Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Quanto costa la cessione del quinto?

Come per qualsiasi altro finanziamento o prestito, la cessione del quinto ha dei vantaggi, degli svantaggi ma soprattutto dei costi. Ma quali voci comprendono queste spese? E quindi, in line generale, quanto costa la cessione del quinto?

Cessione del quinto: vantaggi e svantaggi

La cessione del quinto è un tipo di finanziamento le cui caratteristiche possono essere estremamente vantaggiose, da un lato, o risultare svantaggiose dall’altro. Queste caratteristiche sono:

  • Finanziamento non finalizzato ovvero si può fare richiesta di una somma di denaro senza doverla giustificare;
  • Credito fino a 75mila euro, anche se, in particolari circostanze, la cifra massima si abbassa notevolmente (es. dipendenti a tempo determinato);
  • Durata da 2 a 10 anni (anche in questo caso per i dipendenti a tempo determinato le tempistiche saranno ridotte);
  • Rate a tasso fisso trattenute direttamente sulla busta paga (per questo, la cessione del quinto può essere richiesta solo da lavoratori con regolare contratto da dipendente);
  • Nessuna garanzia accessoria o garante (ma si ha l’obbligo di pagare una polizza rischio vita e impiego e di fornire contratto di lavoro, ultima busta paga e, in alcuni casi, il TFR).

Quando si definisce quanto costa la cessione del quinto? Come si calcola la spesa? Questo aspetto risulterà una caratteristica vantaggiosa o svantaggiosa?

Cessione del quinto e costi

Per sapere quanto costa la cessione del quinto, bisogna calcolare le varie spese necessarie per l’apertura della pratica nonché il tasso d’interesse applicato alle rate. Di seguito i costi:

  • Costi di gestione del finanziamento (ovvero il costo della gestione e riscossione delle rate da parte della finanziaria)
  • Costi di mediazione (ovvero i costi degli agenti che si preoccupano di interagire col cliente)
  • Spese di istruttoria (spese di apertura pratica e commissioni bancarie)
  • Costo polizza (rischio vita e rischio impiego)
  • Tassi di interesse sulle rate à TAN ovvero Tasso Annuale Nominale, che può andare dal 4% (dipendenti pubblici) al 7% (dipendenti privati). È un costo fisso, che incide solo in parte sulle spese totali della cessione del quinto.

Tutti questi costi sono ben definiti a priori e l’agente che si occupa della mediazione, è tenuto a fornirli nella fase pre-contrattuale. Ecco perché è importante:

  1. Farsi fare più preventivi per valutare quello più vantaggioso
  2. Non basarsi solo sul tasso di interesse ma far attenzione a tutte le voci di spesa, poiché non è il TAN a fare la differenza.
Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Cessione del quinto e altri finanziamenti

La cessione del quinto è un tipo di finanziamento non finalizzato che ha come particolarità quella di essere vincolato alla busta paga, ovvero al datore di lavoro, oppure al cedolino della pensione. Infatti il richiedente non dovrà provvedere al pagamento delle rate, poiché la cifra mensile pattuita verrà trattenuta direttamente dallo stipendio (o dalla pensione). Suddetta cifra non potrà mai superare 1/5 del totale (da qui il nome “cessione del quinto”) ovvero il 20% dello stipendio. Inoltre si tratta di un finanziamento a tasso fisso, quindi si è certi di pagare sempre la stessa cifra ogni mese per il tempo pattuito (massimo 10 anni).

 Ma come funziona in caso di cessione del quinto e altri finanziamenti? Ci sono casi in cui una cessione può non essere concessa?

Richiesta di cessione del quinto con altri finanziamenti o prestiti in corso

Di base la cessione del quinto non tiene conto di altri finanziamenti o prestiti in corso. Dato che la rata viene trattenuta direttamente dallo stipendio, tra la cessione del quinto e altri finanziamenti non ci sono mai stati problemi di sovrapposizione, ovvero chiunque poteva fare richiesta di cessione del quinto anche se risultava già un prestito o un mutuo a suo nome. Per esempio, se ho un prestito in corso per l’acquisto di un’auto ma necessito di liquidità per altre spese improvvise, posso fare richiesta di cessione del quinto.

Problematiche riscontrate nel tempo

Questa procedura, a lungo andare, ha portato a problemi di sovraindebitamento, soprattutto perché, essendo legato allo stipendio, non si correva il rischio di mancato pagamento. La trattenuta sullo stipendio, però, andava ad incidere sul pagamento delle rate degli altri prestiti in corso. Negli ultimi tempi, quindi, è sì concessa la sovrapposizione cessione del quinto e altri finanziamenti, ma solo dopo una attenta analisi della situazione del singolo richiedente. Nella maggior parte dei casi, l’ente che eroga il prestito propone una cessione del quinto allo scopo di estinguere debiti preesistenti tramite un’unica rata cumulativa che corrisponde alla trattenuta sullo stipendio. In questo caso sarà possibile avere una situazione regolare di pagamento, poiché sarà il datore di lavoro a pagarla per noi, con un tasso fisso per tutto il periodo previsto. Questa soluzione è vantaggiosa, soprattutto se si è cattivi pagatori, o si è indietro con le rate di un prestito. Ovviamente la cessione del quinto verrà concessa ai dipendenti pubblici, parapubblici o privati con contratto a tempo indeterminato.

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Mutuo e cessione del quinto a confronto

Quando abbiamo bisogno di un finanziamento, ci chiediamo quale formula sia più indicata. Nel caso di mutuo e cessione del quinto, quale è la soluzione migliore? Ovviamente dipende da ciò di cui abbiamo bisogno. Mettiamo quindi a confronto queste due tipologie di finanziamento per capire in quali casi è meglio optare per la prima e in quali invece per la seconda.

Mutuo: tipologie, vantaggi e svantaggi

Il mutuo è un prestito la cui cifra richiesta è vincolata all’utilizzo specifico per cui viene erogato il credito. Tra i vantaggi sicuramente la possibilità di richiedere alte cifre; non a caso il mutuo solitamente si accende per affrontare spese importanti come l’acquisto o la ristrutturazione di una casa. Oltre al mutuo ipotecario, troviamo altre forme di mutuo, come quello consolidamento debiti, che serve per accorpare in un’unica soluzione (e quindi in un’unica rata) più prestiti differenti. Con il mutuo liquidità, invece, per cui non è prevista la dichiarazione di una vera e propria finalità per cui verrà utilizzato il denaro richiesto. Questo tipo di mutuo permette di rinegoziare una situazione debitoria e ottenere somme aggiuntive.

Cessione del quinto: come funziona, pro e contro

La cessione del quinto è una forma di prestito riservata ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. A differenza del mutuo, si tratta di un finanziamento non finalizzato, ovvero la cifra che si richiede non è vincolata a una spesa in particolare. Con la cessione del quinto si ha quindi la possibilità di richiedere una cifra che va dai 5000 ai 75000 euro, da restituire entro 120 mesi. Ciò che la rende vantaggiosa è la possibilità di pagare le rate tramite una trattenuta direttamente sulla busta paga. Questa caratteristica fa si che la cessione del quinto sia facilmente richiedibile da qualsiasi lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato o qualsiasi pensionato.

Mutuo e cessione del quinto: garanzie

Un aspetto molto importante che rende mutuo e cessione del quinto molto differenti tra loro, è quello legato alle garanzie.

Per quanto riguarda la cessione del quinto, il contratto di lavoro e la busta paga fungono da garanzia, unitamente alla polizza rischio vita e rischio impiego che il cliente è obbligato a stipulare prima di fare la richiesta di finanziamento.

Anche nel caso del mutuo sono necessarie delle garanzie. La più comune è l’ipoteca sull’immobile che si sta acquistando o ristrutturando. Nel caso del mutuo, però, potrebbe essere necessaria anche la presenza di un garante che si impegni a pagare le rate al posto del richiedente qualora quest’ultimo fosse in difficoltà. Questo tipo di garanzia prende il nome di fidejussione.

Mutuo e cessione del quinto: tassi

I tassi d’interesse sono uno degli aspetti che differenzia mutuo e cessione del quinto. Se il mutuo può avere un tasso fisso, variabile o misto, con possibilità di rinegoziazione e di surroga, la cessione del quinto è una tipologia di finanziamento a tasso fisso, fino alla scadenza del contratto (massimo 10 anni).

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Cambio lavoro e cessione del quinto

La cessione del quinto è un tipo di finanziamento che si basa sulla trattenuta della rata dallo stipendio o dal cedolino della pensione. Infatti, per poter ottenere del credito, è necessario avere un contratto di lavoro (a tempo indeterminato) e quindi uno stipendio continuativo. Ma non solo. Se si è dipendenti privati, ci saranno altre importanti clausole da rispettare per poter firmare il contratto di cessione del quinto: fornire un TFR e lavorare per un’azienda medio/grande. In ogni caso, quando si fa richiesta di finanziamento con cessione del quinto, il datore di lavoro riceve una notifica dalla banca o dalla finanziaria, a cui deve rispondere trasmettendo l’atto di benestare. In questo modo si vincola il finanziamento alla busta paga e la rata (pari massimo a 1/5 dello stipendio) viene trattenuta di mese in mese. Ma cosa succede se cambio lavoro?

Cambio lavoro e cessione del quinto: come funziona?

Innanzitutto bisogna chiarire cosa si intende per cambio lavoro. Infatti può esserci:

  • Un passaggio diretto dal vecchio al nuovo impiego
  • Un caso di dimissioni
  • Un caso di licenziamento e nuova assunzione

1.     Passaggio dal vecchio al nuovo lavoro

In questo caso il cambio lavoro non risulta un problema dal punto di vista della cessione del quinto, poiché basterà comunicare alla banca o alla finanziaria il cambio di datore di lavoro. A questo punto chi eroga il credito dovrà riformulare la notifica da inviare al nuovo datore di lavoro per ottenere l’atto di benestare. Per quanto riguarda il TFR, rimarrà vincolato alla cessione del quinto come garanzia, e passerà dal vecchio al nuovo datore di lavoro.

2.     Dimissioni

Nel caso delle dimissioni, la situazione varia a seconda di ciò che accade dopo. Se si chiedono le dimissioni per poi firmare un nuovo contratto, sarà sufficiente informare la banca o la finanziaria, del cambio lavoro per poter proseguire con la rateizzazione del debito sulla busta paga. Nel caso in cui, invece, a seguito delle dimissioni non si avesse un nuovo impiego (o perlomeno non nell’immediato), l’ente che eroga il credito chiederà al cliente di trovare un accordo per saldare le rate rimanenti.

3.     Licenziamento

Nel momento in cui si viene licenziati, oltre a chiudersi un contratto di lavoro, si arresta, per il datore (ormai ex) di lavoro il rimborso delle rate della cessione del quinto. In questo caso si ha l’obbligo di corrispondere alla banca, o alla finanziaria che eroga il credito, il TFR accumulato fino a che non venga estinto il prestito. Qualora il soggetto richiedente dovesse essere assunto da un nuovo datore di lavoro, se il finanziamento in corso non è stato del tutto estinto, come per i casi precedenti, la banca o la finanziaria provvederà ad inviare una notifica al nuovo datore per informarlo dell’esistenza del prestito con cessione del quinto. A questo punto si riformulerà il contratto in base al debito residuo.

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Cessione del quinto per neoassunti

La cessione del quinto è sicuramente la soluzione ideale se si vuole ottenere un finanziamento in breve tempo, non finalizzato, senza garanzie accessorie o garanti. Ma soprattutto, con la possibilità di richiedere fino a 75mila euro da restituire in rate mensili che vengono trattenute direttamente dalla busta paga. E proprio per questo, uno dei requisiti fondamentali per ottenere la cessione del quinto è quella di avere un contratto a tempo indeterminato e quindi uno stipendio fisso.

Cessione del quinto per neoassunti: è possibile?

La risposta è sì, la cessione del quinto per neoassunti è possibile. Ovviamente ci sono delle differenze a livello di tipologia di contratto e di posto di lavoro.

Innanzitutto, per quanto riguarda i lavoratori neoassunti in aziende private, saranno due gli elementi da tenere in considerazione per l’avvio della pratica di finanziamento:

  • l’eventuale TFR del lavoratore neoassunto (maturato in precedenti attività lavorative e/o accantonato in fondi complementari);
  • la valutazione delle assicurazioni sull’azienda con cui ha stipulato un contratto di lavoro.

Come per qualsiasi lavoratore dipendente di un’azienda privata, la cessione del quinto per neoassunti è più facile da ottenere se si lavora per aziende medio/grandi, Spa o srl, oppure se si lavora per una Cooperativa con almeno 200 soci e dipendenti.

Cambiano le tempistiche per i neoassunti che richiedono la cessione del quinto?

Se per un qualsiasi lavoratore dipendente a tempo indeterminato i tempi per la richiesta di questo finanziamento sono relativamente brevi, le cose cambiano per una richiesta di cessione del quinto per neoassunti.

Neoassunti che lavorano in ambito pubblico

I dipendenti pubblici, che non devono fornire il Tfr come garanzia, per fare richiesta di cessione del quinto come neoassunti, devono attendere di aver raggiunto un minimo di 6 mesi di anzianità. Paradossalmente la procedura è più facile per un neoassunto con contratto a tempo determinato, poiché hanno delle restrizioni sulla scadenza e quindi sull’ammontare della cifra richiedibile, ma possono fare richiesta anche con un minimo di anzianità.

Neoassunti che lavorano per aziende private

In questo caso, invece, la cessione del quinto per neoassunti ha necessità di soli 3 mesi di anzianità presso il nuovo posto di lavoro, proprio perché i dipendenti privati sono obbligati a fornire il Tfr come garanzia aggiuntiva oltre al contratto e alla busta paga.

Come fare la richiesta?

La richiesta di cessione del quinto per neoassunti è uguale a qualunque altro lavoratore o pensionato. Viste però le limitazioni, sarà opportuno farsi fare diversi preventivi da diversi enti o banche. Sulla base dei preventivi ottenuti si potrà quindi valutare quale contratto firmare.

Attenzione, difficilmente un neoassunto si potrà richiedere cifre alte. Solitamente si tratta di crediti non oltre i 15mila euro.

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

I vantaggi della cessione del quinto per i dipendenti pubblici

La Cessione del quinto nasce nel 1950 (DPR 180/1950) come forma di finanziamento riservata ai dipendenti statali nonché i pensionati, anch’essi statali e pubblici. Questa forma di finanziamento ha privilegiato alcune categorie di lavoratori fino al 2005 (Legge 80/2005) anno in cui sono state apportate importanti modifiche. Infatti dal 2005 in avanti anche i dipendenti privati possono fare richiesta di cessione del quinto ma sempre con delle restrizioni, legate perlopiù all’azienda in cui lavorano. Ma quali sono i vantaggi della cessione del quinto per i dipendenti pubblici e statali?

Cessione del quinto: i vantaggi

La cessione del quinto è un particolare finanziamento che consiste nella trattenuta della rata mensile dalla busta paga. Il nome stesso deriva dal fatto che non può essere trattenuto più del 20%, ovvero 1/5, dello stipendio. Tra i vantaggi della cessione del quinto per i dipendenti pubblici e statali ma anche per i dipendenti privati e i pensionati troviamo:

  • Finanziamento non finalizzato, ovvero si può fare richiesta di credito senza specificare a cosa servirà
  • Non è necessario un garante, poiché il contratto di lavoro ovvero una busta paga regolare e la polizza rischio impiego e rischio vita (obbligatoria) faranno da garanzia
  • Si possono richiedere fino a 75mila euro da restituire in rate mensili
  • La restituzione del credito può essere fatta fino a 120 rate ovvero 10 anni
  • Finanziamento a tasso fisso e rate costanti

Cessione del quinto e dipendenti pubblici

Quali sono i requisiti per richiedere la cessione del quinto?

I dipendenti pubblici possono fare richiesta se:

  • Hanno un contratto a tempo indeterminato
  • Hanno un’età tra i 18 e i 65 anni (quest’ultimo dato può variare a seconda dell’ente che eroga il credito)
  • Hanno residenza in Italia

Quali sono i vantaggi della cessione del quinto per i dipendenti pubblici?

A differenza dei dipendenti privati, i dipendenti pubblici sono stati i primi ad ottenere questo tipo di finanziamento. Ma ad oggi quali sono i vantaggi della cessione del quinto per i dipendenti pubblici?

  • ai dipendenti privati è generalmente richiesto di fornire il Tfr, mentre per quelli pubblici sono previste forme senza Tfr;
  • l’importo massimo richiedibile è generalmente più alto per i dipendenti pubblici;
  • i tassi per i dipendenti pubblici sono più bassi;
  • se un dipendente pubblico o statale va in pensione prima di estinguere il debito, la cessione del quinto viene convertita e addebitata automaticamente sul cedolino della pensione senza bisogno di intervenire.
Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Contratto a tempo determinato e cessione del quinto

Quando si parla di cessione del quinto si fa riferimento a un particolare finanziamento legato al contratto di lavoro e alla busta paga, oppure alla pensione. Tra i requisiti fondamentali per fare richiesta, infatti, ci sono:

  • Avere contratto di lavoro a tempo indeterminato nel settore pubblico o privato (quest’ultimo con delle restrizioni) oppure avere un contratto a tempo determinato (con delle restrizioni)
  • Essere pensionati
  • Avere un’età compresa tra i 18 e 90 anni (quest’ultimo dato è variabile)
  • Essere residenti in Italia.

Per quanto riguarda i documenti necessari per fare richiesta di cessione del quinto troviamo:

  • documento d’identità e tessera sanitaria validi
  • ultima busta paga (dipendenti pubblici e privati) o ultimo cedolino di pensione/CU (pensionati)
  • certificato stipendiale o di quota cedibile rilasciato dal datore di lavoro o dall’Ente Previdenziale

Contratto a tempo determinato o indeterminato e cessione del quinto: cosa cambia?

Come anticipato, è assolutamente possibile avere un contratto a tempo determinato e richiedere la cessione del quinto. Ma quali sono le differenze per quanto riguarda il finanziamento?

Il fattore temporale

Se il lavoratore fisso può fare richiesta di un finanziamento con cessione del quinto e restituire la somma dilazionandola tra 24 e 120 mesi (ovvero tra 2 anni e 10 anni), il lavoratore con contratto a tempo determinato avrà un limite temporale che corrisponde alla scadenza del contratto stesso. Es. se un lavoratore precario richiede un finanziamento con cessione del quinto ad aprile 2023 e il suo contratto di lavoro scade nel dicembre 2023, potrà dilazionare il pagamento per un totale di 8 mesi (da maggio a dicembre compresi).

Il fattore quantità

Per quantità si intende la cifra massima richiedibile. Se un lavoratore a tempo indeterminato può richiedere fino a 75mila euro, restituibili, come già detto, in massimo 120 rate (ovvero 10 anni), un lavoratore con contratto a tempo determinato, potrà richiedere una cifra restituibile nel lasso di tempo a sua disposizione. Questo considerando che la cessione del quinto è un finanziamento che si basa sulla trattenuta di una % di stipendio e che questa % non può superare il 20% (ovvero 1/5 dell’importo guadagnato). Es. considerando il lavoratore di prima, se costui guadagna 2000€ al mese e ha 8 mesi per restituire il credito ricevuto con la cessione del quinto, considerando che le sue rate mensili non possono superare i 400€, potrà richiedere un massimo di 3200€ (ovvero 400€ moltiplicato per gli 8 mesi di contratto).

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Lavoratori dipendenti: chi può richiedere la Cessione del quinto?

La Cessione del quinto è un tipo di finanziamento che può essere richiesto da lavoratori dipendenti (a tempo indeterminato) residenti in Italia, con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Ma entriamo nello specifico per capire quali sono le categorie di persone che possono richiedere la Cessione del quinto.

Lavoratori dipendenti statali

I Lavoratori dipendenti statali sono coloro che prestano servizio presso le amministrazioni statali (centrali o locali).
Si tratta della categoria che per prima ha potuto beneficiare della Cessione del quinto grazie alla legge 180/50. Non è necessario avere un numero minimo di anni di servizio e, allo stesso tempo, si può fare richiesta anche se la pensione è vicina. Infatti, per i lavoratori dipendenti statali, è possibile trasferire la cessione del quinto sulla pensione. In ogni caso è importante avere un contratto a tempo indeterminato.

Lavoratori dipendenti pubblici

I lavoratori dipendenti pubblici sono coloro che lavorano presso Enti della Pubblica Amministrazione a carattere locale. Anche per loro, non è necessario avere un numero minimo di anni di servizio e, allo stesso tempo, si può fare richiesta anche se la pensione è vicina. Infatti, per i lavoratori dipendenti statali, è possibile trasferire la cessione del quinto sulla pensione. In ogni caso è importante avere un contratto a tempo indeterminato.

Lavoratori dipendenti parapubblici

I lavoratori dipendenti parapubblici (o parastatali) sono persone assunte dai cosiddetti enti parastatali, ovvero enti pubblici che operano in specifici settori (previdenza sociale, assistenza generica, enti scientifici e culturali, ecc.). Si tratta quindi di aziende private con una percentuale di partecipazione dello Stato.

I lavoratori dipendenti parapubblici, dal punto di vista della Cessione del quinto, vengono considerati al pari di un dipendente pubblico o statale. Le uniche differenze riguardano:

  • la scadenza del prestito: non potrà andare oltre l’età pensionabile
  • cifre elevate e anzianità: per cifre che superano i 30mila euro, è necessaria un’anzianità di servizio di almeno 5 anni.

Lavoratori dipendenti privati

Da qualche anno, anche i lavoratori dipendenti privati possono richiedere la Cessione del quinto. Per loro però sono necessari alcuni requisiti, più che altro relativi all’azienda per cui lavorano. Tra i requisiti troviamo:

  • contratto a tempo indeterminato
  • azienda con un minimo di dipendenti pari a 16 (sotto i 16 dipendenti la scelta dipenderà dall’ente che eroga il credito)
  • imprese solide
  • per alcune Banche potrebbe essere necessario un minimo di anni di anzianità.
Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Cessione del quinto per cittadini stranieri

Nel nostro Paese la cessione del quinto per cittadini stranieri è un’ottima soluzione per ottenere un finanziamento. Ma quali sono i requisiti necessari?

Cessione del quinto: requisiti fondamentali

Per poter richiedere la cessione del quinto, innanzitutto bisogna avere una busta paga come lavoratore dipendente (pubblico o privato) o essere pensionati (e ricevere quindi una regolare pensione). Per poter fare richiesta, quindi, sarà necessario presentare i seguenti documenti:

  • Contratto di lavoro e ultima busta paga
  • Ultimo modello CUD
  • Certificato di stipendio (documento riporta la data di assunzione, gli anni di anzianità, la retribuzione lorda e netta, il TFR accumulato e eventuali trattenute)
  • Documenti d’identità

Oltre ai requisiti “lavorativi”, è necessario aver compiuto 18 anni e non averne più di 89 anni (circa, a seconda dell’ente che eroga il finanziamento) per i pensionati.

Ci sono poi dei limiti relativi alla tipologia di contratto, ovvero, se il richiedente ha un contratto a tempo determinato, potrà richiedere un credito che dovrà essere restituito entro la scadenza del contratto stesso. Inoltre ci sono dei limiti per i dipendenti privati, poiché anche le aziende devono rispettare determinati requisiti.

Cessione del quinto per cittadini stranieri: come funziona?

La cessione del quinto per cittadini stranieri è possibile, a patto che i soggetti richiedenti soddisfino i seguenti requisiti:

  1. Essere cittadino straniero comunitario o extracomunitario residente in Italia con cittadinanza italiana o con regolare permesso di soggiorno.
  2. Percepire un reddito continuativo dimostrabile tramite busta paga.
  3. Avere un contratta a tempo indeterminato nel pubblico o nel privato.
  4. Avere tra i 18 e i 65 anni.

Cosa si ottiene con la cessione del quinto per cittadini stranieri?

Come per tutti colori che ne fanno richiesta, la cessione del quinto per cittadini stranieri permette di richiedere un credito massimo di 75mila euro. Questo tipo di finanziamento non è finalizzato e, dato che la rata mensile viene trattenuta direttamente dallo stipendio, non è necessario avere dei garanti. Sarà invece obbligatorio stipulare una polizza rischio impiego e rischio vita. Questa polizza ha una durata pari a quella del finanziamento e viene sottoscritta direttamente dall’ente che eroga il credito. Come per qualsiasi altro cittadino italiano, la cessione del quinto per cittadini stranieri permette di fare contratti tra i 24 e i 120 mesi, ovvero tra i 2 anni e i 10 anni.

La cessione del quinto è una soluzione facile e veloce da ottenere, perfetta per qualsiasi dipendente a tempo indeterminato, richiedibile anche da cattivi pagatori.

Categorie
Cessione del quinto Prestito Personale

Liberi professionisti e Cessione del Quinto

I Liberi professionisti e i lavoratori autonomi, ovvero coloro che non hanno un contratto di lavoro da dipendente ma hanno la partita IVA, possono richiedere la Cessione del Quinto?

La domanda sorge spontanea, poiché la mancanza di una busta paga, e quindi di uno stipendio fisso e duraturo, può essere un problema dal punto di vista dell’ente creditore. In linea generale, perché il libero professionista non ha garanzie, se non la dichiarazione dei redditi. E se il lavoro manca? O il lavoratore subisce un infortunio? Come si può garantire il pagamento della rata? Inoltre la Cessione del Quinto, essendo un particolare tipo di prestito basato sul prelievo della quota mensile direttamente in busta paga, per i liberi professionisti non è assolutamente possibile.

Cos’è la Cessione del Quinto e perché i liberi professionisti non possono richiederla?

La Cessione del Quinto è un tipo di prestito che prevede la trattenuta dallo stipendio di una percentuale che rappresenta la rata mensile pattuita in fase di contratto. Questa rata non può superare il 20% dello stipendio, ovvero 1/5 di ciò che si riceve in busta paga (da qui deriva il nome).

Questa tipologia di finanziamento è prevista per lavoratori dipendenti a tempo indeterminato nel settore pubblico o privato (con delle limitazioni). Va da sé che i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, non possono fare richiesta.

Il prestito personale per i liberi professionisti

Fino a poco tempo fa, i possessori di partita IVA, ovvero i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, difficilmente riuscivano ad ottenere un qualsiasi tipo di finanziamento.

Ad oggi, è possibile fare richiesta di prestito personale. Questo tipo di prestito, a differenza della Cessione del Quinto, è finalizzato e limitato dal punto di vista del credito concesso. Infatti, i liberi professionisti potranno fare richiesta solo previa definizione della finalità dell’investimento e quindi del prestito richiesto. Inoltre sarà necessario avere un garante.

Altre forme di finanziamento per i liberi professionisti

I possessori di partita IVA, oltre al prestito personale finalizzato, possono altresì richiedere:

  1. Fido: si tratta di un finanziamento che la banca concede ai propri correntisti (privati o imprese) per avere della liquidità sul conto da utilizzare per spese di vario genere. La somma può essere versata anche in caso di conto negativo e può anche non essere utilizzata tutta. In questo ultimo caso, gli interessi verranno applicati solo alla parte utilizzata. Tra gli svantaggi i costi molto elevati (tra tassi, penali, commissioni ecc.) e il limite di credito (per i privati massimo 5000€).
  2. Mutuo ipotecario: tipologia di finanziamento utile per grandi progetti (come l’acquisto o la ristrutturazione di una casa).