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Cessione del quinto Pignoramento

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici e Pensionati

Abbiamo anticipato dei precedenti articoli l’incipit dei requisiti necessari per la coesistenza fra Cessione del Quinto e Pignoramento.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Pensionati

Anche nel caso di Pensionati le operazioni possono essere possibili ma sussiste un minimo vitale impignorabile ovvero una cifra minima da garantire per la sopravvivenza del pensionato.

Va anche presa in considerazione la pensione sociale INPS aumentata della metà che nel 2021 corrisponde a € 449,09 e va a comporre il minimo vitale impignorabile che è di € 672,10 (€449,09 + la metà €224,55).

Ora supponendo una pensione di €1500 il creditore potrà rivalersi solo su un massimo di € 827,90 (€1500 – minimo vitale).

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici

Per i dipendenti pubblici il discorso è più semplice; la normativa “salvaguardia” i dipendenti pubblici stabilendo che in presenza di una Cessione del Quinto si possa pignorare la differenza fra metà dello stipendio e la rata della cessione del quinto fino a un quinto dello stipendio.

Per esempio in caso di retribuzione netta di € 1000 e di cessione di un quinto dello stipendio di € 200, la metà dello stipendio corrisponde a € 500. Quindi la differenza fra il 50% e la rata della cessione è di € 300. Ma la somma pignorabile è di un quinto dello stipendio pertanto il pignoramento massimo mensile è di € 200.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Saldo e Stralcio

Altro metodo risolutivo per risanare un pignoramento può essere di estinguere il pignoramento tramite Saldo e Stralcio.

Questo consiste nell’utilizzare una parte della cessione del quinto o delega per estinguere il debito dovuto.

Per poter adattare questa soluzione il debitore deve estinguere il debito subito ed in un’unica soluzione per un importo inferiore al debito che sarà “finanziato” dalla cessione del quinto sempre restando che il creditore accetti l’accordo di saldo e stralcio.

Come potete notare i casi possono essere molteplici e richiedono sempre un’attenta valutazione da parte di professionisti incaricati di aiutarvi.

Se volete saperne di più non esitate a contattarci o a compilare il form sottostante, vi proporremo una soluzione adatta alle vostre esigenze!

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Cessione del quinto

Rinegoziare la Cessione del Quinto: Decorrenza e Durata

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Decorrenza

Come anticipato nell’articolo precedente la Cessione del Quinto si può Rinegoziare estinguendo il prestito in corso a favore di uno nuovo ottenendo così liquidità immediata.

La normativa a cui fa riferimento è l’articolo 39 della Legge 180 del 1950 che rende la Cessione del Quinto rinegoziabile solo se si ha estinto almeno il 40% del debito. Per esempio con un contratto della durata di 120 mesi (10 anni) la rinegoziazione può avvenire al 48° mese (4 anni).

L’unica eccezione sono i prestiti con durata uguale o inferiore a 60 mesi (5 anni) i quali possono essere rinnovati anche prima a patto che la durata del rinnovo sia di 120 mesi (10 anni).

Durata Prestito:Rinnovo dopo:
10 anni48 rate (4 anni)
9 anni44 rate (3,6 anni)
8 anni39 rate (3,2 anni)
7 anni34 rate (2,8 anni)
6 anni29 rate (2,4 anni)
5 anni24 rate (2 anni)
4 anni20 rate (1,8 anni)
3 anni15 rate (1,3 anni)
Da 2 a 5 anni il Rinnovo è possibile a patto che sia per 10 anni (120 mesi)

Rinegoziazione Cessione del Quinto: La Rata

Con la Rinegoziazione è possibile andare incontro ad una rata mensile uguale, minore o maggiore.

È bene valutare attentamente la convenienza con un esperto in base ad ogni singolo caso evitando così sorprese future. Bisogna sapere che alcuni costi come interessi, spese di istruttoria, assicurazione ecc non rientreranno nel cosiddetto Conteggio Estintivo (Importo dovuto).

In linea di massima l’importo della rata (uguale, maggiore o minore) dipende dall’esigenza di avere una nuova liquidità, avere maggiore liquidità o anche semplicemente un tasso d’interesse inferiore.

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Durata

Ovviamente la durata di ogni rinegoziazione, tranne nel caso di rinegoziazione obbligatoria a 120 mesi, varia a seconda della rata e dell’importo richiedibile ed è da valutare attentamente con un esperto a seconda della singola casistica.

Se vuoi ottenere più informazioni e valutare la tua casistica non esitare a contattarci oppure compila il form sottostante.

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Cessione del quinto

Cessione del quinto con TFR a garanzia: di cosa si tratta

Cessione del quinto con TFR a garanzia. Come funziona?

La cessione del quinto con TFR a garanzia è una soluzione di finanziamento a disposizione dei lavoratori del settore privato, in base alla quale l’importo di denaro che è stato maturato nel corso degli anni di lavoro può essere impiegato come cauzione per i soldi che sono stati ottenuti in prestito.

Con la sigla TFR si fa riferimento al cosiddetto trattamento di fine rapporto, indicato anche come buonuscita o liquidazione. Si tratta, in sostanza, della somma in denaro che il datore di lavoro mette da parte per poi erogarla al lavoratore dipendente quando il rapporto di lavoro giunge al termine.

Come si richiede

Per avere accesso alla cessione del quinto con TFR a garanzia, dunque, è necessario essere dipendenti privati e lavorare da qualche anno, in modo da aver potuto maturare nel corso del tempo un trattamento di fine rapporto abbastanza consistente. Così, la compagnia assicurativa che garantisce il rischio di perdita del lavoro può produrre il certificato di polizza che occorre per perfezionare il finanziamento.

Più elevato è il TFR che è stato messo da parte e più elevata sarà la somma della cessione del quinto e dipendenti di aziende private sempre rispettando i requisiti basilari del prodotto (vedi quì).

Il TFR fa da garanzia

È sempre possibile estinguere cessione del quinto con TFR a garanzia, così come è prevista l’opportunità di rinnovare il prestito. Il trattamento di fine rapporto che è stato maturato è la garanzia per il finanziamento in tutta la sua durata. Pertanto si può richiedere TFR con cessione del quinto senza preoccupazioni.

Qualora il rapporto di lavoro del dipendente si concluda prima dell’estinzione cessione del quinto con TFR, la somma che occorre per coprire il debito rimanente viene versata alla banca dall’azienda o dal fondo presso il quale il TFR è stato accantonato. Se la banca (ma ovviamente si può trattare anche di una finanziaria) riceve l’importo solo in parte o non lo riceve per niente, è la compagnia assicurativa che la indennizza qualora il richiedente non abbia trovato nel frattempo un altro lavoro.

Perché questa soluzione è vantaggiosa

Come si può intuire, una soluzione di questo tipo è vantaggiosa e soprattutto sicura; il vincolo del TFR non è altro che una precauzione, e funziona come una tutela se la perdita del lavoro porta il soggetto a essere inadempiente e a non poter rimborsare i soldi versati. Ecco perché l’accettazione della richiesta è quasi sempre assicurata..

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per neoassunti: cosa c’è da sapere

Cessione del quinto: un’opportunità per i neoassunti

La cessione del quinto per neoassunti è una forma di finanziamento che può essere ottenuta con relativa facilità e che viene erogata in tempi rapidi. Si tratta di una soluzione di accesso al credito molto importante per chi ha iniziato a lavorare da poco, sia nel settore pubblico che in quello privato. I dipendenti pubblici, in particolare, possono usufruire della cessione del quinto neoassunti anche solo con tre mesi di anzianità di lavoro alle spalle.

I neoassunti nel settore privato

Il discorso è differente per chi lavora per un’azienda privata, nel senso che in questo caso per avere diritto alla cessione quinto per neoassunti è necessario aspettare un po’ di più. Infatti, occorre aver superato il periodo di prova e in ogni caso la tempistica è da valutare a seconda dell’importo di cui si necessita.

Qualora il dipendente dovesse essere licenziato, la banca si potrà rivalere sul trattamento di fine rapporto per non correre il rischio di perdere i soldi che ha concesso in prestito.

Tuttavia, c’è anche un’altra condizione che è necessario tenere in considerazione per la cessione del quinto per neoassunti: in fase di istanza si verifica la stabilità complessiva dell’impresa per la quale lavora il soggetto richiedente. Tale azienda deve essere in grado di dimostrare di avere non meno di 16 dipendenti stabilizzati.

Quanti soldi si possono ottenere in prestito così

Non ci sono vincoli specifici a proposito della somma che è possibile ottenere in prestito tramite la cessione del quinto per un neoassunto nel caso in cui esso sia un dipendente parapubblico, pubblico o statale.

Al contrario, la somma che viene garantita a un lavoratore del settore privato varia non solo in base al TFR che egli ha maturato fino a quel momento, ma anche in funzione della valutazione assicurativa dell’impresa. Pertanto, c’è bisogno di una meticolosa analisi di ciascuna richiesta per individuare l’importo che può essere concesso.

Il rinnovo della cessione del quinto

Con il passare del tempo, poi, se tutte le rate sono state pagate nei tempi prestabiliti, se si ha la necessità di ulteriore liquidità si può richiedere il rinnovo della cessione. Tale formula, comunque, è valida unicamente per i dipendenti che sono assunti a tempo indeterminato, e quindi non per gli apprendisti o per i lavoratori che hanno un contratto a tempo determinato.

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Cessione del quinto

Prestito con rata unica: di cosa si tratta?

Prestiti a rata unica: come funzionano?

I prestiti rata unica sono soluzioni che favoriscono il consolidamento dei debiti. In pratica, un soggetto che ha più di un finanziamento in corso può richiedere con questa formula della nuova liquidità, per poi provvedere al rimborso di tutti gli importi dovuti attraverso il versamento di una sola rata mensile.

I motivi per i quali i prestiti personali unica rata risultano vantaggiosi sono molteplici, specialmente nel caso in cui ogni mese ci siano troppe rate da pagare o comunque queste risultino eccessivamente onerose per il bilancio familiare.

I benefici

Il consolidamento prestiti unica rata, infatti, permette di razionalizzare i pagamenti che ogni mese devono essere affrontati sui finanziamenti e unirli. I prestiti in corso vengono estinti, in quanto sono accorpati in una sola rata mensile che a volte potrebbe essere più bassa della somma complessiva delle varie rate dei prestiti considerati uno per uno.

I prestiti rata unica non solo offrono la possibilità di estinguere i finanziamenti in corso, ma consentono anche di richiedere e ottenere della liquidità extra, che potrà essere impiegata come si vuole.

Un finanziamento per pagare i debiti

Con tutti i prestiti in un’unica rata si ha l’occasione di estinguere i vari debiti in corso: una soluzione più che interessante per chi ogni mese paga più di una rata. Si tratta di accendere un finanziamento per beneficiare dell’estinzione prestiti con unica rata, in modo da ritrovarsi solo con un debito da pagare.

Il consolidamento è una realtà a cui si può fare riferimento quando si corre il rischio di sovraindebitamento: un’opzione che è molto più frequente di quel che si possa immaginare nel caso in cui vi sia più di un finanziamento in essere.

Il consolidamento dei debiti è più conveniente: ecco perché

I prestiti in un’unica rata si traducono in un comodo consolidamento dei debiti, per mezzo del quale il cliente ha la possibilità di chiedere un prestito nuovo che gli consenta di estinguere i vari finanziamenti in corso.

Ma come è possibile che, nella maggior parte dei casi, la sola rata mensile sia più bassa rispetto all’insieme delle altre rate? Il motivo è presto detto: il nuovo prestito ha una durata più lunga, il che vuol dire che la cifra che deve essere rimborsata può essere spalmata in un periodo più ampio. Ecco spiegata la convenienza del consolidamento dei debiti realizzato attraverso i prestiti in una rata unica.

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Cessione del quinto

Prestito con delega: cos’è e come funziona?

Prestito con delega: cos’è e a cosa serve

Il prestito con delega è una forma di finanziamento conosciuta anche con il nome di doppio quinto. Esso non può durare più di dieci anni e consente a coloro che già usufruiscono di una cessione del quinto di aumentare di un altro quinto l’entità del finanziamento, a prescindere dal fatto che siano titolari di una pensione o di uno stipendio. Come si può intuire, la rata del prestito con delega di pagamento e quella di cessione del quinto non possono, se messe insieme, essere superiori ai due quinti dello stipendio.

Chi può ottenere il prestito con delega

Per il prestito con delega di pagamento normativa e vincoli burocratici non pongono particolari limiti a proposito dei soggetti che hanno diritto a beneficiarne. Ciò vuol dire che questo tipo di finanziamento può essere richiesto e ottenuto anche da coloro che hanno alle spalle un protesto o un pignoramento (estinguibile) ovviamente ogni singolo caso è da verificare e valutare con un consulente. Un discorso simile vale per chi ha in corso un altro prestito personale. Il prestito con delega comporta, per l’intera durata, una rata fissa che non può cambiare.

La tempistica

La velocità è una delle caratteristiche peculiari di questa soluzione, nel senso che sia la presentazione della richiesta che l’erogazione degli importi desiderati avvengono in maniera rapida.

Insomma, per il prestito con delega tempistica e iter burocratico non sono certo un ostacolo, anche grazie alla presenza della busta paga. A livello pratico le dinamiche sono più o meno le stesse della cessione del quinto, con la differenza che si può ottenere in prestito una cifra più elevata. I dipendenti possono procedere in caso di necessità al rinnovo prestito con delega come pure, dal lato opposto, alla sua estinzione anticipata purché la scadenza del prestito delega coincida o sia anticipata alla data di pensionamento (mai oltre).

La normativa di riferimento

Il quadro normativo di riferimento è rappresentato dall’articolo 1269 del Codice Civile. Il prestito con delega è indicato anche con il nome di doppio quinto in quanto offre l’opportunità di raddoppiare l’entità del finanziamento che è già stato concesso, con l’importo che poi verrà rimborsato tramite una doppia rata ogni mese.

In sostanza la rata che viene pagata, nel complesso, deve essere uguale o inferiore al 40% della somma che si riceve ogni mese come pensione o come retribuzione. La platea dei beneficiari, infatti, è identica a quella della cessione del quinto, ed è rappresentata da pensionati e lavoratori dipendenti in grado di assicurare il rimborso del debito totale.

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per acquisto casa

Cessione del quinto in affiancamento al mutuo per comprare casa

La cessione del quinto è una possibilità a cui si può ricorrere per comprare casa. In particolare, questa forma di prestito viene affiancata al mutuo: può essere richiesta sia da chi ha un lavoro dipendente, privato o pubblico che sia, sia da chi è pensionato.

In questo modo si ha l’opportunità di ottenere l’importo residuale che in genere non viene finanziato dalle banche: ecco, quindi, che tutto il valore di acquisto della casa può essere finanziato, in virtù di un prestito che si può rimborsare nel giro di 10 anni. Come noto, la rata massima prevista per la cessione del quinto corrisponde al 20% della pensione o dello stipendio.

Come funziona la cessione del quinto

Questa è la soluzione che consente di usufruire di un importo significativo, con una rata mensile bassa e senza la necessità di presentare un garante: la famiglia avrà modo di fronteggiare tutte le esigenze e tutte le spese della vita di tutti i giorni. Chiaramente ogni situazione viene valutata singolarmente, in funzione delle richieste e delle aspettative del cliente.

Quel che è certo è che – per elargire il prestito – non servono controlli in CRIF, dato che le sole verifiche che vengono effettuate riguardano la stabilità del reddito. Insomma, la sola condizione da rispettare consiste nel possedere una pensione definitiva o un lavoro a tempo indeterminato.

Due rate da pagare

Nel caso in cui la cessione del quinto venga sfruttata in affiancamento al mutuo, è evidente che saranno due le rate da pagare: la rata del mutuo e la rata della cessione del quinto. Di conseguenza, si corre il rischio di un potenziale sovraindebitamento, che è necessario valutare con la massima attenzione. Si tratta di individuare il miglior compromesso possibile per fare in modo che il pagamento delle rate non sia fonte di difficoltà.

Che cosa bisogna sapere

Come detto, il ricorso alla cessione del quinto è importante in caso di mutuo, in quanto gli istituti di credito nella maggior parte dei casi erogano non più dell’80% del valore complessivo dell’immobile che deve essere acquistato.

Qualora una famiglia non abbia a disposizione la quota restante del 20%, che deve essere pagata subito, ecco che c’è bisogno di un prestito. Senza dimenticare, per altro, tutti i costi accessori, come per esempio le commissioni di agenzia, l’Iva, il notaio e così via. Insomma, dal 20% si può arrivare facilmente al 25%, se non addirittura di più.

Vuoi comprare casa con cessione del quinto?

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Cessione del quinto

Rinnovo cessione del quinto: cos’è

Il rinnovo della cessione del quinto: tutto quello che si deve sapere

Il rinnovo cessione del quinto è una possibilità che viene messa a disposizione di chi ha già usufruito di un primo finanziamento ma ha la necessità di ulteriore liquidità. Si tratta di un’opzione che viene sfruttata con una certa frequenza, e il suo meccanismo di funzionamento è abbastanza semplice. In pratica, la cessione del quinto che è già in corso viene estinta in maniera anticipata, e quindi prima della sua scadenza naturale, dal momento che un nuovo finanziamento viene erogato per assicurare nuova liquidità.

Il rinnovo cessione del quinto: come si calcola

Il calcolo rinnovo cessione del quinto dimostra che tale opportunità permette di accedere a un tasso di interesse inferiore a quello della cessione del quinto che è già in essere. Ovviamente ciò dipende in base al momento storico in cui il finanziamento è stato sottoscritto, e di conseguenza all’andamento dei tassi di interesse. Di certo questo è un buon periodo per procedere a una simulazione rinnovo cessione del quinto, visto che dal 2015 in poi i tassi di interesse sono scesi sempre di più. Ecco, dunque, che prendere la decisione di rinnovare la cessione del quinto attualmente vuol dire poter beneficiare di un prestito rinegoziato più conveniente.

Quanto tempo bisogna far passare per richiedere il rinnovo

Il rinnovo cessione del quinto prima dei quattro anni è possibile a condizione che almeno il 40% del finanziamento sia stato rimborsato. La normativa, infatti, prevede la possibilità di ottenere il rinnovo unicamente nel caso in cui i primi due quinti del programma di ammortamento originario siano trascorsi. Non sono previste deroghe per una dilazione di più di 5 anni e fino a un massimo di 10 anni. Nel caso in cui la dilazione originale duri 10 anni, è necessario aspettare di aver versato le prime 48 rate, cioè 4 anni, per poter domandare e ottenere il rinnovo. È comunque opportuno informarsi personalmente per valutare l’esistenza di eventuali eccezioni.

Chi può richiedere il rinnovo

Chiunque abbia ottenuto una cessione del quinto ha facoltà di richiedere il rinnovo, sia che si tratti di pensionati, sia che si tratti di lavoratori, dipendenti privati o pubblici o statali. Ci sono, però, dei limiti di età che devono essere tenuti in considerazione, oltre ad altri vincoli: per esempio la cessione del quinto non può essere rinegoziata da quei lavoratori che stanno per andare in pensione. Sarà necessario diventare pensionati e poi a quel punto si potrà procedere.

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Cessione del quinto

Delegazione di pagamento e cessione del quinto

Delegazione di pagamento e cessione del quinto: di cosa si tratta?

Quando si parla di doppia cessione del quinto si fa riferimento a una forma di prestito al consumo conosciuta anche con il nome di delegazione di pagamento. Essa viene messa a disposizione dei lavoratori dipendenti delle amministrazioni private o pubbliche che, in questo modo, hanno la possibilità di ripagare un debito per mezzo di trattenute effettuate ogni mese in busta paga.

Nel caso di delegazione di pagamento e cessione del quinto, la concessione del finanziamento è possibile in virtù di una convenzione che viene stipulata tra il datore di lavoro e l’istituto di credito.

Cessione del quinto e delegazione di pagamento: come funziona?

I lavoratori che hanno ottenuto un prestito attraverso la cessione del quinto dello stipendio, pertanto, hanno la possibilità di usufruire della delegazione di pagamento. Si parla di doppio quinto proprio perché oltre al quinto dello stipendio trattenuto per il primo prestito può essere trattenuto un altro quinto.

Per altro, ci sono dei casi in cui il limite del 40% (pari, appunto, a due quinti) può essere innalzato, ma a condizione che non venga superato il 50% dello stipendio. Il lavoratore che intende usufruire di questa formula dà al proprio datore di lavoro il mandato di trattenere mese dopo mese la rata che deve essere corrisposta alla banca creditrice.

Che cosa cambia tra la delegazione di pagamento e la cessione del quinto

La principale differenza tra cessione del quinto e delegazione di pagamento va individuata nella platea che può accedere ai due finanziamenti. Infatti, la delegazione di pagamento non può essere ottenuta dai pensionati, dal momento che gli enti pensionistici hanno preso la decisione di non consentire la trattenuta dei due quinti sulla pensione.

Al prestito con delega di pagamento possono accedere, invece, i dipendenti privati che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, quasi tutti i dipendenti pubblici e i dipendenti statali. Non sono esclusi coloro che hanno altri impegni finanziari e nemmeno chi in passato ha avuto problemi di credito.

Vale la pena di tener presente, in ogni caso, che alcuni intermediari finanziari e alcune banche potrebbero scegliere di consentire la fruizione di questa modalità di credito al consumo unicamente a chi ha accumulato un TFR superiore a un certo limite o ha raggiunto una particolare soglia di anzianità. Come per la cessione del quinto, non è necessario presentare giustificativi di spesa né motivare le richieste.

Vuoi maggiori informazioni sulla delegazione di pagamento con cessione del quinto?

Per sciogliere qualsiasi dubbio sul doppio quinto, non esitare a contattarci o a compilare il form sottostante! Confrontandoti con un esperto, potrai trovare la soluzione più adeguata alle tue esigenze.

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Cessione del quinto

Consolidamento debiti: come funziona?

Come comprare casa con la cessione del quinto

Il consolidamento dei debiti è un’ottima soluzione in numerose circostanze. Questa scelta implica numerosi vantaggi: primo fra tutti, l’opportunità di estinguere ogni debito con una sola rata mensile.

Di conseguenza, si tratta di un’eccellente possibilità per quelle persone che devono pagare più rate al mese. Non solo: il consolidamento dei debiti può essere richiesto anche da parte delle aziende, per risparmiare sugli interessi o per ottenere un prestito più a lungo termine.

In cosa consiste, dunque, questa opzione? Quali sono i maggiori lati positivi? E quali debiti possono essere soggetti a tale pratica?

Il consolidamento dei debiti definizione

Rispondiamo con ordine alle domande che ci siamo appena posti, cominciando dalla prima.

Come già abbiamo accennato, consolidare i debiti vuol dire unirli tutti in un’unica rata. Ciò è sia comodo, sia conveniente perché la cifra finale sarà più bassa se si trova la giusta formula. Tutto sta nell’affidarsi a professionisti esperti, in grado di individuare la via migliore a seconda del contesto.

Alcuni credono che una rata complessiva abbia un impatto maggiore rispetto a più rate minori, ma non è sempre così. Il consolidamento dei debiti, infatti, ha diversi pro.

I vantaggi del consolidamento dei debiti

Chi propende per il consolidamento dei debiti, che sia un singolo o una società, va incontro a una serie di vantaggi.

Per cominciare, i beneficiari hanno l’occasione di ridurre gli interessi fino al 75%. La somma da erogare, quindi, sarà notevolmente limitata con questo stratagemma. Senza dimenticare che avverrà soltanto un pagamento: non ci sarà bisogno di segnare in agenda mille scadenze da tenere a mente!

Con il consolidamento dei debiti si raggruppano i costi dell’affitto, del mutuo, le bollette e così via. Una buona notizia per i cattivi pagatori: anche loro hanno diritto a questa decisione. È però essenziale soddisfare alcuni semplici criteri, come l’età compresa tra i 18 e gli 86 anni, e l’essere pensionati o dipendenti a tempo indeterminato da almeno 4 mesi.

E se non si ha un reddito fisso? In tal caso, è sufficiente la figura di un garante.

I debiti da consolidare

Per concludere il nostro discorso, sono tre le tipologie di debito che possono essere consolidate:

  • i debiti fiscali o tributari;
  • i debiti degli artigiani, con riferimento alla dichiarazione dei redditi;
  • i debiti dei suddetti cattivi pagatori, il cui consolidamento è connesso alla cessione del quinto.

Una soluzione versatile, agevole e spesso favorevole.

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