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Cessione del quinto

Calcolo Cessione del Quinto: ecco come si fa

Come si calcola la rata massima della cessione del quinto

La procedura da seguire per il calcolo delle rate di una cessione del quinto è davvero molto semplice.

Per prima cosa è indispensabile calcolare lo stipendio netto: per farlo è necessario sottrarre dalla retribuzione lorda mensile i premi di produzione e tutte le altre voci variabili eventuali, come ad esempio gli assegni familiari, i turni e gli straordinari.

Dopodiché il risultato che è stato ottenuto deve essere moltiplicato per 12, per 13 o per 14, a seconda del numero di mensilità che vengono percepite nel corso dell’anno. Il prodotto va diviso per 12, vale a dire il numero di rate che è richiesto per l’ammortamento di questo tipo di finanziamento.

Infine, il risultato deve essere diviso ancora, questa volta per 5: così si può conoscere l’importo della rata. Questo, ovviamente, è il calcolo da effettuare nel caso in cui la cessione del quinto venga richiesta da un lavoratore dipendente, ma in ogni caso è necessario che il datore di lavoro rilasci la busta paga affinché si possa arrivare a un calcolo preciso.

La cessione del quinto per i pensionati

Come noto, la cessione del quinto non è una prerogativa esclusiva dei lavoratori dipendenti, ma può essere richiesta e ottenuta anche dai pensionati, siano essi Inps, ex Inpdap o appartenenti a qualunque altro ente previdenziale. In questo caso la rata del finanziamento viene calcolata a partire da quella che viene definita quota cedibile: si tratta di un documento che viene fornito dall’ente pensionistico che serve a certificare la cifra massima che non può essere superata per la rata. In pratica, la quota massima di pensione che si può cedere per il rimborso del capitale dovuto.

Un esempio concreto

A questo punto vale la pena di proporre un esempio pratico per avere le idee più chiare.

Ipotizzando il caso di un lavoratore dipendente con una retribuzione mensile di 1.200 euro al mese per un totale di 13 mensilità, è necessario moltiplicare per 13 il reddito mensile, per poi dividere il prodotto ottenuto per 12. Il risultato che ne deriva va diviso ancora per 5: così, si scopre che la rata mensile avrà un valore di più o meno 260 euro.

Detto ciò, non ci si deve dimenticare del fatto che la cessione del quinto prevede anche dei costi, come quelli relativi alla polizza assicurativa obbligatoria e all’istruttoria, già inseriti dentro la rata.

In tutti i casi ricordiamo che ogni tipologia è differente e necessità sicuramente dell’analisi da parte di uno dei nostri esperti.

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Pignoramento

Come uscire dalla lista dei cattivi pagatori

Come posso uscire dalla lista dei cattivi pagatori?

Uscire dalla lista dei cattivi pagatori è possibile: si tratta di un desiderio comune a molte persone, visto che è sufficiente saltare il rimborso di un paio di rate di un finanziamento per venire segnalati. Il problema è che chi fa parte di questo elenco poi si troverà in crisi e avrà difficoltà nel riuscire ad accedere in futuro a eventuali altri finanziamenti (e a quel punto non potrà che rivolgersi alla cessione del quinto, che però non è aperta a tutti). La Centrale Rischi Finanziari, indicata con la sigla Crif, contiene il registro dei cattivi pagatori.

Quanto ci vuole per uscire dalla lista dei cattivi pagatori

Va detto che sono abbastanza lunghi i tempi di attesa che si è costretti a sopportare prima di riuscire a vedere il proprio nominativo eliminato dal Crif. Come minimo ci vogliono 30 giorni, mentre il lasso di tempo massimo cambia a seconda della particolare situazione creditizia per effetto della quale il soggetto è stato considerato un cattivo pagatore.

Per una richiesta di finanziamento che deve essere valutata i tempi di cancellazione sono pari a 6 mesi a partire dal momento in cui la richiesta è stata inoltrata.

Come fare

La soluzione più comoda per uscire dall’elenco dei cattivi pagatori è quella di contattare direttamente l’istituto di credito o la banca. Infatti, il Crif non cancella subito i nominativi dalle liste dei cattivi pagatori, ma esegue delle verifiche con gli istituti di credito per accertare che le varie posizioni creditizie siano in regola e chiuse.

Quindi, per sperare che i dati presenti nei registri che sono gestiti dal Crif vengano cancellati non ci si può rivolgere al Crif stesso. D’altro canto il nominativo viene iscritto in modo automatico nel momento in cui giunge dall’istituto di credito la segnalazione di un mancato pagamento.

Come si viene inseriti tra i cattivi pagatori

Sul rapporto di credito, la segnalazione di un ritardo nel pagamento di una rata compare unicamente se tale evento è seguito da un episodio analogo. Insomma, c’è bisogno del mancato pagamento di due rate per essere segnalati, con l’ente partecipante che mese dopo mese inoltra le segnalazioni.

Dal momento in cui non è stato effettuato il primo rimborso, devono trascorrere due mesi affinché tale dato si trasformi in una segnalazione. Ovviamente, prima della vera e propria segnalazione del nome il cliente ha la possibilità di mettere in regola la propria posizione.

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Cessione del quinto Pignoramento

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Privati

Come abbiamo accennato in precedenza la Cessione del Quinto non è altro che un tipo di prestito personale che trattiene una rata mensile direttamente dallo stipendio/pensione fino all’estinzione del debito. Anche il pignoramento trattiene una somma di denaro dalla busta paga/cedolino del debitori per risanare i suoi debiti.

La legge sostiene che entrambi, sia la Cessione del Quinto che il Pignoramento, non possono superare il 20% dello stipendio/pensione salvo casi eccezionali.

Quindi, cessione del quinto e pignoramento possono coesistere? La risposta è dipende. La fattibilità dell’operazione dipende da alcuni requisiti.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Privati

In caso di Dipendenti Privati può avvenire un cumulo fra pignoramento e cessione del quinto fino al 50% dello stipendio. Per esempio in caso di stipendio netto mensile di € 1000 le trattenute possono arrivare fino a € 500 (50%) ma, se si ha una cessione del quinto in corso per € 200, l’importo pignorato non potrà mai superare i 300€.

In presenza invece di Cessione del Quinto con Delega e pignoramento la legge prevede che l’importo della Cessione del Quinto venga diminuito in modo che le due situazioni non superino mai il 50% dello stipendio.

Mentre nel caso inverso, di richiesta di Cessione del Quinto con pignoramento in corso, vale la regola del 40% dello stipendio. Ovvero, la quota cedibile sarà la differenza fra i due quinti dello stipendio e la quota pignorata.

Prendendo sempre in esempio uno stipendio netto di € 1000 i due quinti dello stipendio corrispondono a € 400. Supponendo che il debito pignorato equivalga a € 200, la rata della Cessione del Quinto non potrà mai superare € 200 (due quinti – debito pignorato).

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Più Creditori

È possibile che avvenga il pignoramento da parte di più creditori con due distinzioni: se le motivazioni sono differenti (alimentari, tributi, verso banche, fornitori ecc) i pignoramenti non potranno mai superare il 50% dello stipendio mentre se le motivazioni sono uguali allora non si potranno mai verificare più di un pignoramento alla volta. Sarà il giudice a stabilire che una volta saldato il primo debito con il primo creditore poi si passi al secondo e così via.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Equitalia

Il Pignoramento Equitalia può avvenire sia per i dipendenti privati che pubblici o statali.

Qui l’importo pignorabile è regolato dalle soglie di stipendio mensile. Fino a 2500€ netti mensili la quota massima pignorabile è di 1/10 dello stipendio, da 2500€ a 5000€ è di 1/7 mentre per tutti gli stipendi superiori a 5000€ è di 1/5.

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Cessione del quinto Pignoramento

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici e Pensionati

Abbiamo anticipato dei precedenti articoli l’incipit dei requisiti necessari per la coesistenza fra Cessione del Quinto e Pignoramento.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Pensionati

Anche nel caso di Pensionati le operazioni possono essere possibili ma sussiste un minimo vitale impignorabile ovvero una cifra minima da garantire per la sopravvivenza del pensionato.

Va anche presa in considerazione la pensione sociale INPS aumentata della metà che nel 2021 corrisponde a € 449,09 e va a comporre il minimo vitale impignorabile che è di € 672,10 (€449,09 + la metà €224,55).

Ora supponendo una pensione di €1500 il creditore potrà rivalersi solo su un massimo di € 827,90 (€1500 – minimo vitale).

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Dipendenti Pubblici

Per i dipendenti pubblici il discorso è più semplice; la normativa “salvaguardia” i dipendenti pubblici stabilendo che in presenza di una Cessione del Quinto si possa pignorare la differenza fra metà dello stipendio e la rata della cessione del quinto fino a un quinto dello stipendio.

Per esempio in caso di retribuzione netta di € 1000 e di cessione di un quinto dello stipendio di € 200, la metà dello stipendio corrisponde a € 500. Quindi la differenza fra il 50% e la rata della cessione è di € 300. Ma la somma pignorabile è di un quinto dello stipendio pertanto il pignoramento massimo mensile è di € 200.

Pignoramento e Rinegoziazione Cessione del Quinto: Saldo e Stralcio

Altro metodo risolutivo per risanare un pignoramento può essere di estinguere il pignoramento tramite Saldo e Stralcio.

Questo consiste nell’utilizzare una parte della cessione del quinto o delega per estinguere il debito dovuto.

Per poter adattare questa soluzione il debitore deve estinguere il debito subito ed in un’unica soluzione per un importo inferiore al debito che sarà “finanziato” dalla cessione del quinto sempre restando che il creditore accetti l’accordo di saldo e stralcio.

Come potete notare i casi possono essere molteplici e richiedono sempre un’attenta valutazione da parte di professionisti incaricati di aiutarvi.

Se volete saperne di più non esitate a contattarci o a compilare il form sottostante, vi proporremo una soluzione adatta alle vostre esigenze!

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Cessione del quinto

Rinegoziare la Cessione del Quinto: Decorrenza e Durata

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Decorrenza

Come anticipato nell’articolo precedente la Cessione del Quinto si può Rinegoziare estinguendo il prestito in corso a favore di uno nuovo ottenendo così liquidità immediata.

La normativa a cui fa riferimento è l’articolo 39 della Legge 180 del 1950 che rende la Cessione del Quinto rinegoziabile solo se si ha estinto almeno il 40% del debito. Per esempio con un contratto della durata di 120 mesi (10 anni) la rinegoziazione può avvenire al 48° mese (4 anni).

L’unica eccezione sono i prestiti con durata uguale o inferiore a 60 mesi (5 anni) i quali possono essere rinnovati anche prima a patto che la durata del rinnovo sia di 120 mesi (10 anni).

Durata Prestito:Rinnovo dopo:
10 anni48 rate (4 anni)
9 anni44 rate (3,6 anni)
8 anni39 rate (3,2 anni)
7 anni34 rate (2,8 anni)
6 anni29 rate (2,4 anni)
5 anni24 rate (2 anni)
4 anni20 rate (1,8 anni)
3 anni15 rate (1,3 anni)
Da 2 a 5 anni il Rinnovo è possibile a patto che sia per 10 anni (120 mesi)

Rinegoziazione Cessione del Quinto: La Rata

Con la Rinegoziazione è possibile andare incontro ad una rata mensile uguale, minore o maggiore.

È bene valutare attentamente la convenienza con un esperto in base ad ogni singolo caso evitando così sorprese future. Bisogna sapere che alcuni costi come interessi, spese di istruttoria, assicurazione ecc non rientreranno nel cosiddetto Conteggio Estintivo (Importo dovuto).

In linea di massima l’importo della rata (uguale, maggiore o minore) dipende dall’esigenza di avere una nuova liquidità, avere maggiore liquidità o anche semplicemente un tasso d’interesse inferiore.

Rinegoziazione Cessione del Quinto: Durata

Ovviamente la durata di ogni rinegoziazione, tranne nel caso di rinegoziazione obbligatoria a 120 mesi, varia a seconda della rata e dell’importo richiedibile ed è da valutare attentamente con un esperto a seconda della singola casistica.

Se vuoi ottenere più informazioni e valutare la tua casistica non esitare a contattarci oppure compila il form sottostante.

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Cessione del quinto

Cessione del quinto con TFR a garanzia: di cosa si tratta

Cessione del quinto con TFR a garanzia. Come funziona?

La cessione del quinto con TFR a garanzia è una soluzione di finanziamento a disposizione dei lavoratori del settore privato, in base alla quale l’importo di denaro che è stato maturato nel corso degli anni di lavoro può essere impiegato come cauzione per i soldi che sono stati ottenuti in prestito.

Con la sigla TFR si fa riferimento al cosiddetto trattamento di fine rapporto, indicato anche come buonuscita o liquidazione. Si tratta, in sostanza, della somma in denaro che il datore di lavoro mette da parte per poi erogarla al lavoratore dipendente quando il rapporto di lavoro giunge al termine.

Come si richiede

Per avere accesso alla cessione del quinto con TFR a garanzia, dunque, è necessario essere dipendenti privati e lavorare da qualche anno, in modo da aver potuto maturare nel corso del tempo un trattamento di fine rapporto abbastanza consistente. Così, la compagnia assicurativa che garantisce il rischio di perdita del lavoro può produrre il certificato di polizza che occorre per perfezionare il finanziamento.

Più elevato è il TFR che è stato messo da parte e più elevata sarà la somma della cessione del quinto e dipendenti di aziende private sempre rispettando i requisiti basilari del prodotto (vedi quì).

Il TFR fa da garanzia

È sempre possibile estinguere cessione del quinto con TFR a garanzia, così come è prevista l’opportunità di rinnovare il prestito. Il trattamento di fine rapporto che è stato maturato è la garanzia per il finanziamento in tutta la sua durata. Pertanto si può richiedere TFR con cessione del quinto senza preoccupazioni.

Qualora il rapporto di lavoro del dipendente si concluda prima dell’estinzione cessione del quinto con TFR, la somma che occorre per coprire il debito rimanente viene versata alla banca dall’azienda o dal fondo presso il quale il TFR è stato accantonato. Se la banca (ma ovviamente si può trattare anche di una finanziaria) riceve l’importo solo in parte o non lo riceve per niente, è la compagnia assicurativa che la indennizza qualora il richiedente non abbia trovato nel frattempo un altro lavoro.

Perché questa soluzione è vantaggiosa

Come si può intuire, una soluzione di questo tipo è vantaggiosa e soprattutto sicura; il vincolo del TFR non è altro che una precauzione, e funziona come una tutela se la perdita del lavoro porta il soggetto a essere inadempiente e a non poter rimborsare i soldi versati. Ecco perché l’accettazione della richiesta è quasi sempre assicurata..

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Se desideri ottenere maggiori dettagli sulla cessione del quinto con TFR a garanzia, non esitare a contattarci. Un esperto del nostro team ti darà tutte le informazioni che desideri!

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per neoassunti: cosa c’è da sapere

Cessione del quinto: un’opportunità per i neoassunti

La cessione del quinto per neoassunti è una forma di finanziamento che può essere ottenuta con relativa facilità e che viene erogata in tempi rapidi. Si tratta di una soluzione di accesso al credito molto importante per chi ha iniziato a lavorare da poco, sia nel settore pubblico che in quello privato. I dipendenti pubblici, in particolare, possono usufruire della cessione del quinto neoassunti anche solo con tre mesi di anzianità di lavoro alle spalle.

I neoassunti nel settore privato

Il discorso è differente per chi lavora per un’azienda privata, nel senso che in questo caso per avere diritto alla cessione quinto per neoassunti è necessario aspettare un po’ di più. Infatti, occorre aver superato il periodo di prova e in ogni caso la tempistica è da valutare a seconda dell’importo di cui si necessita.

Qualora il dipendente dovesse essere licenziato, la banca si potrà rivalere sul trattamento di fine rapporto per non correre il rischio di perdere i soldi che ha concesso in prestito.

Tuttavia, c’è anche un’altra condizione che è necessario tenere in considerazione per la cessione del quinto per neoassunti: in fase di istanza si verifica la stabilità complessiva dell’impresa per la quale lavora il soggetto richiedente. Tale azienda deve essere in grado di dimostrare di avere non meno di 16 dipendenti stabilizzati.

Quanti soldi si possono ottenere in prestito così

Non ci sono vincoli specifici a proposito della somma che è possibile ottenere in prestito tramite la cessione del quinto per un neoassunto nel caso in cui esso sia un dipendente parapubblico, pubblico o statale.

Al contrario, la somma che viene garantita a un lavoratore del settore privato varia non solo in base al TFR che egli ha maturato fino a quel momento, ma anche in funzione della valutazione assicurativa dell’impresa. Pertanto, c’è bisogno di una meticolosa analisi di ciascuna richiesta per individuare l’importo che può essere concesso.

Il rinnovo della cessione del quinto

Con il passare del tempo, poi, se tutte le rate sono state pagate nei tempi prestabiliti, se si ha la necessità di ulteriore liquidità si può richiedere il rinnovo della cessione. Tale formula, comunque, è valida unicamente per i dipendenti che sono assunti a tempo indeterminato, e quindi non per gli apprendisti o per i lavoratori che hanno un contratto a tempo determinato.

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Cessione del quinto

Prestito con rata unica: di cosa si tratta?

Prestiti a rata unica: come funzionano?

I prestiti rata unica sono soluzioni che favoriscono il consolidamento dei debiti. In pratica, un soggetto che ha più di un finanziamento in corso può richiedere con questa formula della nuova liquidità, per poi provvedere al rimborso di tutti gli importi dovuti attraverso il versamento di una sola rata mensile.

I motivi per i quali i prestiti personali unica rata risultano vantaggiosi sono molteplici, specialmente nel caso in cui ogni mese ci siano troppe rate da pagare o comunque queste risultino eccessivamente onerose per il bilancio familiare.

I benefici

Il consolidamento prestiti unica rata, infatti, permette di razionalizzare i pagamenti che ogni mese devono essere affrontati sui finanziamenti e unirli. I prestiti in corso vengono estinti, in quanto sono accorpati in una sola rata mensile che a volte potrebbe essere più bassa della somma complessiva delle varie rate dei prestiti considerati uno per uno.

I prestiti rata unica non solo offrono la possibilità di estinguere i finanziamenti in corso, ma consentono anche di richiedere e ottenere della liquidità extra, che potrà essere impiegata come si vuole.

Un finanziamento per pagare i debiti

Con tutti i prestiti in un’unica rata si ha l’occasione di estinguere i vari debiti in corso: una soluzione più che interessante per chi ogni mese paga più di una rata. Si tratta di accendere un finanziamento per beneficiare dell’estinzione prestiti con unica rata, in modo da ritrovarsi solo con un debito da pagare.

Il consolidamento è una realtà a cui si può fare riferimento quando si corre il rischio di sovraindebitamento: un’opzione che è molto più frequente di quel che si possa immaginare nel caso in cui vi sia più di un finanziamento in essere.

Il consolidamento dei debiti è più conveniente: ecco perché

I prestiti in un’unica rata si traducono in un comodo consolidamento dei debiti, per mezzo del quale il cliente ha la possibilità di chiedere un prestito nuovo che gli consenta di estinguere i vari finanziamenti in corso.

Ma come è possibile che, nella maggior parte dei casi, la sola rata mensile sia più bassa rispetto all’insieme delle altre rate? Il motivo è presto detto: il nuovo prestito ha una durata più lunga, il che vuol dire che la cifra che deve essere rimborsata può essere spalmata in un periodo più ampio. Ecco spiegata la convenienza del consolidamento dei debiti realizzato attraverso i prestiti in una rata unica.

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Cessione del quinto

Prestito con delega: cos’è e come funziona?

Prestito con delega: cos’è e a cosa serve

Il prestito con delega è una forma di finanziamento conosciuta anche con il nome di doppio quinto. Esso non può durare più di dieci anni e consente a coloro che già usufruiscono di una cessione del quinto di aumentare di un altro quinto l’entità del finanziamento, a prescindere dal fatto che siano titolari di una pensione o di uno stipendio. Come si può intuire, la rata del prestito con delega di pagamento e quella di cessione del quinto non possono, se messe insieme, essere superiori ai due quinti dello stipendio.

Chi può ottenere il prestito con delega

Per il prestito con delega di pagamento normativa e vincoli burocratici non pongono particolari limiti a proposito dei soggetti che hanno diritto a beneficiarne. Ciò vuol dire che questo tipo di finanziamento può essere richiesto e ottenuto anche da coloro che hanno alle spalle un protesto o un pignoramento (estinguibile) ovviamente ogni singolo caso è da verificare e valutare con un consulente. Un discorso simile vale per chi ha in corso un altro prestito personale. Il prestito con delega comporta, per l’intera durata, una rata fissa che non può cambiare.

La tempistica

La velocità è una delle caratteristiche peculiari di questa soluzione, nel senso che sia la presentazione della richiesta che l’erogazione degli importi desiderati avvengono in maniera rapida.

Insomma, per il prestito con delega tempistica e iter burocratico non sono certo un ostacolo, anche grazie alla presenza della busta paga. A livello pratico le dinamiche sono più o meno le stesse della cessione del quinto, con la differenza che si può ottenere in prestito una cifra più elevata. I dipendenti possono procedere in caso di necessità al rinnovo prestito con delega come pure, dal lato opposto, alla sua estinzione anticipata purché la scadenza del prestito delega coincida o sia anticipata alla data di pensionamento (mai oltre).

La normativa di riferimento

Il quadro normativo di riferimento è rappresentato dall’articolo 1269 del Codice Civile. Il prestito con delega è indicato anche con il nome di doppio quinto in quanto offre l’opportunità di raddoppiare l’entità del finanziamento che è già stato concesso, con l’importo che poi verrà rimborsato tramite una doppia rata ogni mese.

In sostanza la rata che viene pagata, nel complesso, deve essere uguale o inferiore al 40% della somma che si riceve ogni mese come pensione o come retribuzione. La platea dei beneficiari, infatti, è identica a quella della cessione del quinto, ed è rappresentata da pensionati e lavoratori dipendenti in grado di assicurare il rimborso del debito totale.

Preventivo per prestito con delega

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Cessione del quinto

Cessione del quinto per acquisto casa

Cessione del quinto in affiancamento al mutuo per comprare casa

La cessione del quinto è una possibilità a cui si può ricorrere per comprare casa. In particolare, questa forma di prestito viene affiancata al mutuo: può essere richiesta sia da chi ha un lavoro dipendente, privato o pubblico che sia, sia da chi è pensionato.

In questo modo si ha l’opportunità di ottenere l’importo residuale che in genere non viene finanziato dalle banche: ecco, quindi, che tutto il valore di acquisto della casa può essere finanziato, in virtù di un prestito che si può rimborsare nel giro di 10 anni. Come noto, la rata massima prevista per la cessione del quinto corrisponde al 20% della pensione o dello stipendio.

Come funziona la cessione del quinto

Questa è la soluzione che consente di usufruire di un importo significativo, con una rata mensile bassa e senza la necessità di presentare un garante: la famiglia avrà modo di fronteggiare tutte le esigenze e tutte le spese della vita di tutti i giorni. Chiaramente ogni situazione viene valutata singolarmente, in funzione delle richieste e delle aspettative del cliente.

Quel che è certo è che – per elargire il prestito – non servono controlli in CRIF, dato che le sole verifiche che vengono effettuate riguardano la stabilità del reddito. Insomma, la sola condizione da rispettare consiste nel possedere una pensione definitiva o un lavoro a tempo indeterminato.

Due rate da pagare

Nel caso in cui la cessione del quinto venga sfruttata in affiancamento al mutuo, è evidente che saranno due le rate da pagare: la rata del mutuo e la rata della cessione del quinto. Di conseguenza, si corre il rischio di un potenziale sovraindebitamento, che è necessario valutare con la massima attenzione. Si tratta di individuare il miglior compromesso possibile per fare in modo che il pagamento delle rate non sia fonte di difficoltà.

Che cosa bisogna sapere

Come detto, il ricorso alla cessione del quinto è importante in caso di mutuo, in quanto gli istituti di credito nella maggior parte dei casi erogano non più dell’80% del valore complessivo dell’immobile che deve essere acquistato.

Qualora una famiglia non abbia a disposizione la quota restante del 20%, che deve essere pagata subito, ecco che c’è bisogno di un prestito. Senza dimenticare, per altro, tutti i costi accessori, come per esempio le commissioni di agenzia, l’Iva, il notaio e così via. Insomma, dal 20% si può arrivare facilmente al 25%, se non addirittura di più.

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