato
  • Pensionati

Il range di età per la richiesta è tra i 18 e gli 85 anni.

Inoltre è necessario essere residenti in Italia.

I dipendenti a tempo determinato possono richiedere la Cessione del quinto?

Sì, i dipendenti a tempo determinato possono accedere al finanziamento con un piano di ammortamento che non può superare la data di scadenza del contratto.

E i cattivi pagatori?

Anche in questo caso, la Cessione del quinto, a differenza di altri tipi di prestiti, può essere richiesta senza particolari problematiche.

Quanto può durare un finanziamento con Cessione del quinto?

La durata può variare da un minimo di 24 mesi (2 anni) a un massimo di 120 mesi (10 anni).

Il tasso e la rata sono fissi?

Sì, sia il tasso che la rata sono fissi per tutta la durata del contratto. Inoltre la rata non sarà mai superiore a 1/5 dello stipendio o della pensione.

Come viene erogata la liquidità?

La somma per la quale si fa richiesta di Cessione del quinto può essere erogata tramite bonifico bancario oppure tramite assegno circolare intestato al titolare del finanziamento.

È possibile estinguere in anticipo il debito residuo?

Sì, è possibile.

Cosa succede se perdo il lavoro?

Se il soggetto richiedente perde il lavoro, il debito residuo verrà saldato attingendo dal TFR. Se questo non è abbastanza cospicuo, sarà l’assicurazione a intervenire. Attenzione: in molti casi, la polizza ha la clausola di rivalsa, ovvero una volta stipulato un nuovo contratto di lavoro, il soggetto richiedente dovrà rimborsare la compagnia assicurativa.

E in caso di morte?

Sarà la polizza a saldare il debito.

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Requisiti per la cessione del quinto dei dipendenti pubblici

La Cessione del quinto nasce nel dopoguerra, precisamente il 5 gennaio 1950 con la legge 180/50 del presidente della Repubblica, con lo scopo di venire incontro alle esigenze dei dipendenti statali. Data la sua forza, viene subito estesa ai pensionati, sempre del settore pubblico (decreto attuativo n. 895 del 28 luglio 1950), quindi ai lavoratori dipendenti (e pensionati) di aziende private nel 2004 con la legge finanziaria 311.

Ma quali sono i requisiti per la cessione del quinto dei dipendenti pubblici?

Chi sono i dipendenti pubblici?

I dipendenti pubblici sono coloro che lavorano per la Pubblica Amministrazione. In particolare il settore del pubblico impiego riguarda enti come ospedali, ASL, ma anche uffici comunali, provinciali e regionali.

Il dipendente pubblico si differenzia dal dipendente statale poiché quest’ultimo, invece, lavora per l’amministrazione statale o centrale che dir si voglia. In particolare si tratta di un dipendente che di norma lavora presso:

  • Ministeri (Istruzione, Tesoro ecc.)
  • Forze dell’ordine e della difesa (Esercito, Carabinieri, Polizia ecc.)
  • Scuole e Università (tutto il personale, docente e ATA)

Decisamente diversa la situazione del dipendente privato che, invece, è assunto da un’azienda privata (che sia essa individuale, SRL, Spa ecc.).

Requisiti per la Cessione del quinto dei dipendenti pubblici

I requisiti per la Cessione del quinto per i dipendenti pubblicisono in parte generici, ovvero che riguardano chiunque desideri chiedere un finanziamento di questo tipo. Tra questi troviamo:

  • Essere cittadini residenti in Italia
  • Stipulare un’assicurazione rischio morte o impiego
  • Non aver raggiunto il livello di indebitamento a causa di altri prestiti

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, in particolare, troviamo:

  • Avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni
  • Avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato nel pubblico impiego oppure un contratto come dipendente parastatale

Cosa si può richiedere?

Il dipendente pubblico può richiedere fino a 75mila euro di finanziamento per un massimo di 120 mesi (10 anni) come piano di ammortamento.

Chi non può ottenerla?

In linea di massima, difficilmente i dipendenti pubblici trovano difficoltà nell’ottenere una Cessione del quinto. Ci sono però, ovviamente, dei casi limite:

  • Anzianità minima
  • Mancanza o insufficienza di TFR
  • Mancanza dell’assicurazione obbligatoria
  • Livello di indebitamento troppo elevato
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Cessione del quinto per dipendenti pubblici: come funziona

La Cessione del quinto è uno speciale tipo di finanziamento non finalizzato e senza necessità di garanzia (ad eccezione di una polizza assicurativa rischio morte o impiego), che ha come unico vincolo per il richiedente il possesso di un contratto di lavoro da dipendente (possibilmente a tempo indeterminato) oppure una pensione. Questo perché la rata non viene pagata dal cliente ma viene trattenuta direttamente dalla busta paga (o dalla pensione), quindi è necessario avere uno stipendio fisso. Ma come funziona la cessione del quinto per dipendenti pubblici?

La Cessione del quinto: requisiti per ottenerla

La Cessione del quinto è un finanziamento molto facile e veloce da ottenere, soprattutto perché la richiesta può essere fatta da un qualsiasi cittadino residente in Italia che abbia un’età compresa tra i 18 e gli 85 anni. Quest’ultimo dovrà però essere assunto con regolare contratto di lavoro pubblico, statale o privato a tempo indeterminato, oppure essere in pensione (leggi l’articolo dedicato).

Ciò che rende vantaggiosa la Cessione del quinto è inoltre il fatto che può essere richiesta anche in caso di precedenti segnalazioni al CRIF e quindi per i cosiddetti “cattivi pagatori”.

La Cessione del quinto per dipendenti pubblici: come funziona?

La Cessione del quinto per dipendenti pubblici e statali è la forma di finanziamento a tasso fisso e non finalizzato più vantaggiosa. Infatti, a differenza dei dipendenti privati, difficilmente i dipendenti pubblici trovano difficoltà nell’ottenere questa tipologia di prestito. Ci sono però, ovviamente, dei limiti entro i quali è necessario stare per poterlo ottenere:

  • Età compresa tra i 18 e i 65 anni
  • Un contratto di lavoro a tempo indeterminato* nel pubblico oppure un contratto come dipendente parastatale (personale di aziende private tipo Spa, Srl, Consorzi o Enti locali che svolgono un’attività essenziale di pubblica utilità)

Se vuoi richiedere la Cessione del quinto per dipendenti pubblici e sei in linea con i requisiti, avrai diritto fino a 75mila euro di finanziamento per un massimo di 120 rate (10 anni).

Cosa serve per richiedere la Cessione del quinto per dipendenti pubblici?

Come di consueto, la richiesta di Cessione del quinto per dipendenti pubblici richiede:

  • Carta d’identità e codice fiscale
  • Il certificato di stipendio o l’Attestato di servizio
  • L’ultima busta paga
  • La Certificazione Unica

Inoltre sarà necessario stipulare una polizza rischio impiego mentre non servirà alcuna garanzia aggiuntiva.

*nel caso di contratto a tempo determinato, il finanziamento verrà erogato sulla base del termine del contratto di lavoro, ovvero la sua durata non potrà mai superare quella del contratto.

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Nuova convenzione INPS per i prestiti ai pensionati

Se sei un pensionato e hai bisogno di liquidità, grazie alla nuova Convenzione INPS 2022 puoi richiedere un prestito in modo facile e veloce. Vediamo insieme di cosa si tratta e come fare per ottenerla!

Nuova Convenzione INPS 2022: cos’è e quali sono i vantaggi?

La nuova Convenzione INPS 2022 è una forma di prestito con Cessione del Quinto specifica per pensionati INPS, ex INPDAP ed ex ENPALS. L’unico vincolo è quello di non aver superato i gli 87 anni e 11 mesi allo scadere del piano di ammortamento.

I vantaggi della nuova Convenzione INPS 2022

Tra i vantaggi di questo finanziamento troviamo:

  • Velocità e comodità: è un finanziamento davvero facile e veloce da ottenere, poiché la richiesta è totalmente telematica. Questo eviterà lunghe code e tempi di attesa tipici delle procedure standard che richiedono la presenza fisica presso gli uffici dell’INPS. Inoltre è comodo perché, trattandosi di una forma di cessione del quinto, la rata mensile viene trattenuta direttamente e automaticamente sulla pensione senza il rischio di perdere un pagamento.
  • Tassi agevolati: con la nuova Convenzione INPS 2022 sono garantiti i migliori tassi presenti sul mercato per agevolare il richiedente.
  • È sostenibile: trattandosi di una forma di finanziamento tipo cessione del quinto, la rata è fissa e determinata dal valore della pensione stessa (la rata non può superare il 20% ovvero 1/5 della pensione netta).
  • È flessibile: con la nuova Convenzione INPS 2022 è possibile ottenere fino a 75000€ di prestito con piani di ammortamento che vanno da 2 a 10 anni.
  • Assicurazione: come sempre nei casi di cessione del quinto, nel contratto è inclusa la polizza che tutela non solo il richiedente ma anche la sua famiglia in caso di morte.
  • Nessuna garanzia necessaria: come per la classica cessione del quinto l’unica cosa che garantisce il pagamento delle rate è la pensione, quindi non verranno richieste garanzie accessorie.

Come si fa richiesta di finanziamento con la nuova Convenzione INPS 2022?

 Come già specificato nel paragrafo precedente, tra i vantaggi della nuova Convenzione INPS 2022 ci sono la facilità e la velocità di richiesta.

Questo perché la stessa può essere fatta telematicamente inviando semplicemente:

  • Il documento di identità e la tessera sanitaria;
  • Il cedolino della pensione.
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Cessione del quinto negata: i motivi del rifiuto

La cessione del quinto è una forma di finanziamento davvero facile, veloce e sicura (ne abbiamo parlato in questo articolo). Questo perché si può ottenere facendo una semplice richiesta che in breve tempo ci porta ad ottenere la somma di denaro di cui necessitiamo. La modalità di incasso delle rate tramite busta paga o pensione, l’assenza di particolari garanzie e la possibilità di ottenere il finanziamento anche in situazioni disagevoli (cattivi pagatori per esempio), sono tutte caratteristiche che rendono la procedura snella e, in linea generale, fattibile per chiunque in qualunque momento.

Ma perché allora può presentarsi un caso di cessione del quinto negata? Quali sono i motivi e come fare per ottenerla?

Cessione del quinto negata: cause

Anche se di norma la cessione del quinto è un finanziamento facile e veloce da ottenere, può capitare che venga negata. Di seguito i principali motivi di rifiuto.

1.     Anzianità minima

Se si è lavoratori neoassunti, assunti con un contratto di apprendistato o si ha un contratto part-time verticale può capitare di incappare nel problema di richiesta cessione del quinto negata. Questo perché, di base, il lavoratore o il pensionato deve poter garantire il pagamento della rata e quindi il suo salario (o la sua pensione) deve rispettare il criterio di reddito minimo di sopravvivenza.

2.     Mancanza o insufficienza del TFR

Può capitare che per mancanza o insufficienza del TFR, il lavoratore dipendente si veda negata la richiesta di cessione del quinto. Questo perché il TFR è una forma di garanzia imprescindibile per l’ente erogatore. Può succedere che non si abbia il TFR o non se ne abbia a sufficienza per via di una richiesta anticipata di liquidazione o perché non si ha una anzianità lavorativa sufficiente. In questo articolo ne abbiamo parlato più specificatamente.

3.     Mancanza dell’assicurazione obbligatoria

Per ottenere la cessione del quinto è necessario pagare una polizza assicurativa rischio morte o lavoro. La polizza è l’unica forma di garanzia richiesta per ottenere questo finanziamento, ecco perché è obbligatoria.

4.     Livello di indebitamento troppo elevato

Nonostante questo finanziamento possa essere richiesto anche in concomitanza di altri finanziamenti o per estinguere debiti, c’è comunque un limite di indebitamento oltre al quale si rischia di avere la richiesta di cessione del quinto negata.

5.     Problemi legati all’azienda che eroga lo stipendio

Non per ultimo, la cessione del quinto negata può essere conseguenza di un problema non strettamente legato al richiedente ma all’azienda che lo ha assunto. Se l’azienda in questione è troppo piccola (sotto i 16 dipendenti) o neonata (meno di 24 mesi) possono venire meno le garanzie legate al contratto di lavoro.

Inoltre possono si può rischiare di vedere la richiesta di cessione del quinto negata per gravi motivi di salute, età avanzata o la mancanza di un requisito fondamentale come la residenza in Italia.

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Cessione del quinto

Tempi di liquidazione della cessione del quinto

La scelta della Cessione del Quinto come tipologia di finanziamento, può essere dettata da svariate motivazioni; tra queste sicuramente i tempi di liquidazione. Come già detto anche in questo articolo, la Cessione del Quinto è, oltre che sicura, anche facile e veloce. Vediamo quindi quali sono i tempi di liquidazione e perché la rendono davvero una scelta vincente.

Ottenere la Cessione del Quinto: tutti i passaggi

Per ottenere la Cessione del Quinto, la procedura prevede innanzitutto la raccolta di pochi documenti, tra cui:

  • carta d’identità e codice fiscale
  • certificato di stipendio o documento di quota cedibile della pensione
  • copia della busta paga o del cedolino della pensione
  • il TFR maturato

Dopo la ricezione dei documenti verrà fornito un preventivo e, qualora fosse accettato, si passerà alla fase successiva di richiesta della delibera seguita dall’approvazione della stessa. A questo punto il cliente potrà firmare il contratto e successivamente dovrà stipulare la polizza assicurativa obbligatoria. Ecco quindi che si arriva al passaggio finale: l’atto di benestare, che precede l’erogazione del credito. L’atto di Benestare è l’atto conclusivo della Cessione del Quinto ed è fornito dal datore di lavoro (o dall’ente pensionistico) il quale si impegna a effettuare le trattenute sullo stipendio del dipendente (o sulla pensione).

Tempi di liquidazione

Per quanto riguarda le tempistiche, si può dire, a livello generale, che ottenere la Cessione del Quinto è davvero veloce.

Una volta trasmessi i documenti necessari, la delibera si ottiene in 48 ore circa. Per l’invio della notifica di avvenuto contratto all’ente erogatore contemporaneamente alla consegna di copia del contratto e dell’atto di benestare al datore di lavoro, si impiegano dalle 48 alle 72 ore. Queste tempistiche solitamente valgono anche per la stipula della polizza assicurativa e dell’accredito su conto corrente della liquidità richiesta.

Inoltre va detto che per legge i tempi di istruttoria sono ben definiti e questo permette di calcolare indicativamente i tempi di liquidazione.

In definitiva, dalla stipula del contratto alla erogazione, trascorrono dalle due alle quattro settimane ma i tempi possono allungarsi a seconda dei casi.

Ecco perché si può dire con certezza che i tempi di liquidazione della Cessione del Quinto non vanno mai oltre i 60 giorni.

Casi particolari

Innanzitutto se anziché una richiesta di finanziamento si desidera fare un rinnovo, i tempi di liquidazione della Cessione del Quinto possono variare da 7 a 20 giorni.

In alcuni casi, infine, qualora la necessità di liquidità fosse immediata e non si potesse attendere i tempi di liquidazione di Cessione del Quinto (se pur brevi), si può chiedere un anticipo. L’anticipo può essere richiesto subito dopo la stipula del contratto e verrà erogato il circa 24 ore.

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Cessione del quinto

Richiesta di Cessione del Quinto: Sicura, Facile e Veloce

La Cessione del Quinto è una forma di finanziamento vantaggiosa e unica nel suo genere. A differenza di un normale prestito, infatti, vanta caratteristiche come la semplicità e la velocità di erogazione ma allo stesso tempo una garanzia nei confronti dell’ente creditizio. Ma cos’è la Cessione del Quinto? E perché la richiesta di Cessione del Quinto è sicura, facile e veloce?

Cos’è la Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto è uno speciale tipo di prestito le cui rate vengono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione. Non a caso, con il termine “cessione del quinto” si intende la cessione di un quinto dello stipendio per saldare le rate del finanziamento richiesto. Tra i vantaggi della richiesta di Cessione del Quinto c’è però anche il fatto che si tratta di un finanziamento non finalizzato. Inoltre il soggetto richiedente non dovrà fornire garanzie particolari se non il contratto di lavoro (o una dichiarazione che attesta il pensionamento) e la polizza assicurativa rischio vita o lavoro. Infine, può essere richiesto da chiunque, tra i 18 e gli 85 anni, anche se soggetti a pignoramenti o persone segnalate come cattivi pagatori (ne abbiamo parlato qui).

Richiesta di Cessione del Quinto: perché è sicura?

La richiesta di Cessione del Quinto è sicura per l’ente che eroga il finanziamento proprio per la sua natura, ovvero perché le rate vengono trattenute direttamente dalla busta paga o dalla pensione. È infatti il datore di lavoro o l’ente pensionistico a versare la cifra alla banca o all’ente creditizio. La sicurezza di questo speciale finanziamento fa sì che lo si possa richiedere senza fornire garanzie (basteranno il contratto di lavoro e il TFR per i dipendenti statali, pubblici o privati o un certificato di pensionamento). Per quanto riguarda invece il soggetto richiedente, la Cessione del Quinto può essere definita sicura perché le rate saranno sempre e comunque non superiori a 1/5 dello stipendio (o della pensione).

Richiesta di Cessione del Quinto: perché è facile e veloce?

Fare una richiesta di Cessione del Quinto è davvero molto facile perché non necessita di particolari garanzie, ma solo di alcuni semplici documenti:

  • La carta d’identità e il codice fiscale
  • Il certificato di stipendio o il documento di quota cedibile della pensione
  • la copia della busta paga o del cedolino della pensione
  • il TFR maturato

Inoltre, come già detto, non richiede particolari garanzie se non la stipula di una polizza rischio vita o lavoro. Una volta fatta la richiesta, un consulente fornirà il preventivo, quindi, deliberata la pratica da parte dell’ente sovventore si potrà firmare il contratto. A questo punto verrà fornito al datore di lavoro il contratto di cessione e l’atto di benestare (per dettagli leggi l’articolo “Come richiedere la Cessione del Quinto”).

Questa procedura è sì facile, ma anche veloce, poiché tra la richiesta di Cessione del Quinto e l’accettazione del finanziamento con l’erogazione della liquidità trascorrono solitamente non più di 30 giorni (leggi l’articolo “I tempi di liquidazione della Cessione del Quinto”).

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Cattivo pagatore? Scopri come ottenere un prestito

Un soggetto viene definito cattivo pagatore quando riceve una segnalazione per insolvenza. In particolare, il soggetto in questione viene segnalato al CRIF (Centrale Rischi Finanziari) a causa di un ritardo nel pagamento di una o più rate di un prestito o mutuo. I cattivi pagatori, proprio per questo motivo, difficilmente riescono a ottenere nuovi finanziamenti e, qualora riuscissero, solitamente si tratta di cifre minime e con tassi decisamente elevati.

Ma come si scopre di essere un cattivo pagatore? E come si può riuscire a ottenere un prestito?

Come scopro di essere un cattivo pagatore?

Come già detto in un precedente articolo (clicca qui), il cattivo pagatore è colui che viene segnalato al CRIF per un’insolvenza. Ma come scopro di essere stato segnalato? Innanzitutto ci si può rivolgere all’intermediario con il quale è stato stipulato il contratto di prestito o mutuo, in alternativa si può fare richiesta direttamente alla Centrale Rischi.

La Centrale Rischi, gestita dalla Banca d’Italia, è una base dati che raccoglie le informazioni relative ai finanziamenti concessi e le garanzie rilasciate dai clienti richiedenti. Questi dati vengono raccolti dalle banche e dagli enti finanziatori che erogano prestiti o mutui.

Questo servizio di richiesta è gratuito ed è a disposizione delle persone fisiche e le persone giuridiche legate al finanziamento stesso. Per accedere ai dati della CR si deve fare domanda tramite la piattaforma “Servizi Online” alla voce Richiedi dati, oppure entrando direttamente nella sezione “Servizio online CR”. In alternativa si può scegliere di fare richiesta presso una delle filiali della Banca d’Italia mezzo posta elettronica certificata (PEC), posta ordinaria o consegna a mano del modulo di richiesta e documento d’identità.

Come ottiene un prestito un cattivo pagatore?

Essendo di per sé non in regola coi pagamenti delle rate di un finanziamento, il cattivo pagatore difficilmente riesce a ottenere un ulteriore prestito o simili. L’unica opzione possibile per cifre importanti è infatti la cessione del quinto.

La cessione del quinto è un prestito non finalizzato e a rata fissa che viene trattenuto dalla busta paga o dalla pensione, motivo per cui può essere richiesto da chiunque abbia un contratto di lavoro (a tempo indeterminato) o una regolare pensione. Sarà infatti il datore di lavoro (o l’ente pensionistico) a versare direttamente la rata all’ente finanziatore. Per questo i soggetti definiti cattivi pagatori, se in possesso di regolare contratto di lavoro (o pensione) potranno fare richiesta di finanziamento a prescindere dalla segnalazione al CRIF.

Tra gli altri vantaggi della cessione del quinto, la possibilità di chiedere un finanziamento senza particolari garanzie (se non relative al contratto di lavoro e la polizza rischio lavoro/vita). Inoltre è semplice e veloce e chiunque, tra i 18 e gli 85 anni può fare richiesta. Infine con la cessione del quinto si possono chiedere fino a 75000 € a differenza di un normale prestito che non può andare oltre i 30000 €.

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TAN e TAEG: le differenze

Quando si parla di finanziamento, che si tratti di prestito personale o cessione del quinto, non si può non parlare di TAN e TAEG. Si tratta infatti di due parametri che determinano l’ammontare del finanziamento stesso. Ma di cosa si tratta specificatamente? E quali sono le differenze?

TAN: Tasso Annuo Nominale

Il TAN (Tasso Annuo Nominale) è il tasso d’interesse che l’ente finanziatore applica all’importo lordo del finanziamento al fine di calcolare gli interessi cui il cliente è soggetto in seguito alla richiesta di prestito. Di fatto il TAN si utilizza per determinare la quota di interessi e la quota capitale delle rate che il richiedente dovrà pagare, nel tempo, per estinguere il debito. Qualsiasi sia il tipo di finanziamento richiesto, infatti, vengono applicati degli interessi e delle spese di gestione. E proprio la somma di questi due elementi, divisa per il numero di rate del prestito o mutuo che sia, percentualizzato sul valore della rata si definisce TAN. Per esempio, se su un totale di 1000 €, 20 € sono la quota di interessi, il TAN sarà del 2%.

TAEG: Tasso Annuo Effettivo Globale

Se il TAN è il valore in percentuale degli interessi su base annua, il TAEG è il costo totale (effettivo) del prestito, compreso le spese. Quest’ultimo è una sorta di tasso virtuale che non viene applicato al calcolo delle rate ma indica il costo globale del finanziamento richiesto. Infatti comprende anche le spese accessorie obbligatorie per l’apertura di un prestito, la sua concessione e quindi il rimborso sotto forma di rate. In particolare, secondo la direttiva europea, dovrà comprendere anche le polizze aggiuntive, l’apertura e la gestione dei conti correnti, la gestione della pratica e i costi legati alle operazioni di pagamento. Anche in questo caso si tratta di un valore percentuale.

La sostanziale differenza tra TAN e TAEG è dovuta al fatto che la seconda ha una funzione informativa che fornisce al cliente una visione globale del finanziamento prima di decidere se richiederlo.

Come si calcolano TAN e TAEG?

Per poter calcolare TAN e TAEG è necessario prima di tutto capire se si tratta di un finanziamento a tasso variabile o a tasso fisso.

Una volta scelto il tipo di finanziamento, il valore e il tempo necessario per estinguere il debito, viene calcolato il TAN. Quest’ultimo avrà un effetto diretto sul costo del finanziamento e quindi sull’ammontare delle rate, infatti costituisce un parametro base per il calcolo degli interessi. Per quanto riguarda il TAEG, il calcolo viene fatto prendendo in considerazione il TAN, ma anche tutte le spese accessorie obbligatorie di cui sopra, ovvero le spese assicurative a garanzia del finanziamento, gli oneri fiscali come l’imposta di bollo, e così via. Non sono compresi, nel TAEG, eventuali oneri notarili o altri costi non obbligatori ai fini della richiesta di prestito o mutuo.

Attenzione: nel documento informativo pre-contratto, tutte queste informazioni devono essere riportate. Spesso, infatti, sono proprio questi indici a determinare la scelta dell’ente erogatore del finanziamento.