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Cessione del quinto Prestito Personale

Rinegoziazione del mutuo: quando è conveniente?

Quando si decide di acquistare una casa e si sceglie di accendere un mutuo ipotecario, oltre a stabilire la cifra e la durata del piano di ammortamento, è necessario scegliere il tasso, che può essere fisso o variabile. Non è detto che la scelta fatta quando si stipula il contratto, sia definitiva. Infatti, attraverso la rinegoziazione del mutuo, si possono apportare modifiche. Ma come è possibile? Quando conviene farlo?

Cos’è la rinegoziazione del mutuo?

La rinegoziazione del mutuo è la modifica di una delle variabili che costituiscono il contratto di mutuo stesso. Questa pratica consiste, quindi, nell’apportare variazioni a costo zero del proprio contratto di mutuo con la stessa banca che lo ha erogato.

Si può chiedere la rinegoziazione del mutuo per diversi motivi:

  • per rivedere l’ammontare della rata mensile in caso di difficoltà a pagare
  • per estinguere il mutuo anticipatamente (link articolo dedicato)
  • per modificare il tasso di interesse

Con la rinegoziazione sono le condizioni a variare, a causa di nuove esigenze economiche del soggetto richiedente.

Tali condizioni sono:

  • tasso di interesse e spread: il primo, legato al mercato finanziario, il secondo è un surplus che applica la banca per guadagnare
  • durata del mutuo: si può modificare la durata del piano di ammortamento (da 20 anni a 30 anni per esempio)
  • tipo di contratto: si passa da tasso fisso a tasso viabile o viceversa

Come fare richiesta di rinegoziazione?

Per fare una rinegoziazione del mutuo basta inviare una raccomandata alla banca in cui si elencano le condizioni che si vogliono modificare. La banca a questo punto non dovrà far altro che valutare se accettare e quindi, in caso positivo, ridiscutere il contratto proponendo nuove condizioni.

La rinegoziazione è una pratica, facile, veloce e gratuita, quindi non possono essere addebitati costi aggiuntivi o spese addizionali, non si possono addebitare ulteriori tasse e le garanzie fornite all’inizio vengono mantenute tali e quali.

Che differenza c’è tra rinegoziazione e surroga?

La surroga è una nuova forma di rinegoziazione del mutuo concessa con il decreto legge 7/2007 (confluito poi nella Legge di Bilancio 2008 ovvero la legge 40/2007). È la cosiddetta rinegoziazione mutuo Bersani.

La surroga è la possibilità di spostare il mutuo da una banca a un’altra, rinegoziando le condizioni. È una pratica a costo zero per il cliente che la richiede e non c’è obbligo di estinzione del mutuo iniziale (condizione imprescindibile prima della legge). Grazie a questo tipo di rinegoziazione, il cliente può scegliere una banca o un ente più vantaggioso dal punto di vista del trattamento e delle condizioni.

Lo spostamento del mutuo da una banca a un’altra è gratuito, l’unica spesa da affrontare saranno 35€ di tassa ipotecaria.

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Mutuo senza garante: quando si può richiedere?

Quando si fa richiesta di mutuo, è necessario fornire garanzie alla banca o all’ente che eroga il credito. Tra queste c’è la partecipazione di un garante. Ma se il soggetto richiedente non avesse nessuno a cui appoggiarsi o non volesse far intervenire un secondo soggetto, può ottenere ugualmente il mutuo?

La risposta è sì, si può ottenere il mutuo senza garante, ma in che modo?

Mutuo senza garante: come ottenerlo?

Innanzitutto va specificato che il mutuo senza garante non è un mutuo senza garanzie. Infatti si può ottenere questo tipo di finanziamento senza far intervenire un secondo soggetto, a patto che si forniscano le giuste garanzie.

Ma quali sono le garanzie necessarie?

  1. Ipoteca sull’immobile che si sta acquistando
  2. La busta paga da lavoratore dipendente a tempo indeterminato
  3. La busta paga da lavoratore dipendente a tempo indeterminato del proprio partner (se si chiede un mutuo di coppia per l’acquisto della prima casa)
  4. Il Modello Unico che attesta la situazione patrimoniale in caso di lavoratori autonomi a partita IVA
  5. Il canone di locazione che si riceve per l’affitto di un immobile di proprietà
  6. Risparmi vari, investimenti o polizze fideiussorie

Fondo di garanzia

Se si ha meno di 36 anni e si desidera accendere un mutuo senza garante per l’acquisto della prima casa, si può fare affidamento sul Fondo di garanzia, una sorta di garanzia statale.

Questo fondo può essere utilizzato anche in caso di mutuo per ristrutturazione o miglioramento energetico, sempre però destinato alla prima casa.

Il Fondo di garanzia mette a disposizione il 50% della quota del mutuo (limite massimo pari a 250mila euro).

La domanda si deve presentare alla banca o all’intermediario finanziario, purché sia tra gli aderenti al Fondo.

 Ma quali sono i requisiti per accedere?

  1. Essere under 36 (se si è in coppia, almeno uno dei due richiedenti deve essere under 36)
  2. Avere un ISEE che non supera i 40mila euro (ciò permetterà di avere una garanzia all’80% anziché al 50%)
  3. Non possedere altri immobili a uso abitativo
  4. La prima casa che si acquista dovrà essere su suolo italiano e non essere in categoria “di lusso”
  5. Nuclei familiari composti da un genitore non sposato, separato, divorziato o vedovo con almeno un minore a carico
  6. Persone che vivono in un alloggio Iacp (Istituto autonomo case popolari)
  7. Lavoratori atipici sotto i 36 anni.

Quali vantaggi ha il mutuo con Fondo di garanzia?

  • Tassi di interessi calmierati
  • Azzeramento imposte di registro, ipotecarie e del mutuo
  • Soglia finanziamento immobile maggiore
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Prestito senza busta paga: è possibile?

Il prestito senza busta paga è un finanziamento che viene concesso, di norma, a chi ha bisogno di liquidità ma non ha uno stipendio fisso, ovvero un contratto da lavoratore dipendente, che garantisce la restituzione del prestito stesso.

Chi può richiedere il prestito senza busta paga?

Il prestito senza busta paga può essere richiesto da:

  • Casalinghe che non hanno un reddito fisso dimostrabile, ma saltuariamente ricevono denaro per prestazioni occasionali, affitti, servizio B&b saltuario ecc. In ogni caso dovranno avere un garante e l’importo del prestito sarà medio-basso.
  • Lavoratori con Partita IVA che non hanno busta paga. In questo caso dovranno consegnare la dichiarazione dei redditi e l’ammontare del prestito sarà determinato dal reddito personale. Qualora fosse necessario richiedere un prestito per l’acquisto di una casa, sarà necessario un garante oltre all’ipoteca di un immobile.
  • Studenti universitari, che necessitano di un prestito per pagarsi le tasse scolastiche, un’auto o desiderano fare un viaggio, possono fare richiesta di prestito finalizzato. Cosa significa? Che, in questo caso particolare, il prestito deve essere richiesto per uno scopo specifico. In ogni caso, qualsiasi siano il motivo e la cifra richiesta, gli studenti necessitano di un garante. Per gli studenti esistono dei prestiti confezionati su misura, con un tasso agevolato.

Come funziona il prestito senza busta paga?

Per richiedere il prestito senza busta paga, oltre ai documenti personali come carta d’identità e codice fiscale, è necessario fornire la dichiarazione dei redditi per lavoratori a partita IVA e casalinghe. Queste ultime dovranno anche fornire documenti come: blocchetto ricevute, movimenti conto corrente, contratti di locazione ecc. se ricevono denaro saltuariamente. Nel caso degli studenti, invece, sarà fondamentale fornire la motivazione della richiesta.

Nella maggior parte dei casi è necessario avere un garante, anche nel caso in cui la busta paga ci fosse, ma non fosse abbastanza consistente da garantire a la restituzione della cifra richiesta. Per venire incontro alle esigenze dei soggetti senza busta paga, le banche e gli istituti di credito forniscono prestiti (solitamente non superiori ai 10mila €) a patto che ci sia una figura che faccia da garante. Ma non solo. La garanzia si può ottenere anche attraverso la fideiussione con beneficio di escussione o con una solidale, oppure in caso di entrata percepita tramite affitto di un immobile.

Se la cifra richiesta dovesse essere consistente, a questo punto sarà necessario fornire ulteriori garanzie, come l’ipoteca su un immobile o un cointestatario. In questo caso i tempi di concessione si allungano.

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Mutuo sulla casa: conviene il fisso o il variabile?

Stai acquistando la tua prima casa e devi accendere un mutuo? Devi ristrutturare una casa ereditata, ma non hai abbastanza liquidità per coprire tutte le spese? Qual è, ad oggi, il mutuo sulla casa più conveniente tra fisso e variabile?

Cos’è il mutuo?

Il mutuo, a differenza di un prestito personale o di una cessione del quinto, è un finanziamento a medio-lungo termine, poiché dura dai 5 ai 30 anni (ma può arrivare anche a 40). Il soggetto che fa richiesta di mutuo sulla casa riceve l’intera somma in un’unica soluzione e poi la restituisce con rate mensili che possono essere variabili o fisse (costanti) a seconda del tipo di tasso che si sceglie. Il mutuo è detto ipotecario poiché a garanzia c’è un bene reale, che può essere la casa che si sta acquistando/ristrutturando o un altro immobile.

Mutuo sulla casa a tasso fisso

Il mutuo sulla casa può essere a tasso fisso, ma cosa significa? Significa che il tasso di interesse rimane costante per la durata del piano di ammortamento. In sostanza, una volta stipulato il contratto, la rata decisa non varierà nel tempo, ma sarà costante, mese dopo mese, anno dopo anno. Non solo. Anche l’ammontare della cifra finale da restituire sarà chiaro e definitivo, poiché, essendo a tasso fisso, si può definire anticipatamente la somma degli interessi da aggiungere al capitale richiesto.

Il tasso di interesse che viene applicato al mutuo sulla casa si può determinare dalla somma dello spread e l’indice di riferimento (Eurins).

Mutuo sulla casa a tasso variabile

Il mutuo sulla casa può esser anche a tasso variabile. In questo caso la rata mensile sarà condizionata da un tasso di interesse variabile, ovvero che oscilla nel tempo sulla base dell’andamento del mercato finanziario. In particolare, se l’Euribor (indice finanziario di riferimento) sale, anche il tasso sale, e viceversa se l’indice scende, il tasso scende.

Qual è la soluzione ideale in caso di acquisto o ristrutturazione di una casa?

Il mutuo a tasso variabile è vantaggioso nel breve periodo, poiché solitamente il tasso è più basso rispetto a quello fisso, quindi risulta conveniente se il piano di ammortamento non è a lungo termine.

Se invece il piano di ammortamento del mutuo sulla casa è decisamente lungo, il tasso fisso è la scelta migliore. Infatti, per quanto possa essere più alto in fase iniziale, il soggetto richiedente è consapevole della cifra che dovrà pagare mensilmente e, soprattutto, dell’ammontare della cifra finale (costituita da capitale richiesto più gli interessi accumulati).

Sul lungo periodo, infatti, non potendo prevedere le oscillazioni del mercato finanziario, un mutuo sulla casa a tasso variabile potrebbe pesare notevolmente sulla rata mensile in alcuni periodi, quindi si consiglia solo a soggetti che hanno la capacità economica per garantire un pagamento regolare anche in caso di forti risalite.

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Mutuo e prestito personale: la differenza

Per comprendere le differenze tra mutuo e prestito personale e quando conviene uno piuttosto che l’altro, bisogna conoscere le caratteristiche che identificano i due tipi di finanziamento.

Cos’è un mutuo e quando conviene?

Il mutuo è un contratto che prevede il prestito, da parte del mutuante (la banca), di una somma di denaro al mutuatario, ovvero il richiedente, che dovrà restituire entro una determinata data, e con gli interessi, il denaro ricevuto.

Solitamente si richiede per l’acquisto di una casa o per la ristrutturazione di un immobile a scopo abitativo o lavorativo personale.

Il mutuo può essere a tasso fisso o a tasso variabile, ed è generalmente a medio/lungo termine (tra 5 e 30 anni ma anche di più).

Ciò che differenzia il mutuo dal prestito personale è la garanzia: per il mutuo è richiesto un bene come garanzia, ovvero l’ipoteca della casa che si sta acquistando o che si sta ristrutturando (o di un altro immobile).

Anche i costi sono diversi. Il mutuo prevede costi di perizia dell’immobile e istruttoria, assicurazione, atto notarile, imposte, per non parlare dei tassi di interesse sulle rate (che incidono molto se la durata è di 30/40 anni) e della liquidità necessaria se il mutuo non è al 100%.

Prestito personale: cosa cambia?

A differenza del mutuo, il prestito personale è un tipo di prestito che NON prevede garanzie reali, la sua durata va dai 6 ai 120 mesi, ovvero non può durare più di 10 anni.
Anche l’importo richiesto cambia: se il mutuo solitamente copre al massimo l’80% del valore dell’immobile (in alcuni casi si può arrivare al 100%), il prestito non supera mai i 75000 €.

Quando conviene il mutuo e quando il prestito?

Innanzitutto, trattandosi di due tipologie di finanziamento diverse dal punto di vista della cifra e della durata nel tempo, bisogna capire quali sono le esigenze e a quanto ammonta la disponibilità iniziale del soggetto richiedente. Il mutuo, in linea generale, è utile per spese rilevanti, come appunto l’acquisto di una casa. La possibilità di richiedere grosse cifre e di diluire la restituzione negli anni, permette di affrontare acquisti importanti senza perdere liquidità.

Garanzie

Anche le garanzie possono far pendere l’ago della bilancia a favore del mutuo o del prestito personale.

Garanzie per il mutuo:

  • Ipoteca sull’immobile o su un altro bene reale
  • Reddito regolare (a tempo indeterminato) il cui ammontare mensile deve far sì che la rata del mutuo non incida più di un terzo
  • Qualora non si avesse un reddito regolare (tempo determinato o partita IVA), sarà necessario avere un garante
  • Stipula di una polizza assicurativa che tuteli in caso di perdita del lavoro o in caso di morte

Garanzie per il prestito personale:

  • Avere un reddito dimostrabile
  • Non essere cattivi pagatori
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Come estinguere anticipatamente un mutuo

Gli elementi che contraddistinguono un contratto di mutuo sono: la cifra richiesta, la cifra finale, ovvero quella con interessi aggiunti, l’ammontare delle rate mensili (con interessi) e la data finale entro cui dovrà essere rimborsata la cifra. Cosa bisogna fare, quindi, se si desidera estinguere anticipatamente il mutuo? Ma soprattutto: è possibile?

Estinzione anticipata del mutuo: di cosa si tratta?

Il soggetto che decide di estinguere anticipatamente un mutuo perché si ritrova con della liquidità utile a saldare il suo debito, deve sapere, innanzitutto, che l’estinzione anticipata è disciplinata dall’articolo 120ter del Testo Unico Bancario, il quale dice che non è prevista alcuna penale se il contratto è stato stipulato per l’acquisto della prima casa a partire dal febbraio 2007 o per attività di ristrutturazione (a scopo abitativo o professionale di persone fisiche) a partire da aprile 2007.

Estinzione anticipata: totale o parziale?

Il soggetto che vuole estinguere anticipatamente un mutuo in modo totale, non dovrà fare altro che versare la somma rimanente in un’unica soluzione. Questo potrebbe comportare:

  • Il pagamento della penale se il mutuo è stato acceso prima di febbraio o aprile 2007;
  • Il pagamento degli interessi maturati dalla banca tra il versamento dell’ultima rata e l’estinzione totale effettiva del mutuo.

È bene sapere che è possibile estinguere anticipatamente un mutuo anche solo parzialmente. Ciò significa che si può versare la somma desiderata alla banca allo scopo di ridurre le rate mensili future o di ridurre la durata del mutuo.

Come richiedere l’estinzione anticipata del mutuo?

Per estinguere anticipatamente un mutuo non si dovrà far altro che richiedere in banca il calcolo della somma ancora da rimborsare.

E se ho un mutuo precedente al 2007?

Se il mutuo per la prima casa è stato acceso prima del febbraio 2007 oppure se la stipula del contratto di mutuo per la ristrutturazione risale a prima di aprile 2007, verrà applicata una penale. La penale dipenderà dal tipo di contratto stipulato:

Mutuo a tasso fisso: per mutui dal 1 gennaio 2001 la penale massima è 1,90% nella prima metà dell’ammortamento, 1,50% nella seconda metà dell’ammortamento, 0,20% per il terz’ultimo anno di ammortamento e 0% negli ultimi due anni di ammortamento. Per i mutui precedenti, le penali sono come il mutuo a tasso variabile.

Mutuo a tasso variabile: la penale massima è 0,50% prima del terz’ultimo anno di ammortamento, 0,20% durante il terz’ultimo anno di ammortamento e 0% negli ultimi due anni di ammortamento.

Mutuo a tasso misto: ci si basa sui tetti massimi di cui sopra in base al tipo di tasso applicato al momento dell’estinzione.

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Differenza tra prestito personale e finanziamento

Si sente spesso parlare di prestito, finanziamento e mutuo, ma cosa sono nello specifico? E quali sono le differenze? Vediamo nello specifico cos’è il prestito personale e qual è la differenza tra prestito personale e finanziamento finalizzato.

Prestito personale: cos’è?

Il prestito personale è un finanziamento NON finalizzato, ovvero la richiesta non è legata a una motivazione specifica (l’acquisto di una automobile, per esempio). Il soggetto piò fare richiesta di prestito personale alle banche o alle società finanziarie senza dover specificare il motivo per cui necessita di quella determinata somma di denaro.

La somma richiesta viene versata direttamente sul conto del soggetto che ha fatto richiesta di prestito personale, oppure viene erogata per mezzo di assegno.

Chi può fare richiesta?

I soggetti che possono fare richiesta di prestito personale sono i lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi e i pensionati.

Qual è la cifra massima che si può richiedere?

Se parliamo di un semplice prestito personale, come da d.lgs. 141 del 13 agosto 2010, il limite minimo richiedibile è 200€ mentre il massimo è 75000 €, ma ogni banca o ente erogatore, ha il suo tetto massimo che, in alcuni casi, non supera i 30000 €. È importante sapere che la rata mensile non dovrà mai superare il 30% dello stipendio o della pensione, e che i limiti di tempo per la restituzione vanno dai 12 mesi ai 120 mesi.

TAN

La cifra richiesta per il prestito personale è soggetta a un tasso di interesse (TAN) che solitamente è fisso e, attraverso un piano di ammortamento costante, viene automaticamente rimborsato.

Garanzie

I prestiti personali solitamente non necessitano di grandi garanzie, al di là di un reddito fisso. Alcune volte però è necessaria la presenza di un coobbligato che faccia da garante per non correre il rischio di inadempimenti o ritardi nei pagamenti.

Si può estinguere anticipatamente?

Un prestito personale può essere estinto anticipatamente. Bisognerà tener conto del fatto, però, che l’estinzione anticipata prevede la restituzione della somma ancora dovuta con l’aggiunta degli interessi e gli oneri maturati. Inoltre potrebbe essere applicata una maggiorazione (non superiore all’1% dell’importo rimborsato anticipatamente se manca più di un anno alla fine del contratto, dello 0,5% se manca meno di un anno).

Cos’è il finanziamento finalizzato?

Il finanziamento finalizzato, a differenza del prestito personale, è una richiesta di credito a favore di un acquisto specifico. In questo caso, infatti, la somma si richiede e si restituisce direttamente all’esercizio convenzionato. Ultimamente è molto utilizzato soprattutto per l’acquisto di auto o di grandi elettrodomestici. Le concessionarie o i negozi in questione si occupano quindi di raccogliere i dati del cliente e di inviarli all’intermediario finanziario. A questo punto, se il finanziamento viene accettato, il cliente può acquistare il bene pagandolo a rata.

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Come richiedere la Cessione del Quinto online

Lo sapevi che è possibile richiedere la Cessione del Quinto comodamente da casa? Ottenere un preventivo tramite siti web specializzati è facile e veloce, ma soprattutto senza alcun vincolo. Ma come funziona la richiesta online?

Chi può fare richiesta?

Innanzitutto è bene ricordare che per richiedere la Cessione del Quinto bisogna essere lavoratori dipendenti (statali, pubblici o privati) e ai pensionati. In particolare, per i dipendenti pubblici, l’unico requisito necessario per fare una richiesta online è il contratto a tempo indeterminato. E per i dipendenti privati? In questo caso è previsto un passaggio ulteriore che prevede la valutazione dell’azienda per cui si lavora e se ci sono, nello storico della stessa, operazioni di Cessione del Quinto attive. Questo permette di capire se l’azienda paga regolarmente gli stipendi.

La trattenuta dallo stipendio

Se le aziende non sono regolari nei pagamenti, infatti, difficilmente verrà concessa la Cessione del Quinto. Questo perché la sua caratteristica è proprio quella di basarsi su trattenute mensili in busta paga.

Cosa significa?

Significa che le rate non dovranno essere pagate dal richiedente, ma verranno pagate dal datore di lavoro che le tratterrà direttamente dallo stipendio. Questo permette di richiedere la Cessione del Quinto anche da parte di soggetti cattivi pagatori.

Ma la rata a quanto ammonta?

La rata della Cessione del Quinto non può superare 1/5 dello stipendio (ovvero il 20%).

Quanto può durare?

La durata di un finanziamento con Cessione del Quinto può variare dai 24 ai 120 mesi (ovvero dai 2 anni ai 10 anni).

Perché richiedere la Cessione del Quinto online?

Richiedere la Cessione del Quinto online è davvero conveniente perché permette non solo di risparmiare tempo e di farlo comodamente da casa propria, ma permette di usufruire di vantaggi e sconti esclusivi proposti dai vari siti web dedicati.

Inoltre ti permette di analizzare e confrontare diversi preventivi senza alcun vincolo e gratuitamente. Questo risulta davvero molto utile, soprattutto perché ti permette di poter scegliere la soluzione più vantaggiosa.

Procedimento per la richiesta online

  • Se si desidera richiedere la Cessione del Quinto online, la procedura è la seguente:
  • scegliere il sito web
  • compilare il modulo di ricerca per ottenere i migliori preventivi sulla base delle proprie esigenze
  • visualizzare le offerte e selezionare quella più adatta (si ricorda che le rate sono fisse e costanti, perciò se si desidera aumentare la cifra, si deve tenere conto del fatto che aumenterà la durata in termini di mesi/anni)
  • richiedere il finanziamento (una volta selezionato il preventivo migliore) completando la richiesta con i dati mancanti

A questo punto verrete ricontattati da un consulente che vi guiderà nella formalizzazione della richiesta.

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Cessione del quinto per pensionati: tassi aggiornati per il primo trimestre 2023

La Cessione del quinto è un particolare tipo di prestito che consiste nel trattenere una parte dello stipendio (o della pensione) per il pagamento delle rate. Questa trattenuta non può superare un quinto di ciò che si guadagna grazie al contratto da dipendente (in ambito statale, pubblico o privato) a tempo indeterminato oppure grazie alla pensione. La cessione del quinto si può ottenere facendo una semplice richiesta che solitamente viene concessa in poco tempo, grazie anche al fatto che non sono necessarie garanzie aggiunte (se non il pagamento dell’assicurazione rischio vita o impiego). Inoltre può essere richiesta da chiunque abbia compiuto 18 anni e non abbia superato i 63, per i dipendenti, mentre la cessione del quinto per pensionati prevede come età massima i 90 anni (al momento della fine del finanziamento).

Quanto si può richiedere con la cessione del quinto?

La cifra massima che si può richiedere dipenderà dallo stipendio o dalla pensione, mentre il numero di rate può andare da un minimo di 2 anni a un massimo di 10 anni. Inoltre il finanziamento si può rinnovare ma solo in determinati casi: se sono state già rimborsate almeno il 40% delle rate previste, se si vuole rinnovare una operazione con durata inferiore a 5 anni con una di 10 anni. Infine è importante sapere che, se si è pensionati, non si può chiedere più di una cessione del quinto, perché può essere fatta solo una trattenuta di cessione del quinto per pensionati.

Primo trimestre 2023: i tassi aggiornati per la cessione del quinto

TEGM per il primo trimestre 2023

E proprio l’età, oltre all’ammontare della cifra richiesta, sono le variabili che determinano i tassi della cessione del quinto per pensionati. Nel messaggio n. 135 del 4 gennaio 2023, l’INPS ha aggiornato i tassi effettivi globali medi (TEGM) per poter determinare i tassi usurai da applicare alle richieste di cessione del quinto tra il primo gennaio e il 31 marzo 2023. Nello specifico, per richieste sotto i 15000 €, il tasso medio è pari a 12,66%, mentre per le richieste sopra i 15000 €, il tasso medio è pari a 8,69%.

TAEG per il primo trimestre 2023

I tassi soglia TAEG da utilizzare in caso di cessione del quinto per pensionati sono i seguenti:

  • fino a 59 anni: 9,28% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 7,21% se l’importo supera i 15.000 euro;
  • da 60 a 64 anni: 10,08% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 8,01% se l’importo supera i 15.000 euro;
  • da 65 a 69 anni: 10,88% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 8,81% se l’importo supera i 15.000 euro;
  • da 70 a 74 anni: 11,58% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 9,51% se l’importo supera i 15.000 euro;
  • da 75 a 79 anni: 12,38% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 10,31% se l’importo supera i 15.000 euro;
  • oltre 79 anni: 19,82% se l’importo è inferiore a 15.000 euro – 14,86% se l’importo supera i 15.000 euro.
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Taeg: cos’è e come viene calcolato?

Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) conosciuto anche come Isc ovvero Indicatore sintetico di costo (formalizzata con deliberazione del CICR – Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio – n. 10688 del 4 marzo 2003, art. 9 comma 2), è un valore che viene espresso in percentuale e che serve per calcolare gli interessi di un prestito. Si calcola su base annua in relazione alla durata e alla periodicità delle rate di un finanziamento. Questo valore è stato introdotto dalla Direttiva europea 90/88/CEE.

Quali spese comprende?

Il TAEG indica a quanto ammontano gli interessi complessivi di un mutuo, di un prestito o di un finanziamento. A differenza del TAN, che è la percentuale di interessi pagati su ciascuna rata (mensile), il TAEG riguarda gli interessi complessivi pagati sul totale dell’importo. Capita spesso di non riuscire a quantificare la spesa esatta di un mutuo o un finanziamento, a causa del numero di rate e delle spese accessorie (amministrative e di istruttoria). Il TAEG è composto da tutti i costi dovuti per un mutuo o finanziamento, quindi comprende, in particolare:

  • Spese di mediazione creditizia
  • Imposta sostitutiva
  • Spese di istruttoria
  • La perizia del tecnico della banca
  • Costi periodici dell’incasso delle rate
  • Assicurazioni obbligatorie

Sono invece escluse le spese relative a: notaio, assicurazioni non obbligatorie, e altre spese.

Come si calcola il TAEG?

Per calcolare il TAEG bisogna conoscere le spese accessorie. Ma una volta raccolti i dati, come si calcola?

Di seguito la formula:

C0-S0=∑nk=1 (Rk+Sk)*(1+i)-k

In questa formula troviamo:

  • C0 – S0è l’importo realmente ottenuto in prestito. In particolare C0 è l’importo del finanziamento e S0 sono le spese iniziali;
  • Rk è la rata del mutuo
  • n è il numero complessivo di rate
  • Sk è l’ammontare delle spese periodiche
  • i è il TAEG dell’operazione

Quando il TAEG è conveniente?

Per capire quale TAEG è conveniente, bisogna fare un confronto fra prestiti di uguale durata, perché di fatto questo interesse è da considerarsi non sulla singola rata ma sull’intero importo e periodo di finanziamento. Non è detto quindi che un mutuo breve sia più “economico” poiché il TAEG peserà molto di più sulle rate mensili rispetto ad un mutuo più lungo. Allo stesso tempo, però, non necessariamente un finanziamento di lunga durata, e quindi in cui il TAEG è spalmato nel lungo periodo, automaticamente si deve considerare come vantaggioso. Il vantaggio si troverà solo se si otterrà un TAEG basso per un finanziamento breve.