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Cessione del quinto Prestito Personale

Il mutuo migliore per il 2023

Il mutuo a tasso fisso

Il mutuo a tasso fisso è un mutuo la cui rata non varia nel tempo, quindi è sicuramente la soluzione ideale quando il mutuo riguarda cifre molto alte distribuite su decenni. Infatti permette al soggetto richiedente di poter pianificare con sicurezza quale sarà la spesa mensile, ad esempio per l’acquisto di una casa, nel medio-lungo termine. Nel 2022 il mutuo a tasso fisso è stato scelto nell’85,5% dei casi, ma sarà il mutuo migliore per il 2023?

Il mutuo a tasso variabile

Il mutuo a tasso variabile, invece, ha una rata mensile che varia, come dice la parola stessa, sulla base dell’andamento dei mercati finanziari, più precisamente in base all’indice di riferimento Euribor. Ciò significa che se aumenta il tasso di interesse (dato dalla somma del parametro Euribor e dello spread), aumenta la rata del mutuo e, viceversa, se diminuisce, diminuirà anche la rata. Questa caratteristica può essere negativa, poiché non permette di fare previsioni a livello di spesa mensile, ma allo stesso tempo vantaggiosa perché permette, in alcuni casi, notevoli risparmi. Sarà quindi il mutuo migliore per il 2023?

Cos’è il mutuo a tasso variabile con rata costante?

La soluzione per alcuni potrebbe essere il mutuo a tasso variabile con rata costante. Questo tipo di mutuo permette di sfruttare eventuali vantaggi dovuti a tassi di interesse bassi, ma allo stesso tempo di non rischiare l’aumento spropositato della rata mensile qualora il tasso dovesse crescere notevolmente. Infatti il soggetto richiedente pagherà sempre la stessa cifra, consapevole del fatto che sarà la durata del piano di ammortamento a modificarsi.

Ma allora qual è il mutuo migliore per il 2023?

Tenendo conto del fatto che il tasso iniziale di un mutuo a tasso variabile è di norma più basso rispetto al mutuo a tasso fisso, bisogna capire, sulla base della somma e del tempo previsto per la restituzione di questa, qual è il mutuo migliore per il 2023. Il tasso variabile è quindi consigliabile in caso di mutuo con durata medio-bassa e/o nel caso in cui il soggetto richiedente abbia la possibilità economica per poter fronteggiare le variazioni, o preveda un miglioramento dal punto di vista delle proprie finanze.

Definire quale sarà il mutuo migliore per il 2023 quindi non è semplice, perché di fatto tutto dipende dal tipo di necessità e dalla disponibilità economica del richiedente. Ad oggi il tasso fisso risulta più conveniente perché il variabile subisce gli aumenti della Bce (Banca centrale europea), soprattutto nel medio-lungo termine.

Secondo l’ABI, nel 2023 l’aumento del costo del denaro dovrebbe raggiungere il 3,5% e stabilizzarsi nel 2024 circa al 3%. Per quanto riguarda l’inflazione, salirà indicativamente del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024. 

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Cessione del quinto Prestito Personale

La Cessione del Quinto per il cambio auto

Hai deciso di cambiare auto e hai bisogno di liquidità? Hai già un finanziamento in corso, come il mutuo sulla casa, e necessiti di un prestito per acquistare una nuova auto? Perché scegliere la Cessione del Quinto per il cambio auto?

Cessione del Quinto: perché scegliere questo tipo di finanziamento

La Cessione del Quinto per il cambio auto è l’ideale perché si tratta di un tipo di finanziamento facile e veloce da ottenere. Inoltre non si deve esplicitare il motivo per cui si fa la richiesta, in questo caso l’acquisto di una nuova automobile, poiché è un prestito non finalizzato. Ma non è tutto. Tra i vantaggi della Cessione del Quinto c’è la possibilità di ottenere fino a 75mila euro, e di dilazionare il pagamento delle rate da 24 a 120 mesi (ovvero da 2 a 10 anni).

Ma come funziona la Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto è un particolare tipo di finanziamento che prevede la trattenuta della rata mensile direttamente sullo stipendio o sulla pensione. Questo rende il tutto più sicuro, sia per la banca o l’ente che fornisce il credito, sia il soggetto richiedente che non rischia di rimanere indietro coi pagamenti. La rata, inoltre, viene calcolata in base al denaro percepito, e non potrà mai superare il 20% (un quinto) del totale.

Per ottenere la Cessione del Quinto sarà necessario fornire l’ultima busta paga o cedolino della pensione, l’Attestato di Servizio per i dipendenti, la quota cedibile per i pensionati, l’ultimo CUD e i documenti (carta d’identità e codice fiscale).

Prestito o Cessione del Quinto per il cambio auto?

Quali sono le differenze tra la richiesta di Prestito e di Cessione del Quinto per il cambio auto? Con la Cessione del Quinto, puoi ottenere un finanziamento per l’acquisto di un’auto se:

  • Sei un cattivo pagatore
  • Hai altri prestiti in corso
  • Hai superato gli 87 anni alla scadenza del prestito
  • Sei in ritardo con il pagamento delle rate
  • l’auto non è tua (ovvero il soggetto richiedente non è l’intestatario dell’auto)

Inoltre, grazie all’assicurazione rischio lavoro/vita obbligatoria per ottenere la Cessione del Quinto, si è coperti in caso di morte prematura (ovvero non dovranno essere gli eredi da saldare il debito ma se ne occuperà la Compagnia di Assicurazione, anche in caso di incidente mortale del debitore stesso).

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Cessione del quinto Prestito Personale

La nascita della Cessione del Quinto

La nascita della Cessione del Quinto risale alla metà dell’Ottocento, quando l’allora primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, decise di offrire ai dipendenti statali una formula di finanziamento agevolato. La Cessione del Quinto come la conosciamo oggi, però, risale al 1950. Ecco tutti i dettagli.

1950: cosa accade?

Nel 1950, con la legge 180/50, avviene ufficialmente la nascita della Cessione del Quinto come tipologia di finanziamento a cui però avevano accesso solamente i dipendenti e i pensionati statali e pubblici. Queste caratteristiche rimarranno tali per più di 50 anni. Infatti solo nel 2004 avverrà una svolta.

2004: cosa cambia?

Nel 2004 con la legge finanziaria 311 del 30 dicembre, avviene una modifica sostanziale: anche i dipendenti e i pensionati di aziende private possono accedere a questo tipo di finanziamento. Più di 100 anni dalla proposta del re d’Italia, e più di 50 anni dopo l’ufficiale nascita della Cessione del Quinto, i dipendenti delle aziende private possono finalmente fare richiesta di questo particolare tipo di prestito basato sulla trattenuta sullo stipendio. Ma non è solo l’unica modifica importante. Infatti con la legge 80 del 2005, viene aumentata l’età massima entro cui i pensionati possono fare richiesta di Cessione del Quinto.

Ci sono altre novità rispetto al momento della nascita della Cessione del Quinto?

Tra le novità in merito alla Cessione del Quinto legate alla legge finanziaria troviamo:

  • l’eliminazione del monopolio Inpdap*: all’epoca della nascita della Cessione del Quinto, era l’unico ente autorizzato a fornire una copertura assicurativa sulla Cessione del Quinto.
  • Prestiti più lunghi e più flessibili (ad oggi si può fare richiesta di prestito da 24 mesi a 120 mesi).
  • Possibilità di richiesta della Cessione del Quinto da parte dei neoassunti, purché con contratto a tempo indeterminato

Inpadap: Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, ente di diritto pubblico. Comprendeva ENPAS, INADEL, ENPDEP e le casse di previdenza amministrate dal ministero del Tesoro. Dall’1 gennaio 2012 l’Inpdap non esiste più.

Un prestito che piace

Dalla nascita della Cessione del Quinto a oggi, le modifiche apportate hanno portato questo tipo di prestito ad essere facile e veloce da ottenere, con un ampio margine dal punto di vista dell’età, dal punto di vista del periodo di restituzione del credito e dal punto di vista della somma che si può richiedere (fino a 75mila euro). Ma non solo. La possibilità di fare richiesta in caso di cattivi pagatori o pignoramenti e di fare richiesta senza garanzie aggiuntive e il fatto di essere un finanziamento non finalizzato, hanno portato la Cessione del Quinto ad essere il tipo di prestito più richiesto d’Italia.

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Cessione del quinto Prestito Personale

Prestito per spese familiari: la Cessione del Quinto

In questo periodo storico sono molte le famiglie che, anche da un momento all’altro, si trovano in difficoltà dal punto di vista economico. La perdita di lavoro da parte di uno dei due coniugi, le spese mediche per un improvviso problema di salute, ma anche l’arrivo di un nuovo figlio possono essere alcune delle cause di problemi a livello economico. La Cessione del Quinto è il prestito per spese familiari ideale.

La Cessione del Quinto: perché è la soluzione ideale per le spese familiari?

Se si desidera chiedere un prestito per spese familiari, la soluzione ideale è la Cessione del Quinto, perché permette al soggetto richiedente di ricevere liquidità in modo facile e veloce.

Tra le caratteristiche vantaggiose c’è sicuramente la possibilità di fare richiesta di prestito per spese familiari non finalizzato. Infatti, quando si richiede la Cessione del Quinto, non è necessario giustificare la motivazione per cui la si richiede. Questo permetterà al soggetto interessato di utilizzare il credito a suo piacimento senza dover specificare la tipologia di spesa che effettuerà.

Ma quali garanzie richiede la Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto, essendo un prestito la cui rata viene direttamente trattenuta dalla pensione o dalla busta paga, può essere richiesta senza fornire particolari garanzie. Queste ultime, infatti, sono rappresentate dai criteri di accettazione della domanda stessa, ovvero:

  • Possedere un contratto a tempo indeterminato
  • Fornire l’ultimo cedolino dello stipendio (o della pensione)
  • Stipulare una polizza assicurativa rischio impiego o rischio vita

E non si ha un contratto a tempo indeterminato?

Quando si richiede un prestito per spese familiari, spesso lo si fa proprio perché si è in difficoltà economica. L’instabilità lavorativa è spesso motivo di questa difficoltà, ma allora come può, un lavoratore a tempo determinato, ricevere supporto? Qualora non si avesse un contratto a tempo indeterminato, è ugualmente possibile fare richiesta di Cessione del Quinto. L’unico vincolo sarà legato alla durata del contratto. Si dovrà infatti saldare il debito entro la scadenza di quest’ultimo.

Altre caratteristiche della Cessione del Quinto

La rata è fissa

Sì la rata della Cessione del Quinto è fissa e si basa sulla busta paga. Questa viene calcolata, infatti, sullo stipendio o sulla pensione che si percepisce mensilmente e non può mai superare il 20% (un quinto) di questa somma. Per esempio, se si guadagnano 1000€, la rata non potrà superare i 200€ mensili.

Chi può richiedere la Cessione del Quinto

Possono richiedere la Cessione del Quinto come prestito per spese familiari soggetti con:

  • Residenza italiana
  • Un’età compresa fra i 18 e i 63 anni (stipendio) e non oltre gli 85 anni (pensione)
  • Chiunque abbia uno stipendio* o una pensione

*Leggere l’articolo relativo ai lavoratori dipendenti di aziende private

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Cessione del quinto

Cassa Integrazione e Cessione del Quinto

La Cessione del Quinto è una tipologia di finanziamento molto richiesta per i suoi numerosi vantaggi. Tra questi c’è sicuramente la sua caratteristica più importante: il pagamento delle rate che avviene sottoforma di trattenuta sulla busta paga o sulla pensione. Questo aspetto la rende infatti non solo vantaggiosa per le banche e gli enti finanziatori, ma anche per i soggetti che necessitano di un prestito. Infatti, la trattenuta dallo stipendio o dalla pensione (che non dovrà mai superare un quinto del denaro percepito) risulta comoda e sicura. Ma cosa accade quando il lavoratore va in Cassa Integrazione?

Cassa Integrazione e Cessione del Quinto: si può fare richiesta?

Quando il lavoratore viene messo in Cassa Integrazione, la Cessione del Quinto può essere richiesta, ma solo se si tratta di Cassa Integrazione Ordinaria e se le ore interessate sono poche. Il problema principale è legato non tanto agli enti finanziatori o alle banche, quanto alle compagnie di Assicurazione che devono fare da garanti. Sappiamo, infatti, che questa tipologia di prestito ha, tra le garanzie obbligatorie, la stipula di una polizza rischio vita o impiego. In caso di Cassa Integrazione, il rischio di licenziamento aumenta esponenzialmente, quindi la Compagnia Assicurativa potrebbe non accettare la richiesta.

Cos’è la Cassa Integrazione Ordinaria?

La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) prevede il versamento, da parte dell’INPS, di una somma di denaro ai lavoratori il cui stipendio è diminuito a causa della riduzione delle ore di lavoro. Ciò permette non solo a dare una mano al lavoratore, ma anche a sostenere le aziende mantenendo i dipendenti, affinché non perdano personale in un momento di difficoltà.

Come funziona la riduzione dello stipendio?

Le ore interessate dalla Cassa Integrazione vengono pagate all’80%, ovvero se si percepiscono 1000€ di stipendio e si viene messi in Cassa Integrazione per la metà delle ore, il lavoratore riceverà 500€ (ore lavorate) più 400€ (stipendio ridotto del 20%) per le ore di Cassa Integrazione.

Cassa Integrazione e Cessione del Quinto in corso: come fare?

Se un lavoratore, con una Cessione del Quinto in corso, viene messo in Cassa Integrazione, cosa accade? Può chiedere una sospensione? Secondo la normativa, si può richiedere una sospensione temporanea della rata solo se il livello di stipendio si abbassa notevolmente (oltre il 33%).

Nel caso in cui invece la sospensione non fosse temporanea ma definitiva, in caso di Cassa Integrazione e Cessione del Quinto, la rata può essere ricalcolata (ad esempio se si passa da un full-time a un part-time).

Quali sono quindi le variabili che verranno valutate?

  • La riduzione dello stipendio (le ore interessate subiranno una riduzione del 20%)
  • Il numero di ore mensili trascorse in cassa integrazione rispetto al totale di ore previste dal contratto
  • La durata della Cassa Integrazione
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Cessione del quinto

Come sospendere la Cessione del Quinto

La Cessione del Quinto è una tipologia di prestito facile e veloce da ottenere, perché non richiede particolari garanzie* e può essere concessa anche a cattivi pagatori o soggetti che hanno anche altri prestiti in corso. Infatti, trattandosi di un prestito le cui rate vengono direttamente trattenute sulla busta paga o sulla pensione, risulta di per sé un tipo di finanziamento sicuro da parte delle banche o degli enti che erogano il prestito. Ma sospendere la Cessione del Quinto è altrettanto facile e veloce?

Sospendere la Cessione del Quinto: è possibile?

Innanzitutto bisogna rispondere a questa semplice domanda: è possibile sospendere la Cessione del Quinto? La risposta è sì, è possibile, ma solo in determinate situazioni, quindi non tutti possono farlo. Secondo il Decreto Cura Italia, entrato in vigore nel periodo della pandemia (aprile 2020), può richiedere la sospensione della Cessione del Quinto chi ha richiesto un mutuo per l’acquisto della prima casa. Va specificato, però, che questa sospensione ha una durata massima di 18 mesi.

Sospensione in caso di riduzione drastica dello stipendio

Per la legge italiana, però, si può sospendere la Cessione del Quinto anche nei casi in cui avviene una riduzione dello stipendio superiore al 50%. Questo eviterà, al soggetto richiedente, di vivere in condizioni di povertà. In particolare ciò accade alle donne lavoratrici in maternità che, dopo il congedo obbligatorio di cinque mesi, retribuito dall’INPS all’80%, desiderano usufruire dei congedi facoltativi. Questi ultimi, non essendo obbligatori, verranno retribuiti dall’INPS al 30% per i primi sei mesi, mentre successivamente non avverrà alcuna retribuzione. La donna che in tal caso ha fatto richiesta di Cessione del Quinto, ha un diritto di sospensione perché, nel periodo di congedo facoltativo, percepirà uno stipendio inferiore al 50%.

Leggi anche l’articolo: Cassa Integrazione e Cessione del Quinto

Riduzione della rata

Qualora il lavoratore subisse una riduzione dello stipendio di un terzo, ovvero del 33%, dato che non gli sarà concesso di sospendere la Cessione del Quinto, potrà, secondo l’art.35 del DPR 180/1950, fare richiesta di riduzione della rata. In questo caso, la banca o l’ente finanziatore, ricalcolerà il piano di ammortamento per far sì che la rata mensile, come da regola, non risulti più alta di un quinto dello stipendio.

Esempio: se il lavoratore percepisce 1000€ di stipendio, la sua rata mensile non potrà superare i 200€. Nel caso in cui il suo stipendio venisse ridotto del 33%, ovvero risultasse di 670€, la sua nuova rata non dovrà superare i 134€.

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Cessione del Quinto e cambio lavoro

Può succedere che, dopo aver fatto richiesta di Cessione del Quinto, si cambi mestiere. Ma come ci si deve comportare? Bisogna estinguere il debito prima del tempo? O si può mantenere attivo nonostante la variazione del posto di lavoro? Di seguito alcune informazioni per gestire Cessione del Quinto e cambio lavoro.

Come funziona?

In caso di Cessione del Quinto e cambio lavoro, ciò che fa la differenza è la circostanza per cui il cambiamento avviene. Si può trattare infatti di:

  • Dimissioni: se il dipendente decide di abbandonare volontariamente il lavoro
  • Licenziamento: se il dipendente viene licenziato
  • Passaggio diretto: trasferimento da un vecchio a un nuovo lavoro (passaggio interno)

Cessione del Quinto e cambio lavoro: Licenziamento e nuova assunzione

In caso di licenziamento e conseguente nuova assunzione l’iter per chi ha una Cessione del Quinto in corso è la seguente: il datore di lavoro, non è più obbligato a pagare le rate alla banca o all’ente finanziatore, ma ha invece l’obbligo di versare alla banca il TFR accumulato fino all’estinzione del prestito. In caso di successiva assunzione da parte di un nuovo datore di lavoro, quest’ultimo verrà informato del fatto che c’è un prestito (Cessione del Quinto) in corso. Prestito che, ovviamente, verrà riformulato sulla base del debito residuo.

Cessione del Quinto e cambio lavoro: dimissioni

In caso di dimissioni per nuovo impiego, sarà necessario comunicare alla Banca o all’ente finanziatore, la variazione del datore di lavoro. Una volta effettuato il cambio, le rate della Cessione del Quinto verranno trattenute sulla nuova busta paga. Nel caso in cui le dimissioni non avessero come secondo fine una nuova assunzione e quindi non seguisse un immediato ricollocamento, bisognerà accordarsi con l’ente che eroga il prestito per la gestione del rimborso delle rate rimaste.

Cessione del Quinto e cambio lavoro: passaggio diretto

Quando si ha in corso una Cessione del Quinto e il cambio lavoro consiste in un passaggio diretto, non si dovrà fare altro che comunicare alla Banca o all’ente che eroga il prestito il cambio di impiego. Il nuovo datore di lavoro verrà informato dalla banca o dall’ente della presenza di un prestito in corso. In questo caso il TFR verrà passato al nuovo datore di lavoro ma rimarrà ancorato alla Cessione del Quinto.

E l’assicurazione?

In caso di Cessione del Quinto e cambio lavoro, viene chiamata in causa la compagnia assicurativa. L’assicurazione, obbligatoria per stipulare una richiesta di Cessione del Quinto, serve a coprire le rate del prestito in caso di problematiche relative al lavoro o in caso di morte, ma, come spesso accade, dipende dalle circostanze. Per esempio, in caso di licenziamento per giusta causa, la Compagnia assicurativa potrebbe rifiutarsi di pagare il debito e, in ogni caso, ha il diritto di rivalsa nei confronti dell’assicurato.

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Richiesta di Cessione del Quinto in aumento: perché?

Negli ultimi tempi, la richiesta di Cessione del Quinto in Italia è aumentata molto a discapito di altre forme di finanziamento. Oltre ai numerosi vantaggi che questo tipo di prestito riserva al richiedente, tra i motivi che hanno fatto crescere la sua popolarità, è la diminuzione dei tassi.

Cessione del Quinto: tutti i vantaggi

La Cessione del Quinto è un prestito non finalizzato a tasso fisso che prevede la trattenuta, direttamente in busta paga, della rata. Rata che, come dice la parola stessa, non può superare 1/5 dello stipendio. Tra i numerosi vantaggi, c’è la possibilità di fare richiesta di credito fino a un di €75.000 per un massimo di 120 rate mensili (10 anni). Inoltre, elemento che rendeva la richiesta di Cessione del Quinto accessibile (quasi) a tutti, viene concessa anche in caso di cattivi pagatori, pignoramenti, o se si risulta insolventi.

Valore aggiunto, la possibilità di chiedere un prestito senza garanzia aggiuntive, infatti, lo stipendio o la pensione, unitamente al TFR e al pagamento dell’assicurazione rischio vita o impiego (obbligatoria per fare la richiesta di Cessione del Quinto), sono già considerati elementi che garantiscono il pagamento delle rate.

Perché la richiesta di Cessione del Quinto è in aumento?

L’aumento di richiesta di Cessione del Quinto è dovuto all’abbassamento dei tassi. Ma a cosa è legato l’abbassamento dei tassi? A sua volta l’abbassamento dei tassi è dovuto all’incremento della richiesta. Infatti, dato che alcune variazioni a livello normativo hanno portato banche e finanziarie a proporre ai propri clienti questo tipo di finanziamento, è aumentata la concorrenza e questo ha generato un generale abbassamento del TAEG.

Cos’è il TAEG?

L’acronimo TAEG sta per Tasso Annuale Effettivo Globale ed è l’indice, in termini percentuali, del costo complessivo di un finanziamento. Il TAEG comprende gli oneri accessori come le spese di istruttoria, le spese per la pratica, le spese di incasso delle rate e le spese assicurative.

Aumenta la richiesta ma si abbassa l’importo medio, perché?

L’aumento di richiesta di Cessione del Quinto si era notata già dopo il lockdown, infatti, secondo le statistiche, nel 2020 c’è stato un incremento del 10% circa. Al contempo è sceso l’importo medio. Ma perché? Innanzitutto a causa della diminuzione degli stipendi, ma anche per via delle necessità dei clienti richiedenti. Infatti la richiesta di Cessione del Quinto è stata spesso fatta non per coprire spese importanti, ma per avere liquidità in caso di imprevisti. Del resto la pandemia ha completamente rivoluzionato il modo di vivere delle persone, quindi il cambiamento è fisiologico.

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Cessione del Quinto per le Forze dell’Ordine e le Forze Armate

La Cessione del Quinto è una tipologia di prestito che prevede la trattenuta della rata direttamente dallo stipendio. Proprio per questo, non prevede particolari garanzie se non: il certificato di stipendio o dichiarazione di quota cedibile per i pensionati, la copia della busta paga o del cedolino della pensione e l’assicurazione rischio vita e impiego. Ma come funziona la Cessione del Quinto per le Forze dell’Ordine e le Forze Armate?

Che differenza c’è tra Forze Armate e Forze dell’Ordine?

Innanzitutto specifichiamo che c’è una differenza tra Forze Armate e Forze dell’Ordine.

In particolare le Forze Armate Italiane sono rappresentate da:

  • Arma dei Carabinieri
  • Esercito Italiano
  • Polizia di Stato
  • Guardia di Finanza
  • Marina Militare

Per quanto riguarda invece le Forze dell’Ordine, ovvero i corpi militari e civili dello Stato o di enti pubblici territoriali, troviamo:

  • Polizia di Stato
  • Arma dei Carabinieri
  • Polizia Penitenziaria
  • Corpo Forestale dello Stato

Forze dell’Ordine e Forze Armate: dipendenti statali

La Cessione del Quinto per le Forze dell’Ordine e le Forze Armate funziona esattamente come per qualsiasi dipendente statale. Infatti, avendo un contratto pubblico ed essendo quindi al servizio dello Stato, Forze dell’Ordine e Forze Armate hanno gli stessi diritti e gli stessi vantaggi di un qualsiasi dipendente statale, in fatto di Cessione del Quinto.

Per quanto riguarda i vantaggi, in particolare, ricordiamo che:

  • si può fare richiesta di credito fino a un massimo di €75.000
  • si può arrivare fino a 120 rate mensili (ovvero 10 anni)
  • è un prestito a tasso fisso
  • la rata non sarà mai superiore a 1/5 dello stipendio
  • non esistono spese di intermediazione
  • si può estinguere o rinnovare quando si vuole
  • si tratta di un prestito non finalizzato (ovvero non è necessario giustificarne la motivazione)
  • è accessibile anche se si risulta insolvente, o in caso di pignoramento
  • la richiesta è facile e veloce

Come ottenere la Cessione del Quinto se si fa parte delle Forze dell’Ordine o delle Forze Armate?

La richiesta della Cessione del Quinto per le Forze dell’Ordine e le Forze Armate e quindi i requisiti necessari per poter fare la suddetta richiesta, sono i medesimi di qualsiasi dipendente pubblico. In particolare:

  • Avere un contratto a tempo indeterminato*
  • Essere residenti in Italia
  • Aver compiuto 18 anni


*In caso di contratto a tempo determinato, la Cessione del Quinto viene calcolata sulla base del termine del contratto.

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Cessione del Quinto da stipendio a pensione

La Cessione del Quinto è un tipo di prestito personale che il richiedente estingue gradualmente attraverso una trattenuta in busta paga o sul cedolino della pensione. Si chiama Cessione del Quinto proprio perché la quinta parte della somma ricevuta mensilmente (dal datore di lavoro o dall’INPS) viene ceduta per saldare il finanziamento. Ma come si può trasferire la cessione del quinto da stipendio a pensione?

Vado in pensione: come faccio con la Cessione del Quinto?

Può capitare che si arrivi all’età da pensionamento con ancora un prestito personale in corso. Se si tratta di una Cessione del Quinto, tutto dipenderà dal contratto di lavoro. Infatti, per poter trasferire la Cessione del Quinto da stipendio a pensione, bisognerà essere dipendenti pubblici. Questo perché la trattenuta mensile in busta paga viene automaticamente trasferita alla pensione senza bisogno di intervenire.

E se sono dipendente privato?

Il dipendente privato non può trasferire la Cessione del Quinto da stipendio a pensione, perché la rata non può passare dalla busta paga al cedolino della pensione come accade per i dipendenti pubblici. Ecco perché, quando un dipendente privato chiede un prestito tipo Cessione del Quinto, l’intermediario finanziario dovrà fare bene i conti in modo da stipulare un contratto che non abbia una durata eccessiva. In questo modo non si correrà il rischio di andare in pensione con un debito ancora da estinguere.

Posso fare un’estinzione anticipata?

Nel caso in cui si presentasse l’occasione di andare in pensione con un contratto di lavoro privato e un prestito ancora in corso, non potendo trasferire la Cessione del Quinto da stipendio a pensione si può valutare l’ipotesi di chiedere l’estinzione anticipata dello stesso. Infatti, l’art. 125 sexies del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (D.lgs. n. 141/2010) dice che “Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore”.

A questo punto non si dovrà fare altro che richiedere, all’ente erogatore, la cifra ancora da saldare. Con il conteggio estintivo, verrà fornito l’importo del debito residuo con aggiunta la penale di estinzione anticipata (massimo 1% del capitale rimasto).

Posso estinguerlo col TFR?

Se non si può trasferire la Cessione del Quinto da stipendio a pensione e la si vuole estinguere anticipatamente, lo si può fare sfruttando il TFR. Ma come? Innanzitutto bisognerà verificare se il TFR accumulato è sufficiente per saldare il debito residuo, dopodiché se l’azienda, la finanziaria e la compagnia assicurativa sono d’accordo, si potrà fare richiesta di anticipo del TFR per pagare le rate rimaste insolute prima di andare in pensione.