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Cessione del quinto

Licenziamento e Cessione del Quinto: cosa devi sapere

Cessione del quinto: cosa succede in caso di licenziamento?

Chi ha sottoscritto un contratto per la cessione del quinto e perde il lavoro è tenuto a estinguere il debito residuo utilizzando il trattamento di fine rapporto. Può succedere, però, che il debito residuo sia più elevato rispetto alla cifra messa a disposizione dal TFR. In questo caso, il dipendente (o meglio, ex dipendente) si trova in una condizione di debitore rispetto alla finanziaria.

Può accadere che sia la compagnia assicurativa a estinguere l’importo del debito rimanente, ma cambia poco, nel senso che a questo punto si è debitori nei confronti dell’assicurazione. Quindi la parte eccedente potrà essere estinta attraverso un bonifico.

Come agisce la compagnia assicurativa

Qualora l’entità del debito residuo della cessione del quinto sia minore del trattamento di fine rapporto che è stato accantonato, è diritto della società assicurativa effettuare il pignoramento di una parte dello stipendio a rimborso del debito. Ecco, quindi, che chi aveva sottoscritto la cessione del quinto si ritrova a essere debitore della compagnia assicurativa e non più dell’istituto di credito.

Le garanzie finanziarie

Ecco spiegato il motivo per il quale ogni finanziamento basato sulla cessione del quinto presuppone una polizza assicurativa sulla vita. Così, se anche il lavoratore si dovesse dimettere o dovesse essere licenziato, il recupero di credito residuo che deve essere rimborsato in banca viene comunque assicurato. Il fatto è che non si può avere certezza della situazione professionale di un lavoratore dipendente: si pensi a ciò che potrebbe accadere nel caso in cui la sua azienda fallisca.

La cessione del quinto annovera fra le clausole una polizza assicurativa sulla vita mediante la quale il datore di lavoro è tutelato rispetto a eventuali interruzioni. Può anche succedere che sia il dipendente stesso a decidere di rassegnare le dimissioni, ovviamente: ma anche in questo caso il debito sarebbe coperto.

L’assicurazione sul prestito

L’assicurazione sul prestito, invece, ha a che fare con l’importo del TFR: è una garanzia che permette di colmare l’importo dato in prestito. Ovviamente, se un lavoratore viene licenziato ma poi riesce a farsi assumere da un’altra azienda sarà chiamato a saldare il debito nei confronti della compagnia assicurativa, secondo quanto previsto dall’assicurazione prestito perdita di lavoro.

Bisogna sempre essere cauti, comunque, perché se si è insolventi (anche solo perché si cambia lavoro) c’è il rischio di venire segnalati come cattivi pagatori, con conseguenze potenzialmente pesanti soprattutto per il futuro.

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per realizzare i tuoi progetti

Realizza i tuoi progetti con la cessione del quinto!

La cessione del quinto è una soluzione di finanziamento su cui si può fare affidamento quando si ha la necessità di una certa somma di denaro per realizzare un particolare progetto che richiede una iniziale iniezione di liquidità.

Di che cosa si tratta? Questo particolare prestito prevede l’applicazione di un tasso di interesse fisso e non è finalizzato; può essere rimborsato sulla base di un piano di ammortamento che prevede rate tutte dello stesso importo, per una durata complessiva fino a un massimo di 10 anni. La cessione del quinto non è fruibile da parte di chiunque, essendo riservata unicamente ai pensionati e ai lavoratori dipendenti, siano essi privati o pubblici.

Come funziona

Il meccanismo di funzionamento della cessione del quinto prevede che sia il datore di lavoro stesso a trattenere direttamente le rate dalla pensione o dallo stipendio (ovviamente nel caso di un pensionato questo compito spetta all’istituto previdenziale). La rata può essere pari al massimo al 20% della retribuzione, calcolata al netto delle ritenute, mensile: e il 20% è, appunto, un quinto.

Che cosa si può fare con i soldi avuti grazie alla cessione del quinto

Per la cessione del quinto, il tasso di interesse che viene applicato è fisso,

Con il denaro che si ottiene per mezzo della cessione del quinto si può letteralmente fare ciò che si vuole: proprio perché non è un prestito finalizzato, infatti, non c’è bisogno di giustificare le proprie spese né di spiegare alla banca o alla finanziaria in che modo i soldi verranno impiegati.

Ecco, quindi, che qualunque tipo di progetto può essere realizzato, che si tratti di aprire un negozio o di concedersi una vacanza, di comprarsi una banca o di avviare una start-up, e così via. Il rimborso delle rate avviene in automatico, quindi non ci si deve neppure preoccupare di ricordarsi ogni mese di pagare.

Chi è escluso dalla cessione del quinto

I lavoratori autonomi e i disoccupati non possono accedere alla cessione del quinto, che però è disponibile per tutte le altre categorie di consumatori. Tutto quel che bisogna fare per inoltrare una domanda è fornite i propri dati anagrafici e, ovviamente, una copia delle ultime buste paga. E anche se si è inseriti nella lista dei cattivi pagatori non c’è niente di cui preoccuparsi: la cessione del quinto può essere concessa anche a chi in passato ha avuto qualche difficoltà a rimborsare le rate di un finanziamento che gli era stato erogato.

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per la polizia di stato

Come funziona la cessione del quinto per i membri della Polizia di Stato?

Anche i membri della Polizia di Stato hanno la possibilità di usufruire della formula della cessione del quinto, che prevede il rimborso del capitale ottenuto attraverso una trattenuta sullo stipendio mensile. Per i poliziotti, pensa a tutto il Ministero dell’Interno, visto che è questo il loro datore di lavoro. Oltre ai membri della Polizia di Stato, hanno l’opportunità di approfittare di questo tipo di finanziamento anche i componenti della Polizia provinciale, della Polizia municipale e della Polizia Penitenziaria: i requisiti e le procedure sono uguali per tutte le tipologie di agenti.

Quanti soldi si possono ottenere

La somma di denaro che è possibile ottenere attraverso un prestito con la cessione del quinto varia a seconda dell’entità della retribuzione che viene percepita ogni mese, sempre tenendo conto del fatto che la rata da rimborsare può essere al massimo pari a un quinto dello stipendio netto. Se un poliziotto inoltra una domanda per un prestito di dieci anni e ha una retribuzione mensile netta pari a 1.500 euro, ipotizzando un tasso di interesse al 4% l’importo massimo per il finanziamento potrà essere di 30mila euro. Viceversa, nell’ipotesi di una retribuzione netta di 2.300 euro, il prestito che potrà essere richiesto sarà di un massimo di 45mila euro.

I vantaggi della cessione del quinto

Per la cessione del quinto, il tasso di interesse che viene applicato è fisso, mentre il periodo del rimborso può andare da un minimo di 2 anni a un massimo di 10. Anche nel caso in cui si faccia parte dell’elenco dei cattivi pagatori si può accedere a questo tipo di finanziamento, dal momento che entra in gioco la garanzia rappresentata dal Ministero dell’Interno. Volendo, si può optare per la cessione anche quando si ha la necessità di consolidare un debito che è stato contratto in precedenza.

Non servono garanzie ulteriori

Proprio perché per i poliziotti è il Ministero dell’Interno, vale a dire il loro datore di lavoro, a garantire il rimborso delle somme dovute, la cessione del quinto si configura come un prestito sicuro, per il quale non servono garanzie ulteriori. Se il poliziotto decede, la copertura assicurativa provvede a rimborsare il capitale residuo. In effetti, nel calcolo dei costi correlati a una cessione del quinto c’è da tenere conto anche delle spese assicurative, che sono sempre e comunque all’interno della rata.

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Cessione del quinto

Calcolo Cessione del Quinto: ecco come si fa

Come si calcola la rata massima della cessione del quinto

La procedura da seguire per il calcolo delle rate di una cessione del quinto è davvero molto semplice.

Per prima cosa è indispensabile calcolare lo stipendio netto: per farlo è necessario sottrarre dalla retribuzione lorda mensile i premi di produzione e tutte le altre voci variabili eventuali, come ad esempio gli assegni familiari, i turni e gli straordinari.

Dopodiché il risultato che è stato ottenuto deve essere moltiplicato per 12, per 13 o per 14, a seconda del numero di mensilità che vengono percepite nel corso dell’anno. Il prodotto va diviso per 12, vale a dire il numero di rate che è richiesto per l’ammortamento di questo tipo di finanziamento.

Infine, il risultato deve essere diviso ancora, questa volta per 5: così si può conoscere l’importo della rata. Questo, ovviamente, è il calcolo da effettuare nel caso in cui la cessione del quinto venga richiesta da un lavoratore dipendente, ma in ogni caso è necessario che il datore di lavoro rilasci la busta paga affinché si possa arrivare a un calcolo preciso.

La cessione del quinto per i pensionati

Come noto, la cessione del quinto non è una prerogativa esclusiva dei lavoratori dipendenti, ma può essere richiesta e ottenuta anche dai pensionati, siano essi Inps, ex Inpdap o appartenenti a qualunque altro ente previdenziale. In questo caso la rata del finanziamento viene calcolata a partire da quella che viene definita quota cedibile: si tratta di un documento che viene fornito dall’ente pensionistico che serve a certificare la cifra massima che non può essere superata per la rata. In pratica, la quota massima di pensione che si può cedere per il rimborso del capitale dovuto.

Un esempio concreto

A questo punto vale la pena di proporre un esempio pratico per avere le idee più chiare.

Ipotizzando il caso di un lavoratore dipendente con una retribuzione mensile di 1.200 euro al mese per un totale di 13 mensilità, è necessario moltiplicare per 13 il reddito mensile, per poi dividere il prodotto ottenuto per 12. Il risultato che ne deriva va diviso ancora per 5: così, si scopre che la rata mensile avrà un valore di più o meno 260 euro.

Detto ciò, non ci si deve dimenticare del fatto che la cessione del quinto prevede anche dei costi, come quelli relativi alla polizza assicurativa obbligatoria e all’istruttoria, già inseriti dentro la rata.

In tutti i casi ricordiamo che ogni tipologia è differente e necessità sicuramente dell’analisi da parte di uno dei nostri esperti.

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Pignoramento

Come uscire dalla lista dei cattivi pagatori

Come posso uscire dalla lista dei cattivi pagatori?

Uscire dalla lista dei cattivi pagatori è possibile: si tratta di un desiderio comune a molte persone, visto che è sufficiente saltare il rimborso di un paio di rate di un finanziamento per venire segnalati. Il problema è che chi fa parte di questo elenco poi si troverà in crisi e avrà difficoltà nel riuscire ad accedere in futuro a eventuali altri finanziamenti (e a quel punto non potrà che rivolgersi alla cessione del quinto, che però non è aperta a tutti). La Centrale Rischi Finanziari, indicata con la sigla Crif, contiene il registro dei cattivi pagatori.

Quanto ci vuole per uscire dalla lista dei cattivi pagatori

Va detto che sono abbastanza lunghi i tempi di attesa che si è costretti a sopportare prima di riuscire a vedere il proprio nominativo eliminato dal Crif. Come minimo ci vogliono 30 giorni, mentre il lasso di tempo massimo cambia a seconda della particolare situazione creditizia per effetto della quale il soggetto è stato considerato un cattivo pagatore.

Per una richiesta di finanziamento che deve essere valutata i tempi di cancellazione sono pari a 6 mesi a partire dal momento in cui la richiesta è stata inoltrata.

Come fare

La soluzione più comoda per uscire dall’elenco dei cattivi pagatori è quella di contattare direttamente l’istituto di credito o la banca. Infatti, il Crif non cancella subito i nominativi dalle liste dei cattivi pagatori, ma esegue delle verifiche con gli istituti di credito per accertare che le varie posizioni creditizie siano in regola e chiuse.

Quindi, per sperare che i dati presenti nei registri che sono gestiti dal Crif vengano cancellati non ci si può rivolgere al Crif stesso. D’altro canto il nominativo viene iscritto in modo automatico nel momento in cui giunge dall’istituto di credito la segnalazione di un mancato pagamento.

Come si viene inseriti tra i cattivi pagatori

Sul rapporto di credito, la segnalazione di un ritardo nel pagamento di una rata compare unicamente se tale evento è seguito da un episodio analogo. Insomma, c’è bisogno del mancato pagamento di due rate per essere segnalati, con l’ente partecipante che mese dopo mese inoltra le segnalazioni.

Dal momento in cui non è stato effettuato il primo rimborso, devono trascorrere due mesi affinché tale dato si trasformi in una segnalazione. Ovviamente, prima della vera e propria segnalazione del nome il cliente ha la possibilità di mettere in regola la propria posizione.

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Cessione del quinto Pignoramento

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Privati

Come abbiamo accennato in precedenza la Cessione del Quinto non è altro che un tipo di prestito personale che trattiene una rata mensile direttamente dallo stipendio/pensione fino all’estinzione del debito. Anche il pignoramento trattiene una somma di denaro dalla busta paga/cedolino del debitori per risanare i suoi debiti.

La legge sostiene che entrambi, sia la Cessione del Quinto che il Pignoramento, non possono superare il 20% dello stipendio/pensione salvo casi eccezionali.

Quindi, cessione del quinto e pignoramento possono coesistere? La risposta è dipende. La fattibilità dell’operazione dipende da alcuni requisiti.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Privati

In caso di Dipendenti Privati può avvenire un cumulo fra pignoramento e cessione del quinto fino al 50% dello stipendio. Per esempio in caso di stipendio netto mensile di € 1000 le trattenute possono arrivare fino a € 500 (50%) ma, se si ha una cessione del quinto in corso per € 200, l’importo pignorato non potrà mai superare i 300€.

In presenza invece di Cessione del Quinto con Delega e pignoramento la legge prevede che l’importo della Cessione del Quinto venga diminuito in modo che le due situazioni non superino mai il 50% dello stipendio.

Mentre nel caso inverso, di richiesta di Cessione del Quinto con pignoramento in corso, vale la regola del 40% dello stipendio. Ovvero, la quota cedibile sarà la differenza fra i due quinti dello stipendio e la quota pignorata.

Prendendo sempre in esempio uno stipendio netto di € 1000 i due quinti dello stipendio corrispondono a € 400. Supponendo che il debito pignorato equivalga a € 200, la rata della Cessione del Quinto non potrà mai superare € 200 (due quinti – debito pignorato).

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Più Creditori

È possibile che avvenga il pignoramento da parte di più creditori con due distinzioni: se le motivazioni sono differenti (alimentari, tributi, verso banche, fornitori ecc) i pignoramenti non potranno mai superare il 50% dello stipendio mentre se le motivazioni sono uguali allora non si potranno mai verificare più di un pignoramento alla volta. Sarà il giudice a stabilire che una volta saldato il primo debito con il primo creditore poi si passi al secondo e così via.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Equitalia

Il Pignoramento Equitalia può avvenire sia per i dipendenti privati che pubblici o statali.

Qui l’importo pignorabile è regolato dalle soglie di stipendio mensile. Fino a 2500€ netti mensili la quota massima pignorabile è di 1/10 dello stipendio, da 2500€ a 5000€ è di 1/7 mentre per tutti gli stipendi superiori a 5000€ è di 1/5.

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Cessione del quinto Pignoramento

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici e Pensionati

Abbiamo anticipato dei precedenti articoli l’incipit dei requisiti necessari per la coesistenza fra Cessione del Quinto e Pignoramento.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Pensionati

Anche nel caso di Pensionati le operazioni possono essere possibili ma sussiste un minimo vitale impignorabile ovvero una cifra minima da garantire per la sopravvivenza del pensionato.

Va anche presa in considerazione la pensione sociale INPS aumentata della metà che nel 2021 corrisponde a € 449,09 e va a comporre il minimo vitale impignorabile che è di € 672,10 (€449,09 + la metà €224,55).

Ora supponendo una pensione di €1500 il creditore potrà rivalersi solo su un massimo di € 827,90 (€1500 – minimo vitale).

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici

Per i dipendenti pubblici il discorso è più semplice; la normativa “salvaguardia” i dipendenti pubblici stabilendo che in presenza di una Cessione del Quinto si possa pignorare la differenza fra metà dello stipendio e la rata della cessione del quinto fino a un quinto dello stipendio.

Per esempio in caso di retribuzione netta di € 1000 e di cessione di un quinto dello stipendio di € 200, la metà dello stipendio corrisponde a € 500. Quindi la differenza fra il 50% e la rata della cessione è di € 300. Ma la somma pignorabile è di un quinto dello stipendio pertanto il pignoramento massimo mensile è di € 200.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Saldo e Stralcio

Altro metodo risolutivo per risanare un pignoramento può essere di estinguere il pignoramento tramite Saldo e Stralcio.

Questo consiste nell’utilizzare una parte della cessione del quinto o delega per estinguere il debito dovuto.

Per poter adattare questa soluzione il debitore deve estinguere il debito subito ed in un’unica soluzione per un importo inferiore al debito che sarà “finanziato” dalla cessione del quinto sempre restando che il creditore accetti l’accordo di saldo e stralcio.

Come potete notare i casi possono essere molteplici e richiedono sempre un’attenta valutazione da parte di professionisti incaricati di aiutarvi.

Se volete saperne di più non esitate a contattarci o a compilare il form sottostante, vi proporremo una soluzione adatta alle vostre esigenze!

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Cessione del quinto

Rinegoziare la Cessione del Quinto: Decorrenza e Durata

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Decorrenza

Come anticipato nell’articolo precedente la Cessione del Quinto si può Rinegoziare estinguendo il prestito in corso a favore di uno nuovo ottenendo così liquidità immediata.

La normativa a cui fa riferimento è l’articolo 39 della Legge 180 del 1950 che rende la Cessione del Quinto rinegoziabile solo se si ha estinto almeno il 40% del debito. Per esempio con un contratto della durata di 120 mesi (10 anni) la rinegoziazione può avvenire al 48° mese (4 anni).

L’unica eccezione sono i prestiti con durata uguale o inferiore a 60 mesi (5 anni) i quali possono essere rinnovati anche prima a patto che la durata del rinnovo sia di 120 mesi (10 anni).

Durata Prestito:Rinnovo dopo:
10 anni48 rate (4 anni)
9 anni44 rate (3,6 anni)
8 anni39 rate (3,2 anni)
7 anni34 rate (2,8 anni)
6 anni29 rate (2,4 anni)
5 anni24 rate (2 anni)
4 anni20 rate (1,8 anni)
3 anni15 rate (1,3 anni)
Da 2 a 5 anni il Rinnovo è possibile a patto che sia per 10 anni (120 mesi)

Rinegoziazione Cessione del Quinto: La Rata

Con la Rinegoziazione è possibile andare incontro ad una rata mensile uguale, minore o maggiore.

È bene valutare attentamente la convenienza con un esperto in base ad ogni singolo caso evitando così sorprese future. Bisogna sapere che alcuni costi come interessi, spese di istruttoria, assicurazione ecc non rientreranno nel cosiddetto Conteggio Estintivo (Importo dovuto).

In linea di massima l’importo della rata (uguale, maggiore o minore) dipende dall’esigenza di avere una nuova liquidità, avere maggiore liquidità o anche semplicemente un tasso d’interesse inferiore.

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Durata

Ovviamente la durata di ogni rinegoziazione, tranne nel caso di rinegoziazione obbligatoria a 120 mesi, varia a seconda della rata e dell’importo richiedibile ed è da valutare attentamente con un esperto a seconda della singola casistica.

Se vuoi ottenere più informazioni e valutare la tua casistica non esitare a contattarci oppure compila il form sottostante.

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Cessione del quinto con TFR a garanzia: di cosa si tratta

Cessione del quinto con TFR a garanzia. Come funziona?

La cessione del quinto con TFR a garanzia è una soluzione di finanziamento a disposizione dei lavoratori del settore privato, in base alla quale l’importo di denaro che è stato maturato nel corso degli anni di lavoro può essere impiegato come cauzione per i soldi che sono stati ottenuti in prestito.

Con la sigla TFR si fa riferimento al cosiddetto trattamento di fine rapporto, indicato anche come buonuscita o liquidazione. Si tratta, in sostanza, della somma in denaro che il datore di lavoro mette da parte per poi erogarla al lavoratore dipendente quando il rapporto di lavoro giunge al termine.

Come si richiede

Per avere accesso alla cessione del quinto con TFR a garanzia, dunque, è necessario essere dipendenti privati e lavorare da qualche anno, in modo da aver potuto maturare nel corso del tempo un trattamento di fine rapporto abbastanza consistente. Così, la compagnia assicurativa che garantisce il rischio di perdita del lavoro può produrre il certificato di polizza che occorre per perfezionare il finanziamento.

Più elevato è il TFR che è stato messo da parte e più elevata sarà la somma della cessione del quinto e dipendenti di aziende private sempre rispettando i requisiti basilari del prodotto (vedi quì).

Il TFR fa da garanzia

È sempre possibile estinguere cessione del quinto con TFR a garanzia, così come è prevista l’opportunità di rinnovare il prestito. Il trattamento di fine rapporto che è stato maturato è la garanzia per il finanziamento in tutta la sua durata. Pertanto si può richiedere TFR con cessione del quinto senza preoccupazioni.

Qualora il rapporto di lavoro del dipendente si concluda prima dell’estinzione cessione del quinto con TFR, la somma che occorre per coprire il debito rimanente viene versata alla banca dall’azienda o dal fondo presso il quale il TFR è stato accantonato. Se la banca (ma ovviamente si può trattare anche di una finanziaria) riceve l’importo solo in parte o non lo riceve per niente, è la compagnia assicurativa che la indennizza qualora il richiedente non abbia trovato nel frattempo un altro lavoro.

Perché questa soluzione è vantaggiosa

Come si può intuire, una soluzione di questo tipo è vantaggiosa e soprattutto sicura; il vincolo del TFR non è altro che una precauzione, e funziona come una tutela se la perdita del lavoro porta il soggetto a essere inadempiente e a non poter rimborsare i soldi versati. Ecco perché l’accettazione della richiesta è quasi sempre assicurata..

Vuoi saperne di più?

Se desideri ottenere maggiori dettagli sulla cessione del quinto con TFR a garanzia, non esitare a contattarci. Un esperto del nostro team ti darà tutte le informazioni che desideri!

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per neoassunti: cosa c’è da sapere

Cessione del quinto: un’opportunità per i neoassunti

La cessione del quinto per neoassunti è una forma di finanziamento che può essere ottenuta con relativa facilità e che viene erogata in tempi rapidi. Si tratta di una soluzione di accesso al credito molto importante per chi ha iniziato a lavorare da poco, sia nel settore pubblico che in quello privato. I dipendenti pubblici, in particolare, possono usufruire della cessione del quinto neoassunti anche solo con tre mesi di anzianità di lavoro alle spalle.

I neoassunti nel settore privato

Il discorso è differente per chi lavora per un’azienda privata, nel senso che in questo caso per avere diritto alla cessione quinto per neoassunti è necessario aspettare un po’ di più. Infatti, occorre aver superato il periodo di prova e in ogni caso la tempistica è da valutare a seconda dell’importo di cui si necessita.

Qualora il dipendente dovesse essere licenziato, la banca si potrà rivalere sul trattamento di fine rapporto per non correre il rischio di perdere i soldi che ha concesso in prestito.

Tuttavia, c’è anche un’altra condizione che è necessario tenere in considerazione per la cessione del quinto per neoassunti: in fase di istanza si verifica la stabilità complessiva dell’impresa per la quale lavora il soggetto richiedente. Tale azienda deve essere in grado di dimostrare di avere non meno di 16 dipendenti stabilizzati.

Quanti soldi si possono ottenere in prestito così

Non ci sono vincoli specifici a proposito della somma che è possibile ottenere in prestito tramite la cessione del quinto per un neoassunto nel caso in cui esso sia un dipendente parapubblico, pubblico o statale.

Al contrario, la somma che viene garantita a un lavoratore del settore privato varia non solo in base al TFR che egli ha maturato fino a quel momento, ma anche in funzione della valutazione assicurativa dell’impresa. Pertanto, c’è bisogno di una meticolosa analisi di ciascuna richiesta per individuare l’importo che può essere concesso.

Il rinnovo della cessione del quinto

Con il passare del tempo, poi, se tutte le rate sono state pagate nei tempi prestabiliti, se si ha la necessità di ulteriore liquidità si può richiedere il rinnovo della cessione. Tale formula, comunque, è valida unicamente per i dipendenti che sono assunti a tempo indeterminato, e quindi non per gli apprendisti o per i lavoratori che hanno un contratto a tempo determinato.

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