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Cessione del quinto Prestito Personale

Auto a rate senza finanziamento: le soluzioni

Vorreste acquistare un’auto a rate senza finanziamento ma non sapete come fare? Sul mercato ci sono diverse soluzioni che possono permettervi di dilazionare il pagamento nel tempo senza però avere alcun obbligo dal punto di vista burocratico.

Vediamo insieme quali sono le possibilità.

Pagamento a rate con Maxirata finale

Si tratta di una soluzione che prevede una rata finale con importo maggiore rispetto alle rate precedenti e che serve per riscattare l’auto. Questa opzione prevede, tra l’altro, una cifra mensile inferiore rispetto ai più classici pagamenti a rate. In sostanza, se si decide di acquistare un’auto a rate senza finanziamento il cui importo totale da pagare è di 15000 € in 12 rate, con Maxirata finale di 5000 €, il costo della singola rata sarà decisamente inferiore rispetto a una normale rateizzazione (10000/12= 833,34 € anziché 15000/12= 1250 €).

Auto a rate con Cessione del quinto

Un’altra soluzione possibile è quella di acquistare un auto a rate senza finanziamento optando per la Cessione del quinto.

Si tratta di una scelta oculata se si è tra i soggetti che possono fare richiesta, poiché la Cessione del quinto eroga la somma richiesta senza richiedere garanzie se non la stipula di una polizza assicurativa (rischio impiego o morte), e i documenti che attestano il regolare contratto di lavoro e quindi la regolare retribuzione (idem in caso di pensionamento).

Dati necessari poiché la Cessione del quinto prevede un pagamento a rate fisse diverso dai comuni prestiti, infatti la cifra mensile viene trattenuta direttamente dallo stipendio (o dalla pensione).

Chi può fare richiesta?

Possono decidere di acquistare l’auto a rate senza finanziamento mediante Cessione dei quinto tutti i dipendenti pubblici, statali e privato assunti con regolare contratto a tempo indeterminato o determinato* oppure i pensionati.

Inoltre si potrà fare richiesta di Cessione del quinto anche in caso di cattivi pagatori, soggetti segnalati al CRIF per aver saltato il pagamento di una o più rate di un precedente finanziamento.

Quanto dura e quale cifra può essere richiesta?

Tra i vantaggi della Cessione del quinto ci sono anche i tempi di ammortamento e la cifra massima per cui si può fare richiesta. Nel primo caso parliamo di un minimo di 24 rate (2 anni) e un massimo di 120 rate (10 anni). Per quanto riguarda invece la cifra massima ottenibile è di 75000 €.

*Per i lavoratori con contratto a tempo determinato la durata del prestito non può superare quella del contratto di lavoro.

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Cessione del quinto

Domande frequenti sulla Cessione del Quinto

Siete indecisi sul tipo di prestito da chiedere perché ancora non avete chiaro il funzionamento della Cessione del quinto? Avete deciso di chiedere un finanziamento ma volete essere sicuri di aver fatto la scelta giusta? Ecco alcune delle domande frequenti sulla Cessione del quinto.

FAQ Cessione del quinto

Cos’è la Cessione del quinto?

La Cessione del quinto è un tipo di finanziamento nato nel dopoguerra, che prevede l’addebito delle rate direttamente sullo stipendio o sulla pensione.

Dal punto di vista legislativo, è disciplinata dalla norma dell’articolo 1260 del Codice Civile e regolata dal DPR n. 180 del 5/01/1950 e dal regolamento attuativo DPR n. 895 del 28/07/1950.

Chi può richiedere la Cessione del quinto?

Questa è una tra le domande frequenti sulla Cessione del quinto più formulata, poiché, pur essendo un finanziamento facile e veloce da ottenere, ci sono dei limiti.

I soggetti che possono richiedere la Cessione del quinto sono:

  • lavoratori dipendenti pubblici, statali o privati con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato
  • Pensionati

Il range di età per la richiesta è tra i 18 e gli 85 anni.

Inoltre è necessario essere residenti in Italia.

I dipendenti a tempo determinato possono richiedere la Cessione del quinto?

Sì, i dipendenti a tempo determinato possono accedere al finanziamento con un piano di ammortamento che non può superare la data di scadenza del contratto.

E i cattivi pagatori?

Anche in questo caso, la Cessione del quinto, a differenza di altri tipi di prestiti, può essere richiesta senza particolari problematiche.

Quanto può durare un finanziamento con Cessione del quinto?

La durata può variare da un minimo di 24 mesi (2 anni) a un massimo di 120 mesi (10 anni).

Il tasso e la rata sono fissi?

Sì, sia il tasso che la rata sono fissi per tutta la durata del contratto. Inoltre la rata non sarà mai superiore a 1/5 dello stipendio o della pensione.

Come viene erogata la liquidità?

La somma per la quale si fa richiesta di Cessione del quinto può essere erogata tramite bonifico bancario oppure tramite assegno circolare intestato al titolare del finanziamento.

È possibile estinguere in anticipo il debito residuo?

Sì, è possibile.

Cosa succede se perdo il lavoro?

Se il soggetto richiedente perde il lavoro, il debito residuo verrà saldato attingendo dal TFR. Se questo non è abbastanza cospicuo, sarà l’assicurazione a intervenire. Attenzione: in molti casi, la polizza ha la clausola di rivalsa, ovvero una volta stipulato un nuovo contratto di lavoro, il soggetto richiedente dovrà rimborsare la compagnia assicurativa.

E in caso di morte?

Sarà la polizza a saldare il debito.

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Cessione del quinto

Requisiti per la cessione del quinto dei dipendenti pubblici

La Cessione del quinto nasce nel dopoguerra, precisamente il 5 gennaio 1950 con la legge 180/50 del presidente della Repubblica, con lo scopo di venire incontro alle esigenze dei dipendenti statali. Data la sua forza, viene subito estesa ai pensionati, sempre del settore pubblico (decreto attuativo n. 895 del 28 luglio 1950), quindi ai lavoratori dipendenti (e pensionati) di aziende private nel 2004 con la legge finanziaria 311.

Ma quali sono i requisiti per la cessione del quinto dei dipendenti pubblici?

Chi sono i dipendenti pubblici?

I dipendenti pubblici sono coloro che lavorano per la Pubblica Amministrazione. In particolare il settore del pubblico impiego riguarda enti come ospedali, ASL, ma anche uffici comunali, provinciali e regionali.

Il dipendente pubblico si differenzia dal dipendente statale poiché quest’ultimo, invece, lavora per l’amministrazione statale o centrale che dir si voglia. In particolare si tratta di un dipendente che di norma lavora presso:

  • Ministeri (Istruzione, Tesoro ecc.)
  • Forze dell’ordine e della difesa (Esercito, Carabinieri, Polizia ecc.)
  • Scuole e Università (tutto il personale, docente e ATA)

Decisamente diversa la situazione del dipendente privato che, invece, è assunto da un’azienda privata (che sia essa individuale, SRL, Spa ecc.).

Requisiti per la Cessione del quinto dei dipendenti pubblici

I requisiti per la Cessione del quinto per i dipendenti pubblicisono in parte generici, ovvero che riguardano chiunque desideri chiedere un finanziamento di questo tipo. Tra questi troviamo:

  • Essere cittadini residenti in Italia
  • Stipulare un’assicurazione rischio morte o impiego
  • Non aver raggiunto il livello di indebitamento a causa di altri prestiti

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, in particolare, troviamo:

  • Avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni
  • Avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato nel pubblico impiego oppure un contratto come dipendente parastatale

Cosa si può richiedere?

Il dipendente pubblico può richiedere fino a 75mila euro di finanziamento per un massimo di 120 mesi (10 anni) come piano di ammortamento.

Chi non può ottenerla?

In linea di massima, difficilmente i dipendenti pubblici trovano difficoltà nell’ottenere una Cessione del quinto. Ci sono però, ovviamente, dei casi limite:

  • Anzianità minima
  • Mancanza o insufficienza di TFR
  • Mancanza dell’assicurazione obbligatoria
  • Livello di indebitamento troppo elevato
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Cessione del quinto

Cessione del quinto per dipendenti pubblici: come funziona

La Cessione del quinto è uno speciale tipo di finanziamento non finalizzato e senza necessità di garanzia (ad eccezione di una polizza assicurativa rischio morte o impiego), che ha come unico vincolo per il richiedente il possesso di un contratto di lavoro da dipendente (possibilmente a tempo indeterminato) oppure una pensione. Questo perché la rata non viene pagata dal cliente ma viene trattenuta direttamente dalla busta paga (o dalla pensione), quindi è necessario avere uno stipendio fisso. Ma come funziona la cessione del quinto per dipendenti pubblici?

La Cessione del quinto: requisiti per ottenerla

La Cessione del quinto è un finanziamento molto facile e veloce da ottenere, soprattutto perché la richiesta può essere fatta da un qualsiasi cittadino residente in Italia che abbia un’età compresa tra i 18 e gli 85 anni. Quest’ultimo dovrà però essere assunto con regolare contratto di lavoro pubblico, statale o privato a tempo indeterminato, oppure essere in pensione (leggi l’articolo dedicato).

Ciò che rende vantaggiosa la Cessione del quinto è inoltre il fatto che può essere richiesta anche in caso di precedenti segnalazioni al CRIF e quindi per i cosiddetti “cattivi pagatori”.

La Cessione del quinto per dipendenti pubblici: come funziona?

La Cessione del quinto per dipendenti pubblici e statali è la forma di finanziamento a tasso fisso e non finalizzato più vantaggiosa. Infatti, a differenza dei dipendenti privati, difficilmente i dipendenti pubblici trovano difficoltà nell’ottenere questa tipologia di prestito. Ci sono però, ovviamente, dei limiti entro i quali è necessario stare per poterlo ottenere:

  • Età compresa tra i 18 e i 65 anni
  • Un contratto di lavoro a tempo indeterminato* nel pubblico oppure un contratto come dipendente parastatale (personale di aziende private tipo Spa, Srl, Consorzi o Enti locali che svolgono un’attività essenziale di pubblica utilità)

Se vuoi richiedere la Cessione del quinto per dipendenti pubblici e sei in linea con i requisiti, avrai diritto fino a 75mila euro di finanziamento per un massimo di 120 rate (10 anni).

Cosa serve per richiedere la Cessione del quinto per dipendenti pubblici?

Come di consueto, la richiesta di Cessione del quinto per dipendenti pubblici richiede:

  • Carta d’identità e codice fiscale
  • Il certificato di stipendio o l’Attestato di servizio
  • L’ultima busta paga
  • La Certificazione Unica

Inoltre sarà necessario stipulare una polizza rischio impiego mentre non servirà alcuna garanzia aggiuntiva.

*nel caso di contratto a tempo determinato, il finanziamento verrà erogato sulla base del termine del contratto di lavoro, ovvero la sua durata non potrà mai superare quella del contratto.

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Nuova convenzione INPS per i prestiti ai pensionati

Se sei un pensionato e hai bisogno di liquidità, grazie alla nuova Convenzione INPS 2022 puoi richiedere un prestito in modo facile e veloce. Vediamo insieme di cosa si tratta e come fare per ottenerla!

Nuova Convenzione INPS 2022: cos’è e quali sono i vantaggi?

La nuova Convenzione INPS 2022 è una forma di prestito con Cessione del Quinto specifica per pensionati INPS, ex INPDAP ed ex ENPALS. L’unico vincolo è quello di non aver superato i gli 87 anni e 11 mesi allo scadere del piano di ammortamento.

I vantaggi della nuova Convenzione INPS 2022

Tra i vantaggi di questo finanziamento troviamo:

  • Velocità e comodità: è un finanziamento davvero facile e veloce da ottenere, poiché la richiesta è totalmente telematica. Questo eviterà lunghe code e tempi di attesa tipici delle procedure standard che richiedono la presenza fisica presso gli uffici dell’INPS. Inoltre è comodo perché, trattandosi di una forma di cessione del quinto, la rata mensile viene trattenuta direttamente e automaticamente sulla pensione senza il rischio di perdere un pagamento.
  • Tassi agevolati: con la nuova Convenzione INPS 2022 sono garantiti i migliori tassi presenti sul mercato per agevolare il richiedente.
  • È sostenibile: trattandosi di una forma di finanziamento tipo cessione del quinto, la rata è fissa e determinata dal valore della pensione stessa (la rata non può superare il 20% ovvero 1/5 della pensione netta).
  • È flessibile: con la nuova Convenzione INPS 2022 è possibile ottenere fino a 75000€ di prestito con piani di ammortamento che vanno da 2 a 10 anni.
  • Assicurazione: come sempre nei casi di cessione del quinto, nel contratto è inclusa la polizza che tutela non solo il richiedente ma anche la sua famiglia in caso di morte.
  • Nessuna garanzia necessaria: come per la classica cessione del quinto l’unica cosa che garantisce il pagamento delle rate è la pensione, quindi non verranno richieste garanzie accessorie.

Come si fa richiesta di finanziamento con la nuova Convenzione INPS 2022?

 Come già specificato nel paragrafo precedente, tra i vantaggi della nuova Convenzione INPS 2022 ci sono la facilità e la velocità di richiesta.

Questo perché la stessa può essere fatta telematicamente inviando semplicemente:

  • Il documento di identità e la tessera sanitaria;
  • Il cedolino della pensione.
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Cessione del quinto Pignoramento Prestito Personale

Cattivo pagatore? Scopri come ottenere un prestito

Un soggetto viene definito cattivo pagatore quando riceve una segnalazione per insolvenza. In particolare, il soggetto in questione viene segnalato al CRIF (Centrale Rischi Finanziari) a causa di un ritardo nel pagamento di una o più rate di un prestito o mutuo. I cattivi pagatori, proprio per questo motivo, difficilmente riescono a ottenere nuovi finanziamenti e, qualora riuscissero, solitamente si tratta di cifre minime e con tassi decisamente elevati.

Ma come si scopre di essere un cattivo pagatore? E come si può riuscire a ottenere un prestito?

Come scopro di essere un cattivo pagatore?

Come già detto in un precedente articolo (clicca qui), il cattivo pagatore è colui che viene segnalato al CRIF per un’insolvenza. Ma come scopro di essere stato segnalato? Innanzitutto ci si può rivolgere all’intermediario con il quale è stato stipulato il contratto di prestito o mutuo, in alternativa si può fare richiesta direttamente alla Centrale Rischi.

La Centrale Rischi, gestita dalla Banca d’Italia, è una base dati che raccoglie le informazioni relative ai finanziamenti concessi e le garanzie rilasciate dai clienti richiedenti. Questi dati vengono raccolti dalle banche e dagli enti finanziatori che erogano prestiti o mutui.

Questo servizio di richiesta è gratuito ed è a disposizione delle persone fisiche e le persone giuridiche legate al finanziamento stesso. Per accedere ai dati della CR si deve fare domanda tramite la piattaforma “Servizi Online” alla voce Richiedi dati, oppure entrando direttamente nella sezione “Servizio online CR”. In alternativa si può scegliere di fare richiesta presso una delle filiali della Banca d’Italia mezzo posta elettronica certificata (PEC), posta ordinaria o consegna a mano del modulo di richiesta e documento d’identità.

Come ottiene un prestito un cattivo pagatore?

Essendo di per sé non in regola coi pagamenti delle rate di un finanziamento, il cattivo pagatore difficilmente riesce a ottenere un ulteriore prestito o simili. L’unica opzione possibile per cifre importanti è infatti la cessione del quinto.

La cessione del quinto è un prestito non finalizzato e a rata fissa che viene trattenuto dalla busta paga o dalla pensione, motivo per cui può essere richiesto da chiunque abbia un contratto di lavoro (a tempo indeterminato) o una regolare pensione. Sarà infatti il datore di lavoro (o l’ente pensionistico) a versare direttamente la rata all’ente finanziatore. Per questo i soggetti definiti cattivi pagatori, se in possesso di regolare contratto di lavoro (o pensione) potranno fare richiesta di finanziamento a prescindere dalla segnalazione al CRIF.

Tra gli altri vantaggi della cessione del quinto, la possibilità di chiedere un finanziamento senza particolari garanzie (se non relative al contratto di lavoro e la polizza rischio lavoro/vita). Inoltre è semplice e veloce e chiunque, tra i 18 e gli 85 anni può fare richiesta. Infine con la cessione del quinto si possono chiedere fino a 75000 € a differenza di un normale prestito che non può andare oltre i 30000 €.

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Cessione del quinto

TAN e TAEG: le differenze

Quando si parla di finanziamento, che si tratti di prestito personale o cessione del quinto, non si può non parlare di TAN e TAEG. Si tratta infatti di due parametri che determinano l’ammontare del finanziamento stesso. Ma di cosa si tratta specificatamente? E quali sono le differenze?

TAN: Tasso Annuo Nominale

Il TAN (Tasso Annuo Nominale) è il tasso d’interesse che l’ente finanziatore applica all’importo lordo del finanziamento al fine di calcolare gli interessi cui il cliente è soggetto in seguito alla richiesta di prestito. Di fatto il TAN si utilizza per determinare la quota di interessi e la quota capitale delle rate che il richiedente dovrà pagare, nel tempo, per estinguere il debito. Qualsiasi sia il tipo di finanziamento richiesto, infatti, vengono applicati degli interessi e delle spese di gestione. E proprio la somma di questi due elementi, divisa per il numero di rate del prestito o mutuo che sia, percentualizzato sul valore della rata si definisce TAN. Per esempio, se su un totale di 1000 €, 20 € sono la quota di interessi, il TAN sarà del 2%.

TAEG: Tasso Annuo Effettivo Globale

Se il TAN è il valore in percentuale degli interessi su base annua, il TAEG è il costo totale (effettivo) del prestito, compreso le spese. Quest’ultimo è una sorta di tasso virtuale che non viene applicato al calcolo delle rate ma indica il costo globale del finanziamento richiesto. Infatti comprende anche le spese accessorie obbligatorie per l’apertura di un prestito, la sua concessione e quindi il rimborso sotto forma di rate. In particolare, secondo la direttiva europea, dovrà comprendere anche le polizze aggiuntive, l’apertura e la gestione dei conti correnti, la gestione della pratica e i costi legati alle operazioni di pagamento. Anche in questo caso si tratta di un valore percentuale.

La sostanziale differenza tra TAN e TAEG è dovuta al fatto che la seconda ha una funzione informativa che fornisce al cliente una visione globale del finanziamento prima di decidere se richiederlo.

Come si calcolano TAN e TAEG?

Per poter calcolare TAN e TAEG è necessario prima di tutto capire se si tratta di un finanziamento a tasso variabile o a tasso fisso.

Una volta scelto il tipo di finanziamento, il valore e il tempo necessario per estinguere il debito, viene calcolato il TAN. Quest’ultimo avrà un effetto diretto sul costo del finanziamento e quindi sull’ammontare delle rate, infatti costituisce un parametro base per il calcolo degli interessi. Per quanto riguarda il TAEG, il calcolo viene fatto prendendo in considerazione il TAN, ma anche tutte le spese accessorie obbligatorie di cui sopra, ovvero le spese assicurative a garanzia del finanziamento, gli oneri fiscali come l’imposta di bollo, e così via. Non sono compresi, nel TAEG, eventuali oneri notarili o altri costi non obbligatori ai fini della richiesta di prestito o mutuo.

Attenzione: nel documento informativo pre-contratto, tutte queste informazioni devono essere riportate. Spesso, infatti, sono proprio questi indici a determinare la scelta dell’ente erogatore del finanziamento.

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Cessione del quinto Prestito Personale

Prestito INPDAP per gli insegnanti

Sei un’insegnante e desideri chiedere un prestito perché devi affrontare una spesa extra? La soluzione ideale per te è il prestito INPDAP per gli insegnanti. Ma di cosa si tratta? E come si richiede?

Prestito INPDAP: cos’è?

Innanzitutto definiamo l’acronimo INPDAP: Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (attualmente INPS) che si occupa anche dei dipendenti della pubblica istruzione. Il prestito INPDAP per gli insegnanti è un tipo di prestito molto semplice da ottenere perché non richiede particolari requisiti se non un contratto a tempo indeterminati. Inoltre questo tipo di prestito è accessibile solo per coloro che sono iscritti a un particolare Fondo credito dell’INPS: la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Tipologie di finanziamento

Piccoli prestiti

In primo luogo va detto che, per quanto riguarda il prestito INPDAP per gli insegnanti, ci sono diverse opzioni possibili. La prima soluzione sono i piccoli prestiti. Si tratta di piccole somme di denaro, spesso richieste per ovviare a spese improvvise di piccola entità. In questo caso le rate possono essere divise tra un minimo di 12 mesi e un massimo di 48 mesi e il pagamento viene fatto in contanti direttamente presso la banca cassiera dell’Istituto oppure con accredito sul conto corrente (bancario o postale). In questo caso il tasso è fisso per tutta la durata del finanziamento ed è pari al 4,25% (le spese amministrative corrispondono allo 0,50% della cifra erogata).

Prestiti pluriennali

Si tratta di finanziamenti più onerosi, che vengono erogati solo in casi particolari come un’emergenza, dalla calamità naturale al matrimonio proprio o del proprio figlio, oppure per problemi di salute. Questo tipo di prestito INPDAP per gli insegnanti può essere rimborsato in 60 mesi o in 120 mesi e prevede un tasso fisso pari al 3,5%. Per ottenere questo prestito pluriennale, però, bisogna avere alcuni requisiti minimi:

  1. Aver maturato almeno 4 anni di anzianità e di versamento di contributi alla Gestione unitaria
  2. Avere un contratto anche a tempo determinato ma non inferiore ai 3 anni tenendo conto del fatto che la scadenza delle rate non deve andare oltre la scadenza del contratto.

Cessione del quinto

Un’altra opzione di prestito INPDAP per gli insegnanti è la cessione del quinto. Questa soluzione è ottimale per chi lavora come dipendente della pubblica istruzione perché basterà fornire la busta paga e il TFR per poter ottenere il finanziamento. La cessione del quinto, infatti, è un prestito che prevede la trattenuta della rata direttamente dal cedolino dello stipendio, quindi il datore di lavoro (in questo caso la scuola) fa da garante. Tra i vantaggi della cessione del quinto anche la possibilità di chiedere alte somme e di avere fino a 10 anni poter estinguere il debito. Inoltre si può fare richiesta anche se si è cattivi pagatori o se si è già in possesso di altri finanziamenti.

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È possibile estinguere una cessione del quinto in anticipo?

Quando si necessita di liquidità, la Cessione del quinto è la soluzione ideale perché facile da ottenere e vantaggiosa sotto tanti punti di vista. La richiesta, infatti, può essere fatta da chiunque, l’importante è che si rispettino i termini legati all’età (18-85 anni) e allo stipendio o la pensione (nel primo caso bisogna essere dipendenti pubblici, statali o privati). Inoltre, come già menzionato anche nell’articolo Cessione del quinto, il prestito non finalizzato, tra i vantaggi troviamo la possibilità di estinguere una cessione del quinto in anticipo.

Estinguere una cessione del quinto in anticipo: tutto quello che c’è da sapere

Cosa dice la legge

Per quanto riguarda la possibilità di estinguere una cessione del quinto in anticipo, la legge dichiara che sì, si può fare. In particolare, l’art. 125 sexies del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (D.lgs. n. 141/2010) dice:
Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore.”

Come si procede
Innanzitutto bisognerà chiedere alla banca, o all’ente che eroga il prestito, l’ammontare del debito residuo. Questo importo emerge dal cosiddetto conteggio estintivo. Per capire però qual è la cifra finale dell’estinzione anticipata della cessione del quinto, si dovrà fare la somma dell’importo a debito residuoe della penale*, se prevista dal contratto, che in ogni caso non può essere superiore all’1% del capitale residuo. Inoltre, bisognerà considerare la percentuale della quota capitale e della quota degli interessi già versati con le rate del prestito. Una volta calcolato il residuo con l’aggiunta della penale, bisogna capire se risulta conveniente o meno l’estinzione anticipata, tenendo conto del fatto che si andranno a perdere le spese di istruttoria e le imposte di bollo.

Conviene o non conviene?

Ma conviene davvero estinguere una cessione del quinto in anticipo? Come già in parte detto, l’estinzione anticipata non sempre è conveniente. Le variabili da tenere in considerazione sono gli interessi sulle rate e la penale. Sicuramente è molto più vantaggioso estinguere una cessione del quinto nella fase iniziale poiché sono ancora molti i gli interessi ancora da pagare, quindi sicuramente si avrà un netto risparmio, nonostante la percentuale di penale.

Richiesta di estinzione anticipata: come procedere

Per ottenere l’estinzione anticipata della cessione del quinto si dovrà innanzitutto inviare una richiesta alla banca o all’ente che eroga il prestito, tramite PEC, raccomandata o direttamente di persona.

Presentata la richiesta, la banca (o l’ente) impiegherà un massimo di dieci giorni per effettuare il conteggio estintivo, che, come già detto, è il calcolo della cifra da saldare, a cui si aggiungono le diverse spese e la penale di estinzione anticipata (se prevista). Una volta estinto il debito, la banca (o l’ente) invierà sia al debitore che al datore di lavoro (per soggetti in pensione, all’ente che eroga la pensione) una comunicazione di chiusura del contratto di cessione del quinto per estinzione totale del prestito.

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I documenti per la cessione del quinto

La cessione del quinto è un particolare tipo di prestito che può essere richiesto da lavoratori (sopra i 18 anni) dipendenti pubblici, statali o privati assunti con regolare contratto a tempo indeterminato* o da pensionati che non abbiano superato gli 85 anni. Abbiamo già più volte menzionato i vantaggi legati a questo tipo di prestito. Vediamo quindi, più nel dettaglio, quali sono i documenti per la cessione del quinto.

Assicurazione e busta paga (o pensione)

Innanzitutto tra i documenti per la cessione del quinto indispensabili ci sono l’assicurazione, il certificato di stipendio o documento di quota cedibile della pensione e la copia della busta paga o del cedolino pensione. Nello specifico, per assicurazione si intende una polizza rischio vita e/o rischio impiego senza la quale non potrà essere concessa la cessione del quinto. Si tratta di una tutela nei confronti dell’ente erogatore in caso di perdita del lavoro o in caso di morte del richiedente. 

TFR

Un altro importante elemento che fa parte dei documenti per la cessione del quinto è il TFR. Il TFR o trattamento di fine rapporto funge infatti da garanzia quando si richiede questo tipo di finanziamento. Nello specifico si tratta di una somma di denaro che viene corrisposta ai dipendenti pubblici nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. E se non si ha il TFR? La cessione del quinto può in ogni caso essere concessa, ma con delle limitazioni. Per saperne di più leggi l’articolo dedicato a cessione del quinto senza TFR.

Elenco dei documenti per la cessione del quinto

Quando si fa richiesta di questo tipo di finanziamento, i documenti sono pochi e facili da reperire. Ecco l’elenco dei documenti per la cessione del quinto:

  • Carta d’Identità e Codice Fiscale;
  • Ultima busta paga o cedolino pensione;
  • Ultimo modello CUD;
  • Quota cedibile per i Pensionati;
  • Certificato di Stipendio o Attestato di Servizio.

In particolare quest’ultimo certificato, che viene fornito dall’amministrazione della propria azienda o ente, riporta:

  • la data di assunzione,
  • gli anni di anzianità lavorativa,
  • la retribuzione lorda e netta (sia annuale che mensile),
  • il TFR cumulato,
  • eventuali trattenute sullo stipendio per pignoramenti o per il pagamento di altri finanziamenti.

* Possono fare richiesta anche i dipendenti con contratto a tempo determinato, ma il tempo massimo concesso per restituire le rate è pari alla data di scadenza del contratto stesso.